F1, i what if di queste stagioni: da Hamilton alla Ferrari a Magnussen alla Williams e Gasly alla Red Bull

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Vi siete mai chiesti che cosa sarebbe successo se la Williams avesse scaricato Russell? Se Hamilton avesse firmato con la Ferrari? E se Gasly fosse rimasto alla Red Bull?

Pura idiozia“, Magnussen alla Williams con Latifi

George Russell ha dimostrato straordinarie capacità che gli sono valse il secondo sedile alla Mercedes, in sostituzione di Valtteri Bottas, futuro pilota di Alfa Romeo. Ma se Russell fosse stato scaricato dalla Williams, sua attuale scuderia?

Le rivelazioni che hanno fatto sgranare gli occhi a tutti gli appassionati di F1 arrivano da Kevin Magnussen, ex pilota della Haas, attivo con quest’ultima dal 2017 al 2020. Proprio in previsione del 2021, la Williams aveva iniziato a puntare le sue mire su Magnussen, rimasto invece senza sedile dopo l’acquisizione di Mick Schumacher e Nikita Mazepin all’Haas.

La scelta è parsa strana persino allo stesso Magnussen, soprattutto considerando che si sarebbe rischiato di perdere un pilota dal calibro di Russell, mantenendo in Formula 1 il compagno meno promettente Nicholas Latifi: “Williams mi ha visto come possibile sostituto di George Russell. Questa è stata per me una completa sorpresa. ‘Che razza di squadra è questa?, ho pensato. Togliere Russell e mantenere Nicholas Latifi era ridicolo, pura idiozia”.

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Fonte: Motorbox

Infatti, la priorità della scuderia non era quella di privilegiare il talento di Russell, ma di assumere un secondo pilota pagante: a Magnussen è stato offerto un contratto che prevedeva che fosse lo stesso pilota a portare sponsor alla Williams, o almeno un considerevole assegno sborsato di tasca propria.

Ero in una situazione di stallo in F1. Ho avuto l’opportunità di rimanere perché ero in contatto con la Williams. Tuttavia, sarebbe stato come ripercorrere il mio periodo in McLaren e Renault. Avrei dovuto trovare un sacco di sponsor per la Williams, o portare loro un assegno adeguato“.

Magnussen ha comunque rifiutato l’offerta, preferendo dedicarsi alle gare Endurance. Dopo aver preso parte al campionato IMSA WeatherTech SportsCar con Cadillac Chip Ganassi Racing, ha firmato con la Hypercar della Peugeot per il Campionato del mondo Endurance della prossima stagione.

“Se la Williams voleva qualcosa, doveva mettere fuori il canadese. Poi avrebbero avuto George Russell e me, una line-up forte a mio parere“.

Hamilton: “Incredibile non aver mai corso per la Ferrari

I risultati ottenuti da Lewis Hamilton continuano a fare gola alla scuderia del Cavallino rampante, a cominciare dal primo mondiale conquistato nel 2008, quando le prestazioni dell’uscente campione del mondo Kimi Raikkonen avevano iniziato a non combaciare con le alte aspettative della Ferrari.

Hamilton è diventato sette volte campione del mondo, eguagliando il primato conquistato fino ad oggi soltanto dalla leggenda di Michael Schumacher, creando non pochi attriti con alcuni Tifosi. Altri, invece, hanno iniziato ad acclamarlo, professando la volontà di vederlo al volante di una delle monoposto rosso fiammante.

La rivalità Hamilton-Ferrari ha inizio proprio con il suo esordio in Formula 1, quando ancora correva per la McLaren nel 2007. Nonostante entrambi i campionati siano stati vinti dalla Ferrari, con la proclamazione di Raikkonen come campione del mondo, la presenza di Hamilton cominciava già a farsi insidiosa: Raikkonen è attualmente l’ultimo pilota ad essersi laureato campione del mondo correndo con la Ferrari.

Lo stesso Lewis Hamilton ha riconosciuto come migliori sfide quelle disputate contro a Sebastian Vettel, sia ai suoi tempi d’oro assieme alla Red Bull, ma sia quelle corse quando era Vettel a vestire la tuta rossa del Cavallino.

