5 problemi di attualità per farti sentire un imbecille per piagnucolare per un remake della Disney

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Le avete viste le testate nazionali parlare del Biancaneve politicamente corretto? Avete visto le testate internazionali piagnucolare perché hanno fatto qualche modifica a uno dei cartoni oggettivamente più sessisti e discriminatori della Disney? Ma con che coraggio in un momento storico in cui ci troviamo in crisi climatica, economica, inflazione, con studenti che si suicidano a causa dello stress e dell’ansia, con discriminazioni, violenze sessuali, con giornalisti che non sanno come scrivere e parlare di determinati argomenti… Parliamo di un cartone della Disney solo perché non ci sono i “sette nani” che vivono in una caverna e vengono descritti come dei bambini?

«Biancaneve e i sette… Compagni politicamente corretti?» ha scritto come titolo il Daily Mail, condividendo quelle che dovrebbero essere le prime foto della produzione, ma che in realtà, parole della Disney, sono “fuorvianti“, in primis perché l’attrice che si vede nei panni della protagonista, non è esattamente Rachel Zegler. «Le foto sono fake e non di nostra produzione. Attualmente stiamo cercando di fare in modo che il Daily Mail emetta una correzione», ha detto un portavoce della Disney. Ma guarda un po’! Dei giornali che postano notizie facendo partire uno scandalo assurdo, e poi le foto risultano fake. Incredibile quanto il giornalismo sia caduto in basso.

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Non è comunque la prima volta che Biancaneve è al centro della polemica del politicamente corretto, ma in quel caso fu principalmente colpa dei media italiani che evidentemente non conoscono abbastanza la lingua inglese e hanno deciso di creare un drama letteralmente sulla recensione di un’attrazione di Biancaneve di Disneyland. Quella vicenda fu esattamente la testimonianza di come il giornalismo italiano preferisca un paio di views in più a una notizia completa, e come agli italiani, politici compresi, basti vedere una notizia che gli fa comodo per cascare in qualsiasi tranello.

Ma la realtà fuori è completamente diversa. Quando apriamo la finestra, o usciamo dalla nostra bolla in cui il problema più grave è una Biancaneve senza un principe azzurro o con i sette nani che non sono nani, ci rendiamo conto che fa un caldo bestiale, che il governo pretende che facciamo figli ma non ci dà il salario minimo per almeno avere una dignità lavorativa, che i giovani si suicidano a causa di docenti che hanno dimenticato come essere umani, che ci sono episodi di omofobia e che le donne se stuprate da un uomo nero, sono innocenti, ma se lo stupratore è bianco e ricco, allora cambia tutto.

Oltre Biancaneve: 5 problemi che sta affrontando l’Italia

L’omofobia

Sì, inizio proprio con l’omofobia anche se sei uno di quelli convinto che non esista l’omofobia in Italia, è un’invenzione della sinistra, e poi ognuno può fare quello che vuole basta che non lo faccia davanti a me, però se quell’ognuno sono un uomo e una donna non ti metti a piangere, se invece sono un uomo e un uomo ti preoccupi dei bambini e ne fai un caso nazionale, se sono due donne… Beh potresti anche guardare un po’ e goderti lo spettacolo.

Tipo quelli che si lamentano dei bambini che potrebbero essere plagiati se vedono un arcobaleno in una serie tv Netflix, ma poi gli fanno vedere 365 giorni che letteralmente si apre con un deep throat o ancora Squid Game.

Sapevate che due giorni fa a Bari tre persone sono stata aggredite da dei ragazzini con delle pietre? «Nonostante le urla, con l’intento di attirare l’attenzione di qualcuno in cerca di aiuto, il personale della pizzeria uscito dal locale, nonostante avesse piena visuale della scena è rimasto completamente indifferente, limitandosi a guardare. Tanto che l’aggressione è proseguita per tutto il nostro tragitto fino al lungomare, in un tentativo di seminarli in qualche modo. Ovviamente tutto ciò, anche a danno di veicoli in sosta che venivano colpiti a loro volta», racconta il collettivo Bari Pride su Instagram.

«Arrivati a Largo Eroi del mare, nonostante la presenza di famiglie, adulti e vari passanti, nessuno ha fatto nulla, nemmeno una parola. Sebbene sia stato proprio qui che alla mia domanda ‘posso chiedervi perché lo state facendo?’ è stata urlata in risposta da uno di questi ragazzini ‘perché siete ric*hioni’. Siamo tremendamente amareggiati oltre che dalla violenza di questo gruppo di ragazzi, soprattutto dalla indifferenza delle diverse persone che hanno assistito all’accaduto e si sono limitate semplicemente a guardare, nonostante fosse palese il nostro bisogno di aiuto».

Ma il problema è Biancaneve.

