
Studenti internazionali negli USA: revoche di visti e paura di viaggiare. Cosa sta succedendo?
Negli ultimi mesi, migliaia di studenti internazionali negli USA hanno dovuto affrontare una realtà preoccupante: la revoca improvvisa del loro status legale di soggiorno. Oltre 4.700 record SEVIS (Student and Exchange Visitor Information System) sono stati terminati a partire dalla fine di marzo, secondo quanto riportato dall’agenzia Associated Press, in molti casi senza una comunicazione chiara o preventiva.

Il visto F-1, riservato agli studenti stranieri che frequentano università, scuole superiori o programmi linguistici accreditati negli Stati Uniti, è diventato improvvisamente oggetto di una sorveglianza molto più rigida. Le revoche sembrano derivare da interpretazioni più strette delle regole, con infrazioni che in passato sarebbero state trattate con maggiore tolleranza — come brevi periodi di inattività accademica, viaggi internazionali non notificati o documentazione giudicata incompleta — che ora vengono usate come base per espulsioni immediate.
USA: università in allerta, studenti bloccati
Di fronte a questa situazione, diverse università, tra cui la prestigiosa UC Berkeley, hanno emesso avvisi interni per scoraggiare gli studenti internazionali dal lasciare il paese durante l’estate, a meno che il viaggio non sia strettamente necessario. Gli studenti che si allontanano dagli Stati Uniti, infatti, rischiano di non poter rientrare a causa della revoca del visto o di nuovi ostacoli all’immigrazione al momento del reingresso.
Alcuni hanno scoperto la cancellazione del loro status solo dopo essere stati fermati in aeroporto o dopo aver ricevuto comunicazioni formali settimane dopo la presunta infrazione. Il Dipartimento della Sicurezza Interna ha in parte fatto marcia indietro in seguito alla pressione legale, riabilitando alcune posizioni, ma nel frattempo ha anche ampliato le ragioni valide per future revoche. «È come camminare sulle uova», ha detto uno studente indiano alla AP. «Anche un errore minore o una dimenticanza burocratica può significare la fine del mio percorso di studi qui».

Un altro studente ha invece affermato: «Probabilmente salterò questa parte per… avere il minor numero possibile di interazioni con i governi». La scorsa settimana l’Università della California, Berkeley, ha emesso un avviso in cui affermava che i futuri viaggi internazionali erano rischiosi a causa di “misure di controllo rigorosi“. Secondo un’analisi delle dichiarazioni universitarie, della corrispondenza con i funzionari scolastici e dei verbali dei tribunali condotta dall’Associated Press, da fine marzo ad almeno 1.220 studenti di 187 college, università e sistemi universitari è stato revocato il visto o il loro status legale.
Un clima ostile che scoraggia i talenti internazionali
Negli Stati Uniti vivono attualmente circa 1,1 milioni di studenti internazionali, che contribuiscono significativamente all’economia delle università e al panorama culturale e accademico del paese. Tuttavia, questo clima crescente di ostilità e incertezza potrebbe scoraggiare molti futuri candidati. Già si registrano casi di studenti che stanno riconsiderando la loro permanenza negli USA, oppure che optano fin da subito per paesi come il Canada, l’Australia o alcuni stati europei, ritenuti più prevedibili e accoglienti in termini di politica migratoria e stabilità legale.
Gli avvocati specializzati in immigrazione e i consulenti accademici raccomandano agli studenti una prudenza estrema, suggerendo di evitare qualsiasi spostamento internazionale nei prossimi mesi e di conservare tutta la documentazione relativa al proprio status.

Mentre l’amministrazione statunitense sembra voler rafforzare i controlli sul rispetto delle regole tra studenti stranieri, molti esperti temono che queste politiche possano avere un effetto boomerang sull’attrattività del sistema universitario americano. La reputazione delle università statunitensi, storicamente considerate tra le migliori al mondo, rischia di essere compromessa se l’ambiente diventa sempre più difficile da navigare per studenti provenienti dall’estero.
Le istituzioni accademiche, da parte loro, chiedono un dialogo più trasparente con le autorità federali e una maggiore flessibilità, sottolineando come la diversità culturale e la presenza internazionale rappresentino una risorsa insostituibile. Se quindi paesi come l’Italia cercano di bloccare la fuga di cervelli da parte di giovani italiani costretti ad andare all’estero per vivere un futuro dignitoso e con uno stipendio che permettere di vivere decentemente, gli Stati Uniti si trovano il problema quasi opposto, cercando di non far tornare i giovani stranieri che vogliono studiare negli USA.
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Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e studentessa di Didattica dell'Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty