Il sindacato studentesco Sinistra Universitaria – Udu Perugia, ha denunciato il tentativo dell’insediamento dell’università privata Link Campus University nel territorio dell’Umbria, in quanto ritengono che l’università e la formazione dovrebbe essere accessibile a tutti. Preoccupante anche «il rapporto tra le università private e la destra umbra: la famiglia Polidori, magnati del settore e tra i principali finanziatori della Lega (partito di Tesei, Presidente della Regione) si sta impadronendo dei media umbri». Quindi c’è «il rischio concreto e che li voglia usare per raggiungere i suoi scopi e per spalleggiare la destra umbra».
Nel comunicato stampa, i rappresentati degli studenti fanno sapere che lo scorso 16 gennaio «la Link Campus University, un’università privata, ha proposto l’accreditamento di due corsi di laurea presso la sede che vorrebbero istituire a Città di Castello (economia aziendale e scienze e tecnologie erboristiche)». Fortunatamente, la proposta è stata respinta grazie al decisivo voto negativo della rappresentante degli studenti di UDU Perugia Elisabetta Canepuccia, pari a quello del Rettore di UniStraPg e opposto a quello della Regione Umbria. UniPg, invece, è stata esclusa dalla votazione per conflitto d’interessi.
La differenza fra università pubbliche e telematiche
Tuttavia, la questione non si può concludere qui. L’università e l’istruzione deve essere pubblica e accessibile a tutti. Il problema delle università private e telematiche è stato ampliamente affrontato dalla giornalista Piera Anna Franini in un articolo dello scorso dicembre: «gli studenti delle università telematiche erano 40mila nell’anno accademico 2010-11, sono diventati 94mila nel 2017-18, con un exploit nel 2020-21 dove hanno toccato quota 185mila: più del 10% della popolazione studentesca universitaria che ad oggi è pari a 1.838.695».
Le università telematiche sono università private, in quanto non statali e legalmente riconosciute e abilitate a rilasciare dei titoli equipollenti a quelli degli atenei classici e pubblici. Ma per molti ricercatori e universitari classici, le telematiche non sono alla pari delle università in presenza: «[…] università tradizionali, università telematiche, Its e academy sono quattro realtà ben distinte, non confondiamole l’una con l’altra. Ben vengano tutte le occasioni in cui si fa formazione, ma dobbiamo essere chiari nella comunicazione evitando di fare pubblicità ingannevole», afferma Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano e presidente della Crui (Conferenza dei Rettori delle Università italiane).
C’è anche da dire che nelle università telematiche e private, gli studenti sono molto più seguiti. Lo spiega Enzo Siviero, rettore di eCampus: «I nostri studenti sono più accuditi che nelle università tradizionali. Professori e assistenti sono tenuti a rispondere ai quesiti degli studenti al massimo entro 48 ore, c’è una piattaforma specifica per questo. Con l’app eCampus Club, inoltre, si entra in contatto con gli altri studenti». Questa, tuttavia, dovrebbe essere una critica alle università pubbliche e ai docenti che fanno attendere settimane gli studenti per una risposta. Rispettare gli studenti dovrebbe essere un dovere, a prescindere da quanto pagano.
Il problema dell’università privata a Perugia
E dopo avere sedi in tutta Italia, le università private e telematiche tentano di insediarsi anche nel territorio umbro. «La Link Campus University è di proprietà della famiglia Polidori, magnati delle università private (sono fondatori e patron di CEPU e di E-Campus)», scrivono nel comunicato stampa i rappresentanti della Sinistra Universitaria di Perugia, aggiungendo anche che Francesco Polidori, piano piano, sta acquistando i media Umbri. La giornalista Gabriella Mecucci ha scritto per Passaggi Magazine un interessante articolo sul “gruppo editoriale” di “Mister Cepu“.
«Tutto è iniziato col Corriere dell’Umbria e i Corrieri toscani del gruppo Tosinvest, venduti dagli Angelucci a mister Cepu per la cifra di 900mila euro. I quotidiani comprati vivono da tempo una seria crisi, ma Polidori – se vuole – ha liquidità più che sufficiente a rilanciarli. Mancherebbe solo un pezzo: l’informazione online. Ma i contatti sono già iniziati. Se non andranno in porto si potrà sempre investire sul sito del Corriere dell’Umbria, da tempo semi abbandonato. Quando tutte le operazioni saranno concluse, mister Cepu conquisterà una netta supremazia sull’informazione regionale».
Preoccupante è anche il rapporto di Polidori con la Regione Umbria. Scrive Mecucci: «Coltiva buoni rapporti con Donatella Tesei e Paola Agabiti che gli avrebbero consigliato di acquistare il Corriere dell’Umbria. Sua cugina Catia Polidori è da tempo parlamentare di Forza Italia, rieletta anche nelle consultazioni politiche del 25 settembre. Il Monte Finanziario Europeo, di proprietà dei figli di Francesco Polidori, è stato poi uno dei più generosi finanziatori della recente campagna elettorale della Lega. Tutto questo – completamente legittimo – autorizza a pensare che mister Cepu voglia creare un gruppo editoriale in grado, all’occorrenza, di spalleggiare il centrodestra».
Il progetto di portare Link Campus University a Città di Castello (PG) «stabilirebbe una linea di continuità fra università privata, formazione, mondo dell’informazione e politica: un esperimento interessante ma non privo di più di un rischio». E per questo gli studenti di Udu Perugia hanno deciso di non stare in silenzio davanti alla Regione che si è «espressa a favore dell’accreditamento di uno dei corsi, porta a pensare che Polidori voglia sfruttare il gruppo editoriale che sta creando per supportare la destra e per perseguire i suoi scopi, a danno innanzitutto dell’università pubblica».
La denuncia della Sinistra Universitaria – Udu Perugia
Margherita Esposito, Coordinatrice della Sinistra Universitaria – Udu Perugia, afferma che «il sapere è un diritto di tutti». «Come riporta la delibera del CRU, i corsi di studio proposti da Link Campus non rappresentano una prospettiva di crescita e di sviluppo concreti per il territorio, considerata l’offerta formativa attivata e già consolidata da UniPG in relazione ai settori-scientifico disciplinari coinvolti; inoltre, come sindacato studentesco ribadiamo la nostra contrarietà all’insediamento di atenei privati sul nostro territorio».
Per la coordinatrice, solamente l’università pubblica può garantire un sapere e un’alta formazione accessibile a tutti, «anche a chi è colpito da disuguaglianze socio-economiche e che senza le misure di diritto allo studio dello Stato, che vanno certamente potenziate e ampliate, non potrebbe accedere alla carriera accademica, col risultato che nel nostro paese
l’ascensore sociale sarebbe del tutto fermo. Le università private invece operano una selezione che si basa soprattutto sul reddito e sul patrimonio individuale, indicatori che se sono alti permettono di accedere a opportunità notevolmente maggiori».
Infine, conclude affermando che «il sistema delle università private sia un mezzo che i ceti alti usano per conservare la propria posizione da una generazione all’altra: garantendo un accesso limitato, giustificato da una millantata ricerca dell’eccellenza, e investendo ingenti risorse economiche su tali istituti, la classe dominante riesce a perpetuare la propria egemonia culturale, a controllare la mobilità sociale e a influenzare la formazione ideologica delle future classi dirigenti».
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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