Omofobia a Palermo: due ragazzi aggrediti perché si tenevano per mano

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Ve la ricordate la storia della coppia eterosessuale che faceva sesso al mare, oppure su un prato, e tutti online sono andati contro a chi ha denunciato la vicenda, vero? Ebbene, mentre una coppia eterosessuale può fare l’amore in pubblico, una coppia omosessuale non può neanche tenersi per mano, e poi hanno il coraggio di dirci che l’omofobia in Italia non è un problema reale. Tra l’altro, invece di difendere i due ragazzi aggrediti, alcuni giornali hanno ben pensato di difendere Palermo. Come dicevo ieri: ragazzi, vi chiediamo scusa per il giornalismo italiano.

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Fonte: Pinterest

Ennesimo atto di omofobia in Italia, ennesimi ragazzi cresciuti credendo che sia giusto urlare contro degli omosessuali perché tanto poi si fanno una risata o che addirittura sia giusto picchiarli, ed ennesime vittime che volevano solo godersi una bella vacanza nella bella Palermo. E no, non c’è bisogno di sottolineare che la colpa non è di Palermo ma dei ragazzini, ci sembra una cosa piuttosto ovvia. Ma purtroppo, poiché l’aggressione è solo l’ennesima testimonianza di quanto ci serva il DDL Zan, alcuni giornali di destra devono spostare le attenzioni dei lettori altrove, facendo provare indignazione verso la ragazza che ha definito Palermo omofoba.

Prima di raccontarvi dell’aggressione, faccio una piccola digressione su questo punto. È tutto partito da quando un’amica della coppia ha affermato a La Repubblica: «Da quando hanno messo piede in città sono stati minacciati per strada almeno tre volte. Palermo, al contrario delle aspettative, si rivela una città omofoba». E cosa pensano di fare alcuni giornalisti? No, non hanno chiesto scusa a nome di Palermo a quei poveri ragazzi vittime di omofobia, bensì hanno voluto sottolineare che Palermo non è una città omofoba. E ora, chiuso questo triste capitolo, parliamo dell’aggressione omofoba.

Parla Stefano, una delle vittime dell’omofobia di Palermo

Partiamo dal presupposto che la coppia non è di Palermo, bensì si trovava lì in vacanza da Torino. L’aggressione è avvenuta per mano di quattro adolescenti (pensare a degli adolescenti che fanno omofobia è ancora più penoso degli adulti grandi e vaccinati) che prima hanno insultati i ragazzi solo perché si tenevano per mano e poi hanno cominciato a picchiarli. Uno dei quattro ha addirittura spaccato in faccia una bottiglia a uno dei ragazzi, che è stato trasportato d’urgenza in pronto soccorso. Sul posto è arrivata anche la polizia. Stefano, il 29enne, si è raccontato a La Repubblica:

«Siamo andati in via Maqueda alla ricerca di un bed & breakfast. I nostri amici ne hanno identificato uno in via Porta Di Castro e si sono allontanati. Io e il mio compagno abbiamo continuato a passeggiare. Un gruppo di ragazzi ha cominciato a offenderci. Noi siamo rimasti indifferenti. Ma a quel punto ho sentito che qualcuno mi colpiva alle spalle, prima con un pugno e poi con una bottiglia. Sono caduto per terra. Ricordo che erano in quattro a picchiarmi, mentre altri guardavano e ridevano intorno a me mentre mi prendevano a calci e pugni.

Mi sono messo in posizione fetale per proteggermi, gridavo aiuto e nessuno interveniva. Per fortuna ci hanno raggiunto i nostri amici e quei bulli sono scappati via verso via dell’Università. Ci hanno preso a calci e pugni per tre minuti, mi hanno lanciato in faccia una bottiglia e ho temuto di morire. Nessuno è venuto ad aiutarci, nonostante la strada fosse piena di gente. La bottiglia coi cui mi hanno colpito ha quasi raggiunto l’occhio. Io temevo anche che me la infilassero in pancia. Mai vista tanta crudeltà gratuita».

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Fonte: Pinterest

Subito comunque Stefano e il compagno hanno denunciato l’omofobia sfociata in violenza alla polizia, ma «da ieri osservo tutti, anche le persone a me vicine, con timore e ho voglia di andarmene da questa città. Sento ancora la sensazione di qualcuno che mi prende a sberle senza un motivo. Pensare che c’era tanta gente per strada che poi non ha fatto nulla né per allontanare quei ragazzi, né per soccorrerci è la dimostrazione che Palermo è una città omofoba. Perché tutto questo è successo per come appaio e perché stavo avendo atteggiamenti affettuosi nei confronti di un altro uomo».

Nonostante l’omofobia di Palermo però continuerà il loro viaggio in Sicilia, «perché voglio raggiungere Favignana e rilassarmi, cercando di dimenticare quegli sguardi di odio che mi hanno fatto temere di morire. A Palermo non ho avuto neanche il tempo di posare le mie valigie da qualche parte. E non lo farò, perché evidentemente non volete qui un turista omosessuale. Questa città mi ha spaesato».

Le reazioni dei politici all’omofobia di Palermo

Leoluca Orlando, sindaco di Palermo che si definisce «orgoglioso attivista LGBT», ha affermato: «L’aggressione ad una coppia gay in via Maqueda rappresenta un atto vile che nulla ha a che vedere con il cambiamento culturale di una città che promuove, giorno dopo giorno, i diritti della persona. Questo episodio criminale ribadisce inoltre l’importanza e l’urgenza dell’approvazione del ddl Zan. La politica non può più perdere tempo».

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Fonte: Pinterest

Carmelo Miceli, PD, invece: «È evidente che il clima d’odio e intolleranza ignorante che continua a montare verso le persone omosessuali obbliga lo Stato a dare un segnale forte a tutela del diritto di essere e di amare», e la collega Cirinnà: «Dell’aggressione di Palermo quello che mi sconvolge profondamente è la giovanissima età degli aggressori. Vorrei se ne rendessero conto tutti coloro che, per motivi di convenienza politica, strumentalizzano il ddl Zan, attaccando in particolare la sua seconda parte».

Anche Alessandro Zan, colui che ha proposto la legge contro l’omofobia, ha scritto su Twitter il suo pensiero e la sua solidarietà: «Un branco di giovanissimi ha aggredito una coppia di ragazzi a Palermo mandando all’ospedale uno dei due. L’odio si combatte con i fatti. Non con la solidarietà alle vittime. Non perdiamo altro tempo, il DDL Zan va approvato subito al Senato per diventare legge dello Stato», aggiungendo poi: «La destra delle fake news e del benaltrismo sul DDL Zan strumentalizza in modo vergognoso l’aggressione di Palermo per rilanciare il loro testo che non solo attacca la Legge Mancino, ma anche equiparerebbe una violenza omofoba a un futile motivo. Con che coraggio, mi chiedo.»

Italia Viva si fa sentire con Davide Faraone, presidente dei senatori del partito: «Una inqualificabile aggressione nei confronti di una coppia gay a Palermo evidenzia ancora, ove ce ne fosse bisogno, quanto urgente sia trovare il modo per uscire dallo stallo ed approvare in tempi rapidissimi una legge contro le discriminazioni omotransfobiche». Nessun messaggio sui social da Meloni e Salvini per questa grave violenza di omofobia (giustamente non erano migranti, quindi non siamo stupiti).

I messaggi dal web per le vittime di omofobia a Palermo

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