La crisi climatica

Ti dico un segreto: questo non è il solito caldo estivo. Un caldo del genere in Italia non c’è mai stato, e siamo solo a metà luglio, e a livello globale in diverse zone è anche peggio. Solo la scorsa settimana in alcune zone della Sicilia e della Sardegna sono stati raggiunti sulla superficie 47 gradi, e probabilmente nei prossimi giorni le temperature saranno persino più alte. Eppure dal governo non arriva niente, oppure arriva troppo poco. Nessuno si preoccupa di questa crisi climatica e se c’è qualcuno che cerca di portare l’attenzione tramite scioperi o manifestazioni, gli viene persino dato contro.

«La crisi climatica ha la propensione a creare molti percorsi meteorologici irregolari. È un fatto che il clima stia cambiando, e stia cambiando rapidamente. È anche un fatto che le temperature stiano aumentando. Abbiamo avuto i 4 giorni più caldi mai registrati proprio la settimana scorsa», ha dettoil vice presidente della Commissione con delega al clima, Frans Timmermans in occasione dell’EU Day for the Victims of the Global Climate Crisis, tenutasi il 13 luglio di quest’anno. Ha continuato poi:

«Vediamo persone morire a causa dello stress da caldo. Vediamo terre agricole che spariscono per questa ragione, e persone che fanno la fame. Vediamo anche incendi che causano morti. Il caldo eccessivo ha un impatto enorme sulle società. Ogni volta che ci sono periodi di caldo estremo aumenta la violenza di genere. E tutte questi aspetti sono legati al fatto che il clima sta cambiando».

Ma il problema è Biancaneve.

La crisi economica

Insisterò fino alla morte per pretendere il salario minimo. Lo scorso anno la Germania ha deciso di aumentare il salario minimo a €12 all’ora, e quindi si aprì la discussione anche in Italia, unico paese del G20 dove, ricordiamolo, lo stipendio negli ultimi tre anni anziché aumentare è diminuito. La scorsa settimana poi il report di OCSE ha evidenziato come in Italia i salari erano già calati del 7% con la pandemia, ma poi nel primo trimestre di quest’anno siamo arrivati al 7,5%. E pretendono che facciamo figli e li cresciamo forse con qualche preghiera e un amen.

Avete mai letto in un post di un Simone Pillon che piagnucola sempre sui bambini, sull’aborto o sulla temibile ideologia gender, qualcosa su come spronare i giovani a creare una propria famiglia? Perché è facile dire “i giovani non fanno figli“, ma non è tanto semplice rispondere alla domanda: perché i giovani non fanno figli? Veniamo sottopagati, oppure non riusciamo a trovare un lavoro o un lavoro nel nostro settore che ci renda anche felici (non in Italia, almeno, e quindi potremmo parlare anche della fuga dei cervelli). E ancora spesso non riusciamo neanche a trovare una casa da affittare, figuriamoci una da acquistare per crescere dei figli.

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Vogliamo anche parlare della carta “Dedicata a te” del governo Meloni che vorrebbe sostenere la spesa per le famiglie a basso (è il caso di dire bassissimo) reddito, con un nucleo familiare di almeno 3 persone, escludendo così di fatto vedove, single e anziani in generale? Una carta che comunque avrà una spesa di 382,50 euro che potrà essere utilizzata per beni di prima di necessità, generi alimentari nella fattispecie, che però esclude prodotti come, ad esempio, il sale. Tra l’altro, il nostro governo sa quanto costano i pannolini, i detersivi o il sapone?

Ma il problema è Biancaneve.

La violenza di genere

Oh sì, assolutamente sì. Parlerò anche degli stupri e di come in Italia se una donna viene stuprata da un uomo nero (o da un figlio di un politico di sinistra/pseudo sinistra) diviene una vittima assoluta, creduta ancor prima di un processo.

Ma se a essere accusato di stupro è un uomo bianco, e magari anche ricco, e magari anche figlio del Presidente del Senato, allora la situazione cambia. Allora lei è assolutamente una drogata, o un’alcolizzata, o anche ingenua perché se vai a casa di qualcuno cosa ti aspetti? Che non ti stupri? Ma come puoi pensare una cosa del genere? Mica viviamo nel 2023 e ci si aspetta il consenso da parte della persona con cui voglio fare sesso.

E vogliamo parlare anche di come non si sappia parlare di femminicidio? Ovviamente non possiamo non citare il caso di Carol Maltesi, la donna che è stata brutalmente uccisa con diverse martellate, poi messa in un congelatore e fatta a pezzi, per poi esser gettata in dei sacchi di spazzatura come se non fosse una persona che merita rispetto, come se non avesse un valore? Quando si parla di Pamela Mastropietro, altra donna violentata, uccisa e fatta a pezzi, lo si fa con rabbia (com’è giusto che sia!), perché l’assassino è un uomo nero. Ma l’assassino di Carol Maltesi è un uomo bianco che, secondo il giudice, si è “usato dalla giovane e disinibita Carol“.

