L’ipocrisia dello stato di Israele contro Gigi Hadid

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Abbiamo subito letteralmente per settimane personaggi pubblici che, molti con una grande ignoranza, hanno ripubblicato o condiviso dei messaggi pro-Israele, senza sapere che da ormai decenni sta attuando un genocidio nei confronti della Palestina. Ma non Gigi Hadid. Gidi Hadid, dopo essersi schierata contro la guerra e dopo aver mandato solidarietà a tutte le vittime civili, ha condiviso un’immagine che non è molto piaciuta allo stato d’Israele: «Non c’è nulla di ebraico nel trattamento dei palestinesi da parte del governo israeliano. Condannare il governo israeliano non è antisemita e sostenere i palestinesi non significa sostenere Hamas». E lo stesso stato di Israele ha voluto rispondere.

Cup of Green Tea è dalla parte delle vittime palestinesi che da anni vengono uccise, picchiate e arrestate da Israele, ma non è dalla parte di Hamas che uccide e violenta delle persone innocenti. Cup of Green Tea non è mai dalla parte di Israele che per anni ha ucciso, picchiato e arrestato persone solo per il fatto che sono palestinesi, ma è solidale nei confronti di tutte le vittime innocenti.

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Ogni volta che c’è una guerra, ogni volta che c’è qualcosa, tutti i vip a livello mondiale decidono di aprire bocca in questioni in cui non sono informati e che non comprendono minimamente. Sono così tante le persone che hanno messo un post con la bandiera palestinese, o che hanno scritto una storia strappalacrime per le vittime israeliane senza aver mai aperto bocca su quelle palestinesi che sono state uccise (e parliamo anche di bambini e donne, non dimentichiamo la giornalista americana di origini palestinesi uccisa dall’IDF) da Israele, che fa veramente salire il nervoso.

Politici, vip, cittadini, letteralmente chiunque si sta esprimendo su questa vicenda senza però aver mai detto mezza parola per la Palestina. Ovviamente non possiamo aspettarci che Hollywood o che gli americani in generale si informino su qualcosa che avviene al di fuori da Hollywood, e in più sappiamo benissimo come gli Stati Uniti siano dei grandi alleati di Israele, quindi sorprenderci è anche da sciocchi. Tuttavia, vedere quei post, uno dopo l’altro, sapendo di quell’assordante silenzio nei confronti dei palestinesi che da decenni combattono per la propria libertà, fa un po’ indignare.

Gigi Hadid, invece, ha fatto un po’ abbastanza democratico, schierandosi dalla parte dei civili, ma di tutti i civili, anche di quelli palestinesi di cui il mondo non parla mai. «I miei pensieri vanno a tutte le persone colpite da questa tragedia ingiustificabile e ogni giorno a questo conflitto vengono tolte vite innocenti, troppe delle quali sono bambini», scrisse la super modella. «Provo una profonda empatia e dolore per la lotta palestinese e la vita sotto occupazione, è una responsabilità che assumo quotidianamente. 

«Sento anche la responsabilità nei confronti dei miei amici ebrei di chiarire, come ho già fatto in passato: anche se ho speranze e sogni per i palestinesi, nessuno di essi include il danno arrecato a una persona ebrea. Il terrore di persone innocenti non è in linea e non fa alcun bene al movimento della “Palestina Libera”. Se stai soffrendo, mentre condivido oggi le mie condoglianze ai miei cari, sia palestinesi che ebrei, ti mando il mio amore e la mia forza, chiunque e ovunque tu sia.

Ci sono molti sentimenti complessi, personali e validi, ma ogni essere umano merita diritti fondamentali, cure e sicurezza; non importa la loro nazionalità, religione, etnia o dove sono nati. So che le mie parole non saranno mai sufficienti né guariranno le ferite profonde di così tante persone, ma prego per la sicurezza di vite innocenti, sempre».

Israele contro Gigi Hadid

Immaginate uno stato che, mentre si trova in guerra, mentre ha i suoi cittadini che muoiono, mentre ordina all’esercito di uccidere e attaccare degli ospedali, ha il tempo di rispondere sui social a una super modella che non si è schierata con Israele, ma che comunque ha condannato le azioni di Hamas. Devono davvero avere così tanta paura di essere smascherati, se hanno trovato il tempo per rispondere a un post di una super modella che non è che si è schierata da parte di Hamas, ma che semplicemente non si è schierata dalla parte di Israele.

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Il post che ha dato così tanto fastidio a un povero stato in guerra, è stato uno che recitava: «Non c’è nulla di ebraico nel trattamento dei palestinesi da parte del governo israeliano. Condannare il governo israeliano non è antisemita e sostenere i palestinesi non significa sostenere Hamas». In altre parole, ha voluto evidenziare come il governo d’Israele da decenni sta uccidendo civili palestinesi nel silenzio mediatico, e per questo lei non si può schierare da parte di Israele. Questo, però, non la rende antisemita, così come essere dalla parte dei civili palestinesi non significa essere dei terroristi pro Hamas.

Israele questo non lo accetta, e condivide una storia chiedendo: «Hai dormito la scorsa settimana? O stai semplicemente chiudendo un occhio sui bambini ebrei che vengono massacrati nelle loro case? Il tuo silenzio è stato molto chiaro riguardo alla tua posizione. Ti vediamo». Peccato che la stessa domanda può essere posta a loro, per gli ultimi decenni interi. «Non c’è nulla di coraggioso nel massacro degli israeliani da parte di Hamas. Condannare Hamas per quello che è (Isis) non è anti-palestinese e sostenere gli israeliani nella loro lotta contro i barbari terroristi è la cosa giusta da fare», aggiungono.

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In un secondo momento, poi, aggiungono un video in cui si vedono le immagini di un pavimento insanguinato con giocattoli per bambini, commentando: «Se non condanni questo, le tue parole non significano nulla». Gigi, comunque, ha condannato la guerra. Ha condannato la morte delle vittime. Ha condannato tutto il dolore, la sofferenza, i bambini e le famiglie distrutte. Però ha condannato anche la morte delle persone palestinesi, considerando che, però, non sono quelle dell’ultima settimana, ma di diversi decenni.

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