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Fonte: F1Sport

Quello che Lewis non riesce a riconoscere è il motivo per cui non abbia mai ricevuto un’offerta di contratto dalla stessa Scuderia Ferrari: “Per tanti anni, quando sono venuto a Monza, camminando accanto ai tifosi, oi quali mi dicevano: ‘Vieni in Ferrari’. Questo mi faceva davvero piacere, ma è stato abbastanza incredibile che non abbia mai guidato per la Ferrari in così tanti anni di carriera in F1″.

La Ferrari è un sogno per chiunque, un traguardo da raggiungere. Non è mai stato davvero possibile e non saprò mai del tutto perché. Auguro a loro il meglio e nel mio prossimo futuro continuerò a impedirgli di vincere il mondiale”, ha dichiarato ridendo dopo questa affermazione“, ha continuato, “Ho visto le foto dei loro piloti e il rosso è sempre il rosso. A casa ho un paio di Ferrari, posso guidare quelle ma non la Ferrari di F1“.

Gasly può tornare in Red Bull

Pierre Gasly approda in F1 alla guida della Toro Rosso (attuale Alpha Tauri), e nel 2019 viene promosso alla Red Bull. Purtroppo la sua carriera con quest’ultima ha vita breve: dopo aver guadagnato solo risultati non soddisfacenti, non competitivi con quelli del compagno di scuderia Max Verstappen, Helmut Marko, consulente tecnico della Red Bull, preme per il suo declassamento. Il suo brusco ritorno alla Toro Rosso viene annunciato nella pausa estiva: a partire dal GP del Belgio 2019 avrebbe corso di nuovo per la Toro Rosso, sostituito da Alexander Albon alla Red Bull.

Gasly ha problemi nel traffico. Perde posizioni e fa fatica a superare. Quindi abbiamo dovuto reagire e dare ad Albon una possibilità fino alla fine della stagione. Gasly prende il suo posto in Toro Rosso e poi vediamo chi guiderà l’anno prossimo accanto a Max“, ha riferito Marko.

Neanche Albon, però, riesce ad eccellere come Verstappen, causandone il declassamento a pilota di riserva della scuderia. Dalla prossima stagione Alexander Albon tornerà attivo in F1 come pilota della Williams, al fianco di Latifi.

Gasly oggi corre con l’Alpha Tauri assieme a Yuki Tsnunoda, avendo dimostrato quel potenziale che in sole 12 gare con la Red Bull non era riuscito ad esprimere. Il gradino più alto del podio lo ha finalmente accolto al GP d’Italia 2020, preceduto da Carlos Sainz e Lance Stroll. La vittoria conquistata alla guida dell’Alpha Tauri è solo uno degli episodi che hanno segnato il progresso delle sue capacità.

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Fonte: Formula Passion

Attualmente, a differenza del compagno di scuderia (un poco ironico, non trovate?), è riuscito a guadagnare punti in quasi tutte le ultime gare disputate, salvo problemi tecnici o incidenti di pista. Gasly ha dimostrato di sapere tener testa alla stessa Ferrari in questa stagione.

Ma la promozione alla Red Bull non sembra vicina: Sergio Perez è stato in grado di dimostrare capacità straordinarie che gli sono valse un rinnovo del suo contratto con la scuderia anche per la prossima stagione, che continua così anche a tradire quella fantomatica politica di predilezioni per i piloti più giovani, in favore di un pilota comunque degno di lottare per le prime posizioni.

La flebile speranza, però, era arrivata da un commento di Franz Tost, team principal dell’Alpha Tauri: “A Monza avevamo una macchina veloce e Gasly ha guidato perfettamente senza fare errori, ma siamo stati molto fortunati con la penalità di Hamilton. Io penso che Gasly sia felice di rimanere qui: ama la squadra e noi amiamo lui. Ma se continua a fornire le prestazioni del 2020 avrà sicuramente la possibilità di tornare di nuovo in Red Bull oppure di andare in un altro team competitivo. Ha tutto ciò che serve per avere successo in F1“.

Ma se Gasly fosse rimasto alla Red Bull? Avrebbe ottenuto comunque questi risultati? Ne avrebbe ottenuti di migliori o non sarebbe stato posto proprio dal team nelle condizioni di farlo?

Chiudiamo l’articolo con questo interrogativo e vi diamo appuntamento oggi per il GP del Qatar, new entry della stagione, dalle 15:00 in diretta TV su Sky Sport F1 HD, Sky Sport Uno e in live streaming su SkyGo e NowTV. Su TV8, invece, trovate la differita disponibile dalle 17:00. Cliccate qui se volete seguirla direttamente dal vostro dispositivo.

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