Se Barbie di Greta Gerwig vi fa indignare, ho una brutta notizia per voi (la recensione)

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Ieri sera sono andata a vedere Barbie e… È uno dei film più belli che io abbia mai visto. Un film energico, un film critico, un film divertente, con una bella colonna sonora e una trama che non ci aspettavamo. In molti quando hanno saputo del film sulla Barbie hanno pensato a un film per bambine, a magari una storia live action stile le numerose favole della Disney… Ma Barbie di Greta Gerwig è una critica alla società e anche una sorta di rivendicazione per la Barbie che in un certo senso oggi è tanto criticata perché reputata anti-femminista, ma come in ogni storia… Non esistono solo il bianco e il nero.

La trama del film girà ovviamente intorno a Barbie, ma non è un film cartone come quelli che abbiamo amato e conosciuto (potrebbe interessarvi: Barbie: i film più belli della «bionda perfetta»), bensì è un live action che partirà da Barbieland, dove la bambola scoprirà di non essere più “perfetta e impeccabile” come un tempo. Decide quindi di allontanarsi dal suo mondo per trovarsi a vivere un’avventura nel mondo reale. Detta così, ci sembra molto simile a Come d’incanto, ma in realtà è molto più di questo.

Il film è prodotto dalla Warner Bros, con Margot Robbie e Ryan Gosling nello stesso film che interpretano i protagonisti, una la bambolina e l’altro Ken, il suo eterno compagno – amico. Le varie Barbie poi avranno diversi volti, alcuni anche più conosciuti (la Barbie sirena, infatti, è niente di meno che Dua Lipa). Greta Gerwig, nota per aver diretto “Lady Bird” e “Piccole donne”, ha diretto il film e ne ha scritto la sceneggiatura con Noah Baumbach.

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Greta Gerwig

Insieme a Margot Robbie e Ryan Gosling il cast è davvero straordinario, e la maggior parte di loro interpreta le diverse bambole con i rispettivi Ken. Ad esempio, fra le famose bambole, abbiamo Kate McKinnon, Issa Rae, Hari Nef, Alexandra Shipp, Emma Mackey, Sharon Rooney, Dua Lipa, Nicola Coughlan, Ana Cruz Kayne, Ritu Arya, Kingsley Ben-Adir, Simu Liu, Scott Evans, Ncuti Gatwa e John Cena. Barbie include anche America Ferrera, Will Ferrell, Connor Swindells, Michael Cera, Helen Mirren, Jamie Demetriou e Emerald Fennell.

Pensando al film di Barbie [con spoiler]

Personalmente, ha superato le mie aspettative. Non è un film per bambini, e forse i bambini potrebbero anche non comprenderlo a pieno, ma posso dire che le quasi due ore di film sono passate davvero in uno schiocco di dita. Una colonna sonora di un certo spessore con anche delle canzoni originali (I’m just Ken è quello che di più divertente c’è stato) e anche dei discorsi che, personalmente, mi hanno fatto scendere una lacrimuccia, in particolare quello di Gloria, un’ex proprietaria di una Barbie con una figlia adolescente un po’ ribelle.

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Ma partiamo dal principio. Veniamo catapultati in BarbieLand, un mondo un po’ matriarcale in cui le donne sono a capo di tutto, in cui le donne sono presidente, fanno parte della corte suprema, sono scienziate, vincitrici di premi Nobel, fisiche, scrittrici, qualsiasi cosa, mentre i Ken… vivono semplicemente per essere guardati da Barbie. È questa la critica alla società? No, in realtà no. Più che altro perché questa è la rappresentazione di come le bambine giocano e giocavano con le bamboline: c’era la protagonista… e poi (forse) il Ken che era il loro fidanzato.

Qualcosa però all’improvviso non va. La Barbie stereotipo (ovvero quella interpretata da Margot Robbie) sta festeggiando con tutte le altre amiche e poi, come se nulla fosse, pensa alla morte. Da quel momento le cose cominciano ad andare sempre peggio e quindi la Stramba (ovvero quella bambola a cui in genere tagliamo i capelli o coloriamo il viso) le dice che deve viaggiare nel mondo reale fuori per risolvere questo problema trovando la sua proprietaria, che poi scopriamo essere Gloria, una mamma di un’adolescente che non sta vivendo esattamente il periodo migliore della sua vita.

Con Barbie, viaggia anche Ken, che è molto entusiasta del mondo reale in cui sono gli uomini al comando e non le donne. Il CEO della Mattel, un personaggio veramente divertente, cerca di risolvere la situazione rispedendo la protagonista nel suo mondo, e la scena dell’inseguimento è personalmente meravigliosa, sorrido solo a pensarci. Questa, forse, può essere una sorta di critica alla società, in quanto vediamo aziende che si reputano per le donne e per le bambine, governate però da soli uomini principalmente interessati ai soldi e non davvero ai sogni delle bambine.

Quando però c’è il ritorno a BarbieLand, ci rendiamo conto che è diventata un covo dei Ken, plagiati dal Ken andato nel mondo reale che ha scoperto il patriarcato e i cavalli. Anche la più intelligente delle Barbie diventa un personaggio di contorno e ovviamente questo va nuovamente ribaltato… Come? Con il discorso di Gloria, quello a cui accennavo prima e che ora riporto perché è davvero bellissimo:

«È davvero impossibile essere una donna. Sei così bella e intelligente e mi uccide pensare che non credi di essere abbastanza. Noi dobbiamo essere sempre straordinarie. Ma in qualche modo pensiamo sempre di essere sbagliate. Devi essere magra, ma non troppo magra, e non puoi mai dire di voler essere magra. Devi dire di voler essere in salute, ma comunque devi essere magra. Dobbiamo avere dei soldi, ma non possiamo dire di voler dei soldi, perché è volgare.

Devi essere un capo, ma non cattivo. Devi essere una leader, ma non puoi bocciare le idee delle persone. Devi amare essere una madre, ma non parlare per tutto il tempo dei tuoi figli. Devi essere una donna in carriera, ma comunque prenderti cura delle altre persone. […] Devi essere bella per gli uomini, ma non troppo bella da far sentire insicure le altre donne perché sei parte di una sorellanza. E sii sempre grata. Ma non mai dimenticare che la colpa è del sistema. Quindi dobbiamo riconoscere che il sistema è fallimentare, ma comunque essere sempre grate.

Non devi mai diventare vecchia, non devi mai essere maleducata, non devi mai essere vanitosa, egoista, non devi fallire, o mostrare paura, o essere diversa. […] È troppo difficile, troppo contraddittorio. Sono così stanca di guardare me stessa e tutte le altre donne che si tormentino, così che la gente ci apprezzi. Se tutto questo vale anche per una bambola che rappresenta una donna, allora non lo so nemmeno».

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C’è chi ha criticato il film di Greta Gerwig perché lo ha trovato anti-uomini, ma in realtà semplicemente non si è centrato il punto. Non è una società ribaltata, ma è un venirsi incontro. È chiaro che adesso le donne abbiano molto più valore rispetto a quello che avevano un tempo, ma è anche vero che nel momento in cui la coppia finisce nel mondo reale, è la donna a essere estremamente sessualizzata e molestata, mentre l’uomo viene semplicemente rispettato, a prescindere da quello che indossa. La Gerwig, tramite Barbie, ha letteralmente spiegato come le donne vengono costantemente sessualizzate.

C’è anche da dire che vedere come i Ken chiedano diritti in BarbieLand, ci fa pensare che forse anche nel mondo reale le donne chiedono di essere Presidente, chiedono di poter fare il lavoro del capo o comunque ruoli importanti, e quindi se ritenete che il film sia contro gli uomini perché nel mondo immaginario della bambola l’uomo non ha diritti lavorativi, allora forse dovreste cominciare a lottare anche per le donne nel mondo reale, a cui spesso non viene dato un lavoro perché potrebbero avere dei figli o che vengono pagate di meno, anche nel 2023.

Il film di Barbie non è un film contro gli uomini. È un film femminista, ovvero la ricerca dell’uguaglianza di diritti fra uomini e donne e di abolizione di una società patriarcale, perché come diceva Carla Lonzi, se otteniamo l’uguaglianza e quindi riusciamo a lavorare ma poi il patriarcato continua a imporci che non abbiamo ancora una vera e propria scelta e che dobbiamo lavorare e in più occuparci solo noi di casa, figli e famiglia, allora non è esattamente un progresso.

È un film che parla di bellezza, di stereotipi, di quello che la società fa pensare alle donne. Che non sono abbastanza belle, o abbastanza intelligenti, o semplicemente abbastanza. E lo fa anche ironizzando sui tavoloni di uomini importanti che parlano di donne e in un certo senso ci riporta anche a quei tavoli in cui uomini decidono come le donne devono o non devono scegliere sul proprio corpo, come ad esempio per l’aborto (che comunque in Barbie non viene citato minimamente). È un film che parla di stereotipi di genere e ruoli sessuali, e lo fa con ironia e facendoci fare qualche risata.

Ma quindi il gioco della Mattel è femminista? Per la prima volta con le Barbie le bambine avevano una bambola per loro che non le costringeva a dover essere per forza delle madri o di doversi occupare in qualche modo della cucina, ma potevano immaginare e sognare di essere chiunque volessero. Poi, ovviamente, parliamo del secolo scorso e possiamo benissimo abbracciare la critica a come la bambola sia terribilmente bella e perfetta e decisamente non umana, causando molto spesso scarsa autostima alle bambine o alle adolescenti. Ma ormai le fanno anche di diverse corporature, quindi problema risolto, giusto?

In conclusione, il film di Barbie è geniale, perché hanno sfruttato una bambola che tutti conoscono per parlare di femminismo e di patriarcato, che per quanto ci ostiniamo a dire che non esista più e che sia semplicemente una cosa del secolo scorso, in realtà è ancora fra di noi nell’esatto momento in cui una donna viene uccisa da un uomo e un tribunale parla di lui come innamorato follemente e lei invece come donna disinibita che si stava allontanando da lui (tratto da una storia vera). È patriarcato quando una donna viene pagata meno di un uomo perché comunque va più volte in bagno oppure potrebbe avere dei figli.

Ed ancora è patriarcato il fatto che un uomo che si prende cura della famiglia e ama i suoi figli viene definito “mammo” e non padre, e ancora un uomo che si pensa debba sempre pagare le cene o qualsiasi cosa. Continua a essere patriarcato se si pretende che un uomo non possa aver bisogno di uno psicologo, o quando si dà per scontato che una donna sia un genitore perfetto a prescindere, mentre il padre ha bisogno di pratica. Perché il patriarcato non è solo un problema delle donne, ma di tutta la società, di tutti i generi, e questo il film di Barbie, con il suo femminismo, lo spiega alla perfezione.

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