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Perché Carol Maltesi era una sex worker, lavorava nel mondo del porno. E il suo assassino, che «si sentì usato, era innamorato perdutamente», è un uomo bianco che non merita minimamente l’ergastolo. Carol Maltesi era diventata una figura essenziale nella sua vita, in quanto gli aveva permesso di superare la solitudine che aveva provato in passato e di vivere in modo finalmente diverso e gratificante. La prospettiva di perdere tutto ciò si rivelò insopportabile per Fontana. E quindi lui l’ha uccisa. Anche se il giudice diceva che l’amava. Ci rendiamo conto che in un certo modo si sta giustificando il femminicidio dando la colpa alla vittima?

Ma il problema è Biancaneve.

L’università

Personalmente mio punto preferito perché sono stata la prima e per fortuna non l’ultima a parlare di salute mentale nell’ambito dell’università. Sempre più studenti universitari si suicidano a causa del proprio percorso di studi, a causa di docenti che hanno dimenticato cosa significhi essere studenti, o ancora peggio, cosa significhi essere umani. Vessazioni, insulti, programmi di studio vecchissimi, e vorrei anche far notare come il Ministro dell’Università e della Ricerca abbia ben pensato di far pagare dai €2000 ai €2500 per diventare insegnare, praticamente più dello stipendio che potremmo mai ricevere. Come se già non pagassimo tasse universitarie, alloggi e spese.

Ne ho parlato così tante volte che temo di essere ripetitiva, ma ogni volta che si suicida uno studente sento di dover scrivere, di dover urlare, di far sentire la mia voce e soprattutto le grida silenziose di quegli studenti che non sono riusciti a farsi ascoltare, o forse che non hanno voluto perché temevano il giudizio di una società che ha ancora residui delle generazioni precedenti che pretendevano che tutti dovessero essere perfetti, in salute e chi osava avvicinarsi a uno psicologo era un matto da evitare.

Ogni volta che uno studente si toglie la vita e nella sua lettera d’addio parla dell’università, io capisco che c’è un serio problema nella nostra società e nella nostra università. Ma non lo capisce la ministra dell’Università, che continua a stare in un imbarazzante e terrificante silenzio.

Alla fine dello scorso mese, all’università di Lecce una docente è stata sospesa per aver vessato i propri studenti. «Il 24 gennaio, si tiene l’appello di lingua e letteratura latina in Unisalento, come i precedenti appelli la maggior parte di studenti e studentesse viene bocciata, non prima di aver ricevuto numerosi insulti da parte degli esaminatori», si è letto nella lettera scritta dall’Unione degli Universitari indirizzata al MIUR e al rettore dell’Università. È terrificante la testimonianza al Corriere della Sera da parte di una studentessa della docente:

«Sostenni l’esame quattro volte, con la tesi già scritta. La prima, nell’estate 2021, dovetti ritirarmi. La prof iniziò subito a gridare, perché tardai a condividere lo schermo del pc: «Incapace», «non capisci nulla». Mi chiese di mettermi spalle al muro, lontano dal pc, ma continuò a sbraitare quando le dissi che non riuscivo a leggere. Iniziai l’esame seduta, ma lei borbottava mentre cercavo di leggere e tradurre. Mi ritirai, così era impossibile continuare.

[Seconda volta, ndr.] sempre online, fui bocciata. Chiesi di anticipare l’esame per svolgere alcuni accertamenti clinici e accettò. Durò mezzora, fui impeccabile, ma poi mi accusò di ricevere suggerimenti dalle cuffie che indossavo. Iniziò ad urlare ed insultare, io cercai di mantenere la calma. Avendo seri problemi di salute, le dissi che fregarla era l’ultimo dei miei pensieri, ma rispose “a me, dei tuoi problemi di salute, non me ne frega un cazzo” e mi bocciò. La mandai a quel paese e chiusi il pc. [Terza volta, ndr.] rifiutò di farmi sostenere l’esame online. Era un mio diritto, poiché affetta da patologia autoimmune, che mi espone a serie conseguenze in caso di contagi, rischi di ictus e trombosi, con crisi epilettiche pluriquotidiane. L’unico modo per sostenere l’esame sarebbe stato ricevere le scuse scritte di mia madre: a suo dire, era stata lei a mandarla a quel paese, ma non era in casa.

Mia madre gliele porse ma solo “per consentire a mia figlia di sostenere l’esame”. Nonostante l’Asl consigliasse nel certificato di evitare qualsiasi allontanamento dal mio domicilio a causa di un peggioramento della sintomatologia, pretese l’esame in presenza. Svenni dopo 5 minuti. Solo allora capì la gravità e si scusò con mia madre: “Non pensavo fosse vero”. Dopo qualche giorno superai l’esame con 25».

Però voi continuate a pensare a Biancaneve e al politicamente corretto.

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