Quanto è bello scoprire che una piattaforma come Disney+, con tantissimi iscritti, il cui pubblico include anche tanti bambini, ha deciso di pubblicare una docuserie divisa in sei parti che racconta la lotta per i diritti civili delle persone LGBT in America, a partire dagli anni ’50 in poi (il titolo è Pride)? Sebbene anche oggi ci sia tanto da lottare, non possiamo dire che non siano stati fatti dei progressi dallo scorso secolo, per cui è bello che adesso anche i più giovani potranno conoscere la storia della battaglia che ancora oggi viene combattuta, la storia dei pride.
Se pensiamo a un pride, pensiamo a un evento in cui le persone della comunità LGBT sono libere di essere chi vogliono, sono libere di parlare, di urlare, di festeggiare tutti i diritti che sono riusciti a ottenere nel corso degli anni. No, i pride non sono dei circhi, non sono delle pagliacciate, non è un modo per urlare che gli piace il pene, e no, non c’è bisogno di un pride per gli eterosessuali in quanto gli eterosessuali non sono mai stati discriminati in quanto tali, e speriamo che la docuserie sottolinei anche questo.
Sarà disponibile dal 25 giugno su Star Disney+, e il mese di giugno non è stato scelto a caso: molti di noi sicuramente già lo sanno, ma giugno è il pride month, per cui, se qualcuno non se la sentirà di partecipare a un pride (in realtà non so se sarà possibile farli a causa del Covid-19) a causa di questa situazione, potrà comunque vedere una nuova splendida serie sulla lotta ai diritti LGBT.
Pride, docuserie LGBT: sinossi
Pride sarà divisa in 6 parti e ripercorrerà la storia della lotta per i diritti civili della comunità LGBT in America dagli anni ’50 fino al 2000, grazie all’aiuto di personaggi pi+ o meno noti, tra cui Madelein Tress, Nelson Sullivan, Bayard Rustin, Audre Lord, Tammy Baldwin e Lester Hunt. Insieme a loro ci saranno anche Christine Jorgensen, Flawless Sabrina, Ceyenne Doroshow, Susan Stryker, Kate Bornstein, Dean Spade e Raquel Willis tramite dei video e interviste di archivio.
Alla regia ci sono Tom Kalin, Andrew Ahn, Cheryl Dunye, Anthony Caronna e Alex Smith, Yance Ford e Ro Haber, la produzione è di Killer Films e VICE Studios. Prima di leggere la sinossi, vi lascio le immagini condivise da Disney+:
Pride: episodio 1 – Anni ’50: La gente faceva le feste
“Uno sguardo approfondito sulle vite vissute a pieno dalle persone queer negli anni ‘50 nel pieno di un forte aumento delle norme governative contro la comunità LGBTQ+ guidate dal senatore Joseph McCarthy, che ha inaugurato un’era di persecuzione appoggiata dal governo”.
Diretto da Tom Kalin, uno dei membri fondatori del gruppo di attivisti AIDS Gran Fury, noto per molti progetti pubblici provocatori.
Pride: episodio 2 – Anni ’60: Rivolte e rivoluzioni
“Ancor prima di Stonewall, il Pride ha messo le sue radici negli anni ‘60, quando eroi meno conosciuti provenienti da comunità emarginate, tra cui ragazze queer di colore e donne trans, hanno giocato un ruolo fondamentale nel progresso del movimento. Attraverso l’attivismo e la protesta, piccola e grande, la comunità LGBTQ+ ha lottato per i diritti, l’accettazione e l’uguaglianza”.
Diretto da Andrew Ahn, regista coreano-americano queer.
Pride: episodio 3 – Anni ’70: L’avanguardia della lotta
“In questo viaggio personale, Cheryl Dunye intreccia filmati d’archivio, testimonianze personali e interviste per mostrare come gli anni ‘70 abbiano contribuito a forgiare un movimento nazionale, dalla prima marcia del Gay Pride, all’ascesa di artisti come la regista Barbara Hammer e la poetessa Audre Lorde, al confronto del femminismo intersezionale e al contraccolpo e all’opposizione della destra religiosa”.
Diretto da Cheryl Dunye, regista, attrice e scrittrice afroamericana.
Pride: episodio 4 – Anni ’80: Underground
“La New York degli anni ‘80, rinvigorita dalla rivoluzione sessuale dell’epoca precedente e dall’ascesa del Gay Liberation Front, vide un afflusso di persone queer nel centro di Manhattan e l’ascesa della scena del ballo underground. Allo stesso tempo, l’epidemia di AIDS devastava la comunità gay mentre Ronald Reagan e la sua Moral Majority si rifiutavano di intervenire”.
Diretto da Anthony Caronna e Alex Smith.
Pride: episodio 5 – Anni ’90: Le guerre culturali
“Gli anni ‘90 avrebbero dovuto annunciare una nuova era per la comunità LGBTQ+. Con l’elezione di Bill Clinton, avevano finalmente un alleato alla Casa Bianca – o così pensavano. Le guerre culturali erano in pieno svolgimento e venivano combattute ovunque, da Capitol Hill ai cinema alle chiese. Hanno devastato le comunità, ma hanno anche galvanizzato le persone LGBTQ+ a creare politiche e organizzazioni che ancora oggi lottano per l’uguaglianza”.
Diretto da Yance Ford.
Pride: episodio 6 – Anni 2000: Y2gay
“Gli anni 2000 hanno inaugurato una nuova era di visibilità queer, dove gay e lesbiche stavano guadagnando l’accettazione nei media tradizionali. Ma anche mentre i membri bianchi cisgender della comunità LGBTQ+ trovavano un posto nella società, la lotta per i diritti delle persone trans continuava, e quella lotta ha preso la scena principale solo oggi”.
Diretto da Ro Haber.
E voi, vedrete Pride?
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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