Polonia: dovrà pagare 1 milione al giorno alla Commissione

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La Corte di giustizia dell’Unione Europea ha ufficialmente condannato la Polonia a pagare alla Commissione europea un milione di euro al giorno in seguito all’ultimatum non rispettato dallo Stato più omofobo dell’intera Europa. A rendere pubblica questa notizia è stata la stessa Corte, in una nota in cui sottolineano che le misure ordinate il 14 luglio 2021 al fine di debellare le zone LGBT Free nello Stato non sono state minimamente rispettate, per cui hanno violato ancora una volta i valori su cui l’Unione è fondata, in particolare quello sullo Stato di diritto.

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Ursula von der Leyen

Facciamo un passo indietro. Cosa sono le zone LGBT Free? Sono delle città o addirittura comuni conservatori che hanno firmato delle dichiarazioni negli ultimi tre anni affermando di essere «liberi dall’ideologia LGBT» oppure semplicemente sostenendo il «matrimonio tradizionale», insomma, in altre parole, essendo degli omofobi. A riguardo si è anche espressa a marzo scorso Ursula von der Leyen, Presidente della commissione europea, che in un tweet ha scritto «Essere noi stessi non è un’ideologia. È un’identità. Nessuno può portarcelo via», allegando la bandiera LGBT.

Riguardo l’ultimatum, invece, il 7 luglio 2021 l’unione Europea ha pubblicato con un avviso sul sito ufficiale, scrivendo che «la Commissione sta avviando procedure di infrazione contro l’Ungheria e la Polonia in relazione all’uguaglianza e alla tutela dei diritti fondamentali». Il tempo limite era il mese scorso, ovvero il 15 settembre 2021. Tuttavia la Polonia non si è mai voluta sottomettere, non ha voluto diventare uno Stato civile in cui tutte le persone vengono considerate e rispettate allo stesso modo, a prescindere dal proprio orientamento sessuale.

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Laura Boldrini protesta in Polonia

Jan Duda, ad esempio, presidente dell’assemblea regionale di Małopolska, ha un’idea molto chiara sul da farsi, o meglio sul non da farsi: «Alcuni barbari vogliono spogliarci dei fondi che sono cruciali per le nostre famiglie per vivere bene, ma questi sono soldi che ci meritiamo, non è una sorta di carità», ha detto il padre del Presidente, sostenuto anche dall’arcivescovo Marek Jędraszewski (è colui che in passato paragonò l’omosessualità alla peste nera) che durante un sermone domenicale ha affermato che «la libertà ha il suo prezzo. Questo prezzo include l’onore e non si puó comprare mettendo in svendita i propri valori, i nostri valori nazionali cristiani». Peccato che per loro libertà significhi discriminazione.

Insomma, in Italia non stiamo passando un bel periodo a causa dell’affossamento del DDL Zan, a causa delle urla da stadio in Senato quando è stata annunciata la sconfitta dei diritti umani e civili, tuttavia l’Italia, quella civile, si sta ribellando, sta manifestando, sta dimostrando che esiste e resiste. In Polonia, però, non sono messi meglio di noi, quindi possiamo dirci fortunati sotto questo punto di vista. Almeno il nostro Presidente, Sergio Mattarella, non è un omofobo che crede di vivere in una teocrazia. In ogni caso, leggiamo le punizioni che arrivano per la Polonia.

Polonia: il pagamento di un milione giornaliero

«L’Ue è una comunità di Stati sovrani governati da regole chiare. Mostrano una chiara divisione delle competenze tra Ue e Stati membri. La questione dell’organizzazione della magistratura è di competenza esclusiva degli Stati membri», ha scritto su Twitter Piotr Muller, portavoce del premier Mateusz Morawiecki, che qualche giorno fa disse di non volere la Polexit ma che non sembra far nulla per avvicinarsi ai valori dell’Unione Europea, ovvero di non discriminare le persone per il proprio orientamento sessuale.

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Mateusz Morawiecki

Leggiamo ancora che «il governo polacco ha parlato pubblicamente della necessità di introdurre modifiche in questo settore che ne garantissero l’efficace funzionamento. La via delle punizioni e dei ricatti verso il nostro Paese non è quella giusta». Insomma, tipici politici di destra. Quando gli chiedi di rispettare i diritti umani e civili pensano di essere ricattati, quando semplicemente stai chiedendo loro di rispettare tutti i cittadini, i cittadini che votano e che dovrebbero spedirli a casa.

Nella decisione presa dalla Corte leggiamo che «il rispetto delle misure provvisorie ordinate il 14 luglio 2021 dalla Corte Ue è necessario al fine di evitare un pregiudizio grave e irreparabile all’ordine giuridico dell’Unione Europea e ai valori sui quali l’Unione si fonda, in particolare quello dello Stato di diritto». Tra l’altro è una multa molto alta, e non sarà semplice opporsi al pagamento, per cui la Polonia dovrà cominciare a pagare al più presto la somma, che non è l’unica.

La Polonia infatti dovrà pagare la bellezza di un milione di euro al giorno per essere omofoba, ma a questa somma si aggiunge anche alla multa di 500 mila euro già stabilita dalla Corte di giustizia il mese scorso. La Polonia dovrà versare quest’ultima ingente somma fino a che non interromperà completamente l’estrazione di lignite nella miniera di Turów, al confine con Germania e Repubblica Ceca. «Se non produrrà prove dello stop, la Commissione europea inizierà a richiedere i pagamenti a intervalli regolari», ha detto un portavoce di Palazzo Berlaymont.

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