Denise Pipitone: nella lettera anonima non vengono citate Anna Corona e Jessica Pulizzi

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Continuano le indagini sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone, e continuano gli appelli verso l’anonimo che mercoledì scorso ha inviato una lettera anonima all’avvocato Frazzitta, svelando dei dettagli del caso che erano stati presi in considerazione anni fa, ma lasciati poi perdere, e soprattutto non rivelati alla stampa, per questo considerati molto attendibili. L’avvocato, in questi giorni, ha risposto anche alla velata minaccia di Carmelo Abbate, che continua a difendere Anna Corona e Jessica Pulizzi a Quarto Grado.

La pista che coinvolge Denisa, invece, sembra essere ormai dimenticata, parte del passato. Come ogni segnalazione, era stata presa con le pinze, tuttavia questa volta molte persone ci credevano e ci credono ancora, in particolare per tutte le coincidenze con il suo passato. Non si capisce ancora se la Procura di Marsala abbia deciso di sottoporla comunque al test del DNA o no, ma nel frattempo è importante che i giornalisti rispettino gli spazi vitali e la vita di Denisa, perché, soprattutto se fosse la nostra Denise Pipitone, la sua vita sarebbe sconvolta e avrebbe bisogno di tempo e privacy.

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Denise Pipitone

Il caso di Denise Pipitone è tornato sulla bocca di tutti, dai social, ai programmi televisivi, da quando Olesya, una ventenne russa alla ricerca della sua mamma, ha contattato un programma russo. E subito la ragazza ci è sembrata la nostra Denise, scomparsa da 17 anni. Tuttavia, il gruppo sanguigno non coincideva con quello della bambina, per cui la storia si è chiusa in quel momento. O così si pensava. Perché qualche settimana dopo siamo stati avvisati della riapertura delle indagini sulla scomparsa della bambina, anche in seguito a tutti gli errori che sono stati fatti nel primo periodo.

La mamma Piera Maggio e il papà Pietro Pulizzi, comunque, non smettono di aspettare il ritorno a casa della piccola, ormai quasi 21enne, cercando di fare luce su quel che le è successo quel primo settembre 2004, quando è scomparsa nel nulla mentre giocava davanti casa della nonna. Al fianco di Piera e Pietro, c’è sempre l’avvocato Giacomo Frazzitta, pronto a fare giustizia a tutta la sofferenza a cui la famiglia è stata sottoposta, ma anche pronto a rispondere a chiunque attacchi Piera Maggio.

Giacomo Frazzitta risponde a Carmelo Abbate

Carmelo Abbate, parlando dei programmi che espongono la storia e le indagini di Denise Pipitone, afferma che Anna Corona e Jessica Pulizzi sono rese delle «vittime di tortura mediatica, alimentata ad arte e consumata per ragioni di share e like». Nello stesso tweet ha anche attaccato il vescovo: «Ci mancava solo il vescovo, il quale non ha niente di meglio da fare», ma la parte che sconvolge di più è quella finale, che sembra quasi una minaccia (ma, ovviamente, ci auguriamo che non fosse quello che intendesse e che sia solo un fraintendimento): «Fermatevi fino a quando siete in tempo, o qualcuno si farà del male».

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Piera Maggio, Pietro Pulizzi, