#99 – Impariamo il polacco: “Przyczynek do statystyki” di Wisława Szymborska

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-1 ai 100 articoli della nostra rubrica sul polacco, e quindi oggi voglio fare qualcosa di speciale, ovvero traduciamo una poesia di Wisława Szymborska, una poetessa polacca che è stata premiata con il Nobel per la letteratura nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti. A oggi, è considerata la più importante poetessa polacca degli ultimi anni e anche una delle più amate. Noi quindi oggi prendiamo una sua poesia e la proviamo a tradurre insieme, un po’ come abbiamo fatto con le canzoni o con i film. E la prossima settimana? Vedremo, ma se avete idee, fateci sapere!

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Wisława Szymborska

Facciamo la nostra solita premessa: questa rubrica è arrivata al suo 99esimo capitolo (pensate un po’, è stata la nostra prima rubrica!). Sebbene ci siano alcune eccezioni con dei termini legati a festività o eventi d’attualità, la maggior parte degli articoli parla proprio di grammatica, partendo con il primo, dove ci siamo approcciati alla lingua con l’alfabeto e i digrammi, ma poi abbiamo continuato con le declinazione, le coniugazioni e tanto altro ancora! Se poi volete restare anche aggiornati sulle notizie più importanti della Polonia, seguite semplicemente il nostro blog!

Quando ho iniziato a scrivere la rubrica, utilizzavo il libro “Impariamo il polacco, manuale per principianti” di Bartnicka Barbara della casa editrice Wiedza Powszechna, mentre adesso sto usufruendo di diversi libri. Per le lezioni di grammatica continuerò con il Basic Polish: A Grammar and Workbook di Dana Bielec. Come vi ho detto la scorsa volta, sto molto apprezzando questo libro, sebbene sia in lingua inglese, poiché alla fine di ogni capitolo ci sono anche degli esercizi. In genere utilizzo Polish for Dummies di Daria Gabryanczyk, uno dei miei libri preferiti per imparare il polacco, ma oggi utilizzerò semplicemente un dizionario!

Traduciamo “Przyczynek do statystyki” di Wisława Szymborska

Un paio di informazioni biografiche su Wisława Szymborska: Nel 1931, Szymborska si trasferì con la sua famiglia a Cracovia, città a cui rimase sempre legata. Durante la Seconda guerra mondiale, continuò gli studi liceali sotto l’occupazione tedesca, seguendo corsi clandestini e conseguendo il diploma nel 1941. Successivamente, lavorò come dipendente delle ferrovie e riuscì ad evitare la deportazione in Germania come lavoratrice forzata. Durante questo periodo, iniziò la sua carriera artistica con delle illustrazioni per un libro di testo in inglese e cominciò a scrivere storie e poesie occasionalmente.

Le sue opere sono state tradotte in numerose lingue. Pietro Marchesani ha tradotto la maggior parte delle sue raccolte poetiche in italiano, Karl Dedecius ha diffuso le sue poesie in tedesco, il Premio Nobel Czesław Miłosz ha tradotto alcuni testi in inglese, seguito da Joanna Maria Trzeciak e dalla coppia di traduttori Stanisław Barańczak e Clare Cavanagh. La sua raccolta poetica più recente, intitolata “Dwukropek” (Due punti), pubblicata in Polonia il 2 novembre 2005, ha riscosso un grande successo, vendendo oltre quarantamila copie in meno di due mesi. È morta il primo febbraio 2012, cremata e sepolta nella tomba di famiglia.

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Wisława Szymborska

A livello politico, in gioventù è rimasta fedele all’ideologia ufficiale della Repubblica Popolare di Polonia durante la prima fase della sua carriera, firmando petizioni ed elogiando Stalin, Lenin e il realismo socialista. Tuttavia, in seguito Szymborska si allontanò nettamente da questo “peccato di gioventù”, come lo definì lei stessa, e questo periodo è riflesso nella sua raccolta del 1954 intitolata “Pytania zadawane sobie” (Domande poste a me stessa). Solo nel 1960 si dissocerà dal partito.

La poesia in polacco

Na stu ludzi

wiedzących wszystko lepiej
– pięćdziesięciu dwóch;

niepewnych każdego kroku
– prawie cała reszta;

gotowych pomóc,
o ile nie potrwa to długo
– aż czterdziestu dziewięciu;

dobrych zawsze,
bo nie potrafią inaczej
– czterech, no może pięciu;

skłonnych do podziwu bez zawiści
– osiemnastu;

żyjących w stałej trwodze przed kimś albo czymś
– siedemdziesięciu siedmiu;

uzdolnionych do szczęścia
– dwudziestu kilku najwyżej;

niegroźnych pojedynczo, dziczejących w tłumie
– ponad połowa na pewno;

okrutnych,
kiedy zmuszą ich okoliczności
– tego lepiej nie wiedzieć
nawet w przybliżeniu;

mądrych po szkodzie
– niewielu więcej
niż mądrych przed szkodą;

niczego nie biorących z życia oprócz rzeczy
– czterdziestu,
chociaż chciałabym się mylić;

skulonych, obolałych i bez latarki w ciemności
– osiemdziesięciu trzech
prędzej czy później;

godnych współczucia
– dziewięćdziesięciu dziewięciu;

śmiertelnych

śmiertelnych
– stu na stu.
Liczba, która jak dotąd nie ulega zmianie.

La poesia tradotta

Su cento persone:

che ne sanno sempre più degli altri
– cinquantadue;

insicuri a ogni passo
– quasi tutti gli altri;

pronti ad aiutare,
purché la cosa non duri molto
– ben quarantanove;

buoni sempre,
perché non sanno fare altrimenti
– quattro, be’, forse cinque;

propensi ad ammirare senza invidia
– diciotto;

viventi con la continua paura
di qualcuno o qualcosa
– settantasette;

dotati per la felicità,
– al massimo non più di venti;

innocui singolarmente,
che imbarbariscono nella folla
– di sicuro più della metà;

crudeli,
se costretti dalle circostanze
– è meglio non saperlo
neppure approssimativamente;

quelli col senno di poi
– non molti di più
di quelli col senno di prima;

che dalla vita prendono solo cose
– quaranta,
anche se vorrei sbagliarmi;

ripiegati, dolenti
e senza torcia nel buio
– ottantatré
prima o poi;

degni di compassione
– novantanove;

mortali
– cento su cento.
Numero al momento invariato.

Commenti grammaticali

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Wisława Szymborska

A livello grammaticale mi sento di parlare giusto dei numeri. Tutti i numeri ordinali in polacco si presentano in tre generi e si declinano come se fossero degli aggettivi. Ad esempio uno in polacco si dice jeden, jednajedno, mentre due è dwa e viene usato in questa forma solo con sostantivi maschili di non persona o con neutri. Tutti i numerali cardinali a partire dal numero cinque che accompagnano un sostantivo maschile riferito a una persona assumono la forma del genitivo: pięciu, dwudziestu sześciu, stu trzydziestu panów szło (5, 26, 130 signori andavano). Per il resto sembra tutto abbastanza semplice, non ci sono verbi troppo complessi e anche a livello di coniugazioni non è complesso.

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