Piero Pulizzi, padre di Denise Pipitone e di Jessica Pulizzi, ha scritto una lettera condivisa sui social della compagna, Piera Maggio, e sul sito dedicato alla ricerca della bambina rapita da Mazara del Vallo ormai 19 anni fa. Una lettera in cui spiega quello che lui ha dovuto provare, con una figlia rapita e una accusata di averla rapita, con tante domande senza risposta e… Alla fine ha dovuto schierarsi, e si è schierato dalla parte di «colei che in quel momento non poteva difendersi e aveva più bisogno di aiuto, Denise. Mentre le altre due figlie, specialmente la grande, era già consapevole delle sue azioni».
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Facciamo il nostro brevissimo recap, per ricordare cosa la famiglia sta passando da ormai anni: lo scorso anno è stato pubblicato l’age progression di Denise Pipitone aggiornato al 2021, e potrebbe essere davvero utile per cercare l’oggi 21enne in quanto è diverso da come tutti ce la siamo sempre immaginata (molto simile alla mamma, invece nella locandina la vediamo anche molto simile al padre, Piero Pulizzi). Piera Maggio invita a condividerla quanto più possibile, senza ritagliarla o modificarla:
Il caso di Denise Pipitone è tornato sulla bocca di tutti, dai social ai programmi televisivi, da quando Olesya, una ventenne russa alla ricerca della sua mamma, ha contattato un programma russo. E subito la ragazza ci è sembrata la nostra Denise, scomparsa da 17 anni. Tuttavia, il gruppo sanguigno non coincideva con quello della bambina, per cui la storia si è chiusa in quel momento. O così si pensava. Perché qualche settimana dopo siamo stati avvisati della riapertura delle indagini sulla scomparsa della bambina, anche in seguito a tutti gli errori che sono stati fatti nel primo periodo.
Le indagini sul caso di Denise Pipitone sono state piene di depistaggi, di bugie, di cose che non tornano, di intercettazioni che non funzionano solo con le persone indagate e qualche mese fa durante una puntata di Chi l’ha visto ci abbiamo aggiunto anche la mafia. Ma la madre di Denise Pipitone, così come tantissime persone che da anni cercano giustizia, vorrebbero solo che la bambina tornasse finalmente fra le braccia della sua famiglia che, per tutti questi anni, non ha perso la speranza e continua ad aspettarla.
Ogni giorno ci sembra di essere più vicini alla verità ma allo stesso tempo non ci vogliamo illudere, e quindi non ci resta che, ancora, inesorabilmente, aspettare. Negli ultimi mesi abbiamo seguito con tanto interesse non solo le indagini riaperte ma anche le vecchie intercettazioni che non sono minimamente state prese in considerazioni all’epoca dei fatti. Abbiamo visto come il signor Battista Della Chiave non è stato minimamente ascoltato, con un’interprete ancora troppo inesperta che non è riuscita a comprendere quello che l’uomo davvero volesse dire.
Oggi Denise Pipitone non è ancora a casa, ma speriamo che questa sia solo una situazione temporanea. Qualche mese fa, l’avvocato Frazzitta ha esposto le motivazioni per cui il caso non deve essere archiviato, soprattutto in seguito alle ultime intercettazioni, ma a quanto pare non è servito a nulla.
Vi ricordiamo anche che prima che la commissione d’inchiesta sulle indagini fosse accettata, Italia Viva, partito di Matteo Renzi, ha fatto ostruzionismo decidendo di ricattare i colleghi. Igor Iezzi, in diretta con Milo Infante su Ore14, ha fatto sapere che lui è «rimasto stupito dal tono di questi emendamenti. Il problema è che posso capire l’esigenza di allargare il campo d’azione della commissione, partire da Denise Pipitone per poi allargare sul fenomeno». Tuttavia, per fortuna, non hanno avuto la meglio.
Poi, comunque, la commissione d’inchiesta è un testo ufficiale e vediamo per davvero la prima luce infondo al tunnel. «Una norma costituzionale prevede che si possa seguire questo iter e i deputati avranno tutti i poteri dell’autorità giudiziaria. Diciamo che è una forma di “avocazione”, di spostamento, dell’indagine a Roma. Noi confidiamo nella ricerca della verità, anche dopo 17 anni», disse l’avvocato Frazzitta e dopo l’okay definitivo alla commissione affari costituzionali, la commissione è stata ufficialmente bocciata. Il giorno in cui si saprà la verità sul caso di Denise Pipitone, sembra essere ancora lontano.
La lettera di Piero Pulizzi
Dopo aver sentito un bel po’ di chiacchiere a vanvera, affido il mio pensiero ma soprattutto i fatti, attraverso questo scritto.
Come Piera ha sempre detto e anche scritto nel libro “Denise. Per te, con tutte le mie forze” e come si può evincere dalla cronologia della cronaca di tutti questi anni, io ci sono sempre stato e sempre ci sarò soprattutto con azioni concrete anche se non sempre davanti ai riflettori poiché la mia posizione diversamente da qualcun altro è molto difficile, perciò voglio rimanere discreto pubblicamente e anche perché non voglio alimentare speculazioni.
Molti di voi già mi conoscono, sono quel padre che ha perso l’amore di tre figlie. Purtroppo sono stato colpito non doppiamente ma il triplo nella perdita degli affetti più cari. Una figlia perché mi è stata sequestrata il primo settembre 2004, le altre due di cui una accusata del sequestro e poi assolta per insufficienza di prove, le ho perse per mia sofferta decisione causata dalla gravità degli eventi successi.
