Putin ha firmato una legge che vieta ufficialmente l’omosessualità

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Non pensavamo che potesse andare peggio, e invece Vladimir Putin ha firmato un disegno di legge che estende la tristemente celebre legge contro la propaganda LGBTQI+, che dal 2013 è in vigore per “proteggere i minori” ma che adesso è ampliata a tutta la popolazione russa. La legge rende ufficialmente illegale diffondere “propaganda” su “rapporti sessuali non tradizionali” su tutti i media, inclusi social, pubblicità e film. In altre parole, sarà vietato persino dire gay.

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La situazione in Russia non è delle migliori. Pensiamo, ad esempio, a come il patriarca Kirill abbia giustificato l’invasione dell’Ucraina dicendo che «se l’umanità riconosce che il peccato non è una violazione della legge di Dio, se l’umanità concorda sul fatto che il peccato è una delle opzioni per il comportamento umano, allora la civiltà umana finirà lì», ha continuato. «[Le parate omosessuali] sono progettate per dimostrare che il peccato è una delle variazioni del comportamento umano». Come se poi l’Ucraina fosse un Paese LGBT-Friendly.

«Ecco perché per entrare nel club di quei paesi è necessario organizzare una parata del gay pride. Non per fare una dichiarazione politica ‘siamo con te’, non per firmare accordi, ma per organizzare una parata gay. E sappiamo come le persone resistono a queste richieste e come questa resistenza viene repressa con la forza. Ciò significa che si tratta di imporre con la forza un peccato condannato dalla legge di Dio, e quindi, di imporre con la forza alle persone la negazione di Dio e della sua verità», ha detto nella stessa omelia.

Non solo questo, ovviamente. In Russia le persone LGBT non sono viste come delle persone normali, non hanno dei diritti e sono considerati come una mera ideologia. Nel 2020, dopo che nel 2013 era stata approvata una legge che proibisce la distribuzione di materiale propagandistico a sfondo omosessuale ai minori di 18 anni, Putin affermò che «finché ci sarò io, in Russia il matrimonio gay non sarà mai legale».

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Nel 2021, poi, ha proprio modificato la Costituzione, vietando ufficialmente il matrimonio egualitario, le adozioni per le persone transgender e definendo la “fede in Dio” come valore fondamentale del Paese. Sempre lo scorso anno, i gruppi LGBT sono stati riconosciuti come estremisti, e poi hanno anche definito come “agenti stranieri” (in modo da averli più sotto il proprio controllo) Russian LGBT Network e cinque avvocati attivisti di Team 29. E poi vi ricordo il programma russo inaugurato lo scorso maggio “Non sono gay“, che si basa su come «trovare un gay nel nostro Paese è come trovare un lavoro al McDonald’s. Esistono sicuramente, ma sono pochissimi e tutti li conoscono».

Putin e la nuova legge omofoba in Russia

Il presidente russo Vladimir Putin ha intensificato la sua repressione omofoba, firmando una nuova legislazione che vieta l’espressione pubblica dell’identità LGBT nel paese. La nuova legge rende illegale diffondere “propaganda” su “rapporti sessuali non tradizionali”  nei media, nella pubblicità, nei film o sui social media. Pensate, tra l’altro, che questa legge è passata alla Duma, ovvero il parlamento russo, con 397 voti contro 0 il 24 novembre scorso. La legge infatti già esisteva e aveva lo scopo di promuovere quelli che il Cremlino definisce “valori russi tradizionali“.

Viene anche inasprita la censura relativa alla pubblicità che non può contenere delle allusioni a dei rapporti o preferenze sessuali, ovviamente sono omosessuali. Quelle eterosessuali vanno bene. Le modifiche riguardano cinque leggi: quelle su “informazione, tecnologie dell’informazione e protezione delle informazioni“; “sui mass media“; “sulla protezione dei bambini dalle informazioni dannose per la loro salute e sviluppo“; “sulla pubblicità”; “sul sostegno statale alla cinematografia della Federazione russa“. Un’ulteriore legge modifica il Codice della Federazione sugli illeciti amministrativi, introducendo multe salate che arrivano fino ai 50 mila ai 10 milioni di rubi (pari a circa 790 e 158 mila euro).

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Putin ha a lungo considerato la vita LGBTQ come un’intrusione occidentale nella società e nei valori tradizionali della Russia, e i sostenitori della nuova legge hanno recentemente paragonato la lotta contro l’espressione LGBTQ alle azioni militari della Russia in Ucraina, che vedono come un più ampio scontro di civiltà tra loro e l’ovest. «Abbiamo il nostro modo di sviluppo, non abbiamo bisogno dell’imposizione europea di relazioni non tradizionali», ha detto Nina Ostanina, presidente della commissione per la famiglia, le donne e i bambini, durante le audizioni parlamentari sulla legislazione.

Già nel 2013 la Russia ha vietato la “propaganda di rapporti sessuali non tradizionali” tra i minori, con multe salate o sospensione delle attività commerciali per i russi ed espulsione dal Paese per gli stranieri giudicati colpevoli. La nuova legge estende il divieto di tale propaganda a tutti gli adulti. Dal 2013, tuttavia, ci sono stati poco più di 100 casi in tribunale, secondo un’analisi di un avvocato russo, Maksim Olenichev, ma gli esperti hanno affermato che il suo impatto maggiore è stato quello di considerare inappropriata la comunità, rendendola più invisibile e soggetta ad abusi.

Nella nuova legge, in più, c’è anche il divieto di propaganda per la pedofilia, come se la comunità LGBT fosse in qualche modo associata alla pedofilia (errore che fanno anche gli esponenti della destra italiana). Un importante sito di notizie indipendente, Meduza, ha affermato che l’unione di pedofilia e omosessualità «sembra un tentativo di mettere l’omosessualità e la pedofilia nella stessa riga». Insomma, la situazione in Russia per le persone LGBT si fa sempre più dura, ed è così che Putin cancella completamente un’intera comunità.

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