No, non sono fancazzisti, né scansafatiche, tantomeno vogliono barare agli esami. Sono semplicemente degli studenti che negli ultimi due anni si sono resi conto dei vantaggi della dad a livello economico come di spreco di tempo, che non vogliono togliere nulla a nessuno ma vogliono semplicemente avere la possibilità di scegliere e di non fare un passo indietro. Sono universitari, studenti delle superiori, uniti in una lotta collettiva contro il sistema scolastico e universitario che è fermo al secolo scorso, e non parlo solo di dad, didattica mista o in presenza, ma proprio di argomenti d’esame e valutazione.
Io sono in Erasmus, è il mio secondo Erasmus quindi ho avuto modo di conoscere come si studia all’estero e no, non solo come studentessa Erasmus ma anche ascoltando i racconti di chi studia ogni giorno. Ho visto docenti umani, sorridere e trasmettere la propria passione agli studenti. Ho visto docenti comprendere i problemi psicologici e andare incontro allo studente in modo che all’esame possa dare il meglio di sé, e non il peggio in modo che continui a studiare per dare soldi all’università, senza però tenere in conto come una bocciatura grava sulla sua autostima. Ho visto un’università migliore.
Ma non sono qui per parlare di professori o del sistema universitario (che in Italia è davvero fermo al secolo scorso, e non è una novità), sono qui per dar voce agli studenti universitari che, a metà semestre, si sono trovati un annuncio del rettore che avvisava del ritorno in presenza. A metà semestre, da un giorno all’altro, senza possibilità alcuna di scelta. Ma voglio ascoltare anche le parole degli studenti delle superiori che dopo due anni di didattica a distanza, in cui non tutti sono riusciti ad apprendere o comunque a coprire tutto il programma di studi, si troveranno a dover fare degli esami di maturità che non sono pronti ad affrontare.
In nessuno dei casi, è colpa degli studenti. Quello che il ministero dell’istruzione probabilmente non comprende, è che non è colpa degli studenti se si sono trovati ad affrontare una pandemia. Eppure i professori universitari hanno reso gli esami ancora più impossibili da superare e nelle scuole molti docenti non sono riusciti (neanche per colpa loro) a completare il piano di studi. Ovviamente ci sono le eccezioni, ci sono degli studenti che avevano la possibilità di studiare e imparare qualcosa e non l’hanno fatto, e dei docenti che sono stati umani e hanno compreso le difficoltà psicologiche degli studenti, andando loro incontro. Ma quanti sono?
Le parole degli studenti universitari e delle superiori
Gli universitari
Iniziamo dagli studenti delle università. Non si chiede di tornare completamente in dad, ma semplicemente di continuare con la didattica mista, se non per sempre, almeno fino alla fine del semestre, in modo che gli alunni, le persone, abbiano il tempo di trovare un alloggio o comunque di organizzarsi per i bus (perché non tutti vivono nella città in cui studiano, esistono i pendolari che devono svegliarsi alle 5 e tornare a casa alle 20). Quindi, cari universitari che vanno contro chiunque voglia la dad, ricordate che non tutti hanno la vostra fortuna, non tutti abitano vicino all’università, non tutti hanno i soldi per l’affitto. L’intelligenza sta anche nell’empatia.
Ma si chiede quindi di continuare con la mista per sempre, perché in questo modo chi ha la necessità di andare in presenza perché con la dad non riesce a concentrarsi, perché si distrae, perché i professori sono troppo anziani e non sono capaci di usare il pc in modo decente, può farlo, e chi invece preferisce la dad perché gli permette di alzarsi a un orario in cui è già sorto il sole, di mangiare prima delle 14 e poi avere persino le forze di studiare, può seguire da casa. Poi per gli esami si potrebbe anche andare in presenza, se il problema è «gli studenti copiano».
Voglio anche aggiungere che ci sono tantissimi casi di persone che vorrebbero la didattica mista per sempre, che lo desiderano perché per poter studiare, devono per forza lavorare, e seguendo online hanno la possibilità di registrare le lezioni e quindi riuscire a preparare con più facilità l’esame, proprio come chi non ha problemi economici e quindi può semplicemente studiare senza doversi stressare con lavori sottopagati. Ci sono persone che hanno una famiglia a cui badare e che quindi non possono permettersi di frequentare ogni giorno, perdendo ore sui mezzi pubblici costantemente in ritardo. Sono persone che semplicemente chiedono a un sistema di andare incontro alle loro necessità, di essere al passo con i tempi. È così strano?
«Comunque io non capisco questa ostinazione a tornare di forza alla didattica in presenza quando anche solo avere quella mista con la possibilità di fare dad sarebbe COMODISSIMO?? se non un palese passo verso il futuro ma ovviamente è chiedere troppo alle università italiane», scrive un utente su Twitter. Un’altra invece riconosce la bellezza dell’università in presenza, tuttavia c’è il problema economico: «comunque!! molto bello andare in università in presenza sobs mi sono divertita e ho rivisto (nome di una sua conoscenza che censuriamo per privacy) dopo mesi… peccato che tra una cosa e l’altra mi partirebbero 13 euro al giorno di viaggio e quindi non posso andarci sempre».