Dal settembre 2004 in poi, scelsi di schierarmi dalla parte della figlia più debole, colei che in quel momento non poteva difendersi e aveva più bisogno di aiuto, Denise. Mentre le altre due figlie, specialmente la grande, era già consapevole delle sue azioni.
Non è stato facile per me, ero diviso tra due fuochi, man mano che prendevo consapevolezza di ciò che era accaduto, maturavo sempre più la dolorosa scelta contrastante con i miei sentimenti. Tagliare ogni forma di rapporto con coloro che avevo generato e amavo è stato per me un ulteriore dolore.
Conoscevo bene le mie figlie caratterialmente, le troppe versioni che mi venivano raccontate non mi tornavano, non coincidevano con i fatti di quel momento, tanto che venne a mancarmi la fiducia nei loro confronti.
Furono molte le domande a cui non ebbi mai risposta e quelle a cui mi veniva data una spiegazione risultavano poco credibili e con il passare del tempo si rivelavano bugie nonostante chiedessi sempre che mi venisse raccontata tutta la verità qualunque essa fosse stata, le supplicai più volte, ma niente da fare, si erano chiusi con me, completamente, facendo cerchio solo tra di loro, (come poi si evince successivamente anche dalle intercettazioni).
Provai a parlare con uno dei legali di mia figlia chiedendo un incontro, ma anche quello mi fu negato.
La strategia difensiva di mia figlia concordata con la madre e i loro legali, fu per me cruciale, la goccia che fece traboccare il vaso, ebbi l’ulteriore conferma di ciò che avrei deciso, consapevole che da quel momento in poi non sarei più tornato indietro.
La mia personale concezione era dovuta al fatto che dopo le titubanze iniziali e non avendo alcunché da nascondere, al diavolo i legali, avrebbero dovuto collaborare senza remore per essere di aiuto a Denise che era piccola e indifesa (…) in modo assoluto dovevano aiutarla dicendo sempre quella verità dimostrabile in ogni modo, invece non fu così.
(Con il tempo anche attraverso le intercettazioni di quel periodo dei loro dialoghi sono rimasto piuttosto sconcertato)
Nonostante ciò, la mia/loro decisione di rottura totale, non ha influito con la continuazione delle mensilità di cui già provvedevo da più di quattro anni ancor prima del sequestro di Denise. Con il mio stipendio basico da operaio non ho mai mancato di adempiere ai miei doveri di genitore concordati e decisi dal giudice a partire dalla separazione. Ogni mese regolarmente inviavo il mantenimento, “gli alimenti” ad entrambe le mie figlie e alla più piccola fino all’età di 30 anni.
Non importava se fossi stato per un lungo periodo in ospedale per un gravissimo incidente, se per molto tempo non abbia lavorato, se pagavo la casa in affitto. Nel periodo di maggiore difficoltà il pagamento mensile lo sospendevo per alcuni mesi per poi riprenderlo come di consuetudine con l’aggiunta degli arretrati dilazionati nei mesi successivi, provvedevo sempre e comunque. Non ero benestante ai tempi e non lo sono neanche adesso, che ho terminato di inviare il mantenimento a mia figlia 30enne da appena qualche anno (sentenza del giudice).
Ho sempre mantenuto il mio dovere legittimo di genitore oltre a quello morale, rispettando la decisione del giudice per più di venti anni, inoltre nel tempo con amore mi sono preso carico anche di altro (…) era il minimo che potessi fare visto la necessità.
Avrei potuto fregarmene di tutto, tanto ero nulla tenente, ma nonostante ciò non mi sono mai sottratto ai miei doveri.
Non sono una persona perfetta, tantomeno un eroe, sono solo un essere umano che si è assunto sempre le sue responsabilità anche aldilà dei legami affettivi, non ho mai negato i diritti ai figli a nessuno, non solo per cognome o per DNA, ma per un dovere civile e umano, con fatti veri e dimostrabili e non solo a parole.
Quando finisce un rapporto tra coniugi, conviventi… i figli si continuano a sostenere proprio come quando si vive tutti insieme in famiglia e non esiste nessuna scusante per esimersi dal doveroso compito se non quando è strettamente necessario e dimostrabile con fatti veri attraverso un Giudice.
Non vivevo alla grande, non avevo nessun supporto, potevo contare soltanto su me stesso, sulle mie capacità lavorative, ho attraversato momenti difficili, tanti sacrifici e molte rinunce ma non mi pento delle mie scelte, per cui se parlo di questo argomento, lo faccio con piena cognizione di causa.
Almeno io, in questo, ho la coscienza a posto.
Pietro Pulizzi
05/09/2023
P.S. Coloro che hanno un contenzioso aperto nei confronti dei figli, soprattutto dopo una decisione emessa dal Giudice, ad adempiere anche solo ad una parte del mancato dovere legittimo verso i figli che faticano ad ottenere il proprio diritto, non fate i buonisti verso i figli altrui con parole meritevoli su aiuti, fondi, sovvenzioni varie ecc… non siate falsi, specialmente quando i “figli” quelli che portano il vostro stesso cognome li bypassate con ogni mezzuccio, anche poco velato in barba ai pignoramenti.
In questo per chi vi conosce bene sarete poco credibili e non solo, il debito vi rimarrà durante vita, se non solo quello economico, soprattutto quello morale e irresponsabile…anche se apparentemente dimostrerete uno stipendio misero, o di non possedere nulla o altri escamotage, sappiate che questo non vi renderà persone intelligenti. I figli non sono pupazzi, non servono per riempirsi la bocca nel nominarli quando servono “I MIEI FIGLI”
Lettera pubblicata originariamente su questo sito e sul profilo Facebook della signora Piera Maggio.
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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