Se pensavate che a tutto ci fosse un limite, ecco che in Russia creano un programma omofobo diretto da un politico altrettanto omofobo, Vitaly Milonov. Si chiama “Non sono gay” e prevede che i concorrenti indovino quale persona è gay per vincere un premio in denaro. Perché una persona omosessuale dovrebbe scegliere di partecipare? Chiaramente per il premio in denaro di due milioni di rubli (£ 21.000).
Cosa significa essere una persona omosessuale in Russia? Evidentemente, essere un fenomeno da baraccone. Una persona sfruttata nei reality show. Ma d’altronde, non sorprende più di tanto. Ricordate, ad esempio, come il patriarca Kirill ha giustificato la guerra in Ucraina dicendo che «è una guerra contro i modelli delle parate gay»? Come se poi l’Ucraina fosse il posto più gay friendly che esistesse. Non lo è stato in passato e non lo è neanche oggi con il presidente Zelensky che si è sempre espresso a favore della comunità LGBT.
Ma tornando alla Russia, non stupisce neanche che la Russia faccia un programma del genere, considerando quanto è omofobo. Putin stesso, infatti, hapromesso che i matrimoni LGBT non sarebbero mai divenuti realtà finché lui sarebbe stato presidente, per cui stupiti fino a un certo punto, ma sicuramente siamo tanto disgustati, perché a tutto dovrebbe esserci un limite e la Russia di Putin l’ha superato da un pezzo.
Russia: il programma omofobo “Non sono gay”
Il Times ha riportato la notizia, facendo sapere che a condurre il reality show c’è il deputato omofobo Vitaly Milonov e che lo scopo è quello di indovinare la persona omosessuale per vincere un premio in denaro. I protagonisti sono otto uomini che si trasferiscono in una casa in campagna e alla fine di ogni episodio votano il concorrente che, secondo loro, è gay. Se indovinano, vincono due milioni di rubli da dividere, al contrario, li vince la persona LGBT.
Nel primo episodio, condiviso su Youtube, Milonov dice ai concorrenti: «Spero che capirai presto chi è gay». Se invece non lo capiscono e hanno eliminato una persona eterosessuale, dice: «Avete ucciso una persona innocente». Insomma, non penso ci sia bisogno di spiegare quanto questa frase sia sbagliata. Non è comunque una delle cose peggiori che il conduttore ha detto. Basi pensare al documentario della BBC, Gay and Under Attack.
In quell’occasione gli fu chiesto se pensava che gli omosessuali fossero pericolosi, e lui disse: «Un pezzo di merda non è pericoloso, ma è abbastanza spiacevole da vedere per le strade», e ancora: «L’omosessualità è disgustosa. L’omofobia è bella e naturale». Forse dovrebbe sapere che l’omosessualità esiste in più specie animali, mentre l’omofobia è solo un problema degli esseri umani.
Nel reality show, intanto, con un voiceover si sente anche «trovare un gay nel nostro Paese è come trovare un lavoro al McDonald’s. Esistono sicuramente, ma sono pochissimi e tutti li conoscono». Concludiamo, ricordandovi che l’omosessualità in Russia è legale dal 1993 ma, come potete ben vedere, le persone LGBT non sono protette da alcuna discriminazione. Perché in un paese civile una cosa del genere non dovrebbe essere neanche plausibile.
In ogni caso, come fa sapere anche Barquin, film-maker e co-creator non binary per Flaming Classics, I’m not gay è inconsapevolmente un programma omoerotico, con dei titoli di coda che sembrano letteralmente l’inizio di un film erotico omosessuale.
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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