Perché, sì, dietro la bellezza dell’esperienza della didattica in presenza, ci sono non solo i prezzi degli affitti che sono stellari per vivere in un buco, ma anche quelli dei mezzi. Io sono pugliese, di Brindisi. Per andare a Bari devo pagare €9,00 di biglietto, sola andata. Quando ho iniziato l’università il biglietto costava €8,40. E mi devo spostare nella stessa regione, immaginate chi va fuori (in realtà, per andare a Reggio Calabria a volte mi basta aggiungere 5 euro in più con il Super Economy, mentre con Flixbus con 90 centesimi in più arrivo a Roma, quindi più o meno).
In ogni caso ricordiamo che non si chiede il ritorno alla dad, ma semplicemente la possibilità di scegliere. È tanto strano? E no, per l’amor del cielo, non rispondete con «allora iscriviti a una telematica» perché siete degli studenti universitari, dovreste almeno sapere la differenza o comunque informarvi prima di aprire bocca. L’università telematica si paga un occhio della testa e non tutti possono permettersela, quindi la pubblica (che poi non costa neanche poco e spesso le borse di studio neanche arrivano perché sono troppo poche) è l’unica scelta.
Vi facciamo anche sapere che a riguardo ci sono diverse petizioni per ogni università, quindi eventualmente potreste rivolgervi ai rappresentanti della vostra sede e chiedere informazioni. In questo link invece trovate quella che riunisce tutte le università d’Italia, v’invito a firmare per sostenere tutti gli studenti. La petizione funge da sostegno, invece se volete dare un vero e proprio contributo, dovete compilare questo form.
Poi prendere questa decisione in mezzo al semestre è veramente scorretto, soprattutto per i fuori sede, i pendolari, gli studenti lavoratori. Boh, davvero, è vero che tutti vogliono ritornare ma la dad ha comunque agevolato molti quindi lasciassero almeno la scelta agli studenti
— Stef⁷ ☂️ (@njmdaredevil) October 21, 2021
Gli scolari
Passiamo adesso agli studenti delle scuole superiori, che non vogliono tornare in dad, ma chiedono semplicemente di modificare l’esame di maturità e svolgerlo come quello dei coetanei dello scorso anno, senza gli scritti e con un orale. Tralasciando anche che l’esame di maturità ha dei pro come dei contro, sebbene tra i pro ci sia principalmente “prepararti agli esami universitari” ma sinceramente io non ho mai trovato alcuna somiglianza fra questi. In ogni caso, leggiamo direttamente dalla loro petizione.
Noi studenti maturandi chiediamo l’eliminazione delle prove scritte all’esame di maturità 2022, poiché troviamo ingiusto e infruttuoso andare a sostenere un esame scritto in quanto pleonastico, i professori curricolari nei cinque anni trascorsi, hanno avuto modo di toccare con mano e saggiare le nostre capacità. Inoltre abbiamo passato terzo e quarto anno in DAD, penalizzandoci, distruggendo parte delle nostre basi che ci sarebbero dovute servire per l’esame. L’ulteriore stress di un’esame scritto remerebbe contro un fruttuoso orale indispensabile come primo passo verso l’età adulta. Sicuri di un suo positivo riscontro le porgiamo i più cordiali saluti.
Al momento la petizione conta quasi 12k firme, e molti hanno lasciato un commento. Veronica Filippini scrive: «Penso che sostenere degli scritti dopo due anni di DAD sia poco logico perché non abbiamo potuto esercitarci quanto basta sulla scrittura. Perché gli altri ragazzi reduci dalla pandemia sono stati agevolati e noi che abbiamo fatto terza e quarta online non dovremmo esserlo allo stesso modo?». È una domanda più che logica, poiché fare delle verifiche in dad non è come farle in presenza, e la colpa non è degli studenti, ricordiamolo.
Emanuela Bonifacio invece scrive: «Abbiamo frequentato parte del 3° anno e quasi tutto il 5° in Didattica a Distanza. Firmo perché ripristinando la vecchia modalità di esame ci metterebbe estremamente in difficoltà. Dopo due anni di esami con questa nuova modalità…perché non continuare in questo modo pure per noi che siamo stati penalizzati quanto gli altri?». Non voglio leggere neanche un “non sapete ancora quali sono le difficoltà della vita“, perché a 18 anni non lo sapevate neanche voi, e questi ragazzini non hanno avuto modo neanche di provare a fare un esame scritto. Io ricordo che prima della maturità facevamo più volte le “prove degli esami”.
Problemi diversi, ma persone simili: persone, studenti, che vogliono essere ascoltati da un sistema che per due anni ha dimenticato delle giovani menti (in particolare quelle universitarie che durante le conferenze di Conte neanche venivano nominate). Non siamo una generazione di fancazzisti che non vuole far nulla, siamo la generazione che ha provato le difficoltà di studiare in una pandemia, con la paura, l’ansia, lo stress raddoppiati, nel periodo più delicato della nostra vita. Se non volete comprenderci perché avete dimenticato cosa significhi avere la nostra età, almeno state in silenzio.
E se avete la nostra età e non volete lottare insieme a noi perché vi trovate bene con la didattica in presenza, almeno non andateci contro, perché se ci attacchiamo fra di noi, nessuno ci ascolterà mai. Perché se non provate empatia nei confronti di persone coetanee in difficoltà, non siete “superiori” a noi, siete solo delle persone insensibili e meschine. Vi ricordo la petizione dell’anno scorso sulla maturità #nomaturità21: due chiacchiere con Dafne, una delle menti della petizione e anche i pro e i contro della didattica a distanza (DAD o non DAD, questo è il dilemma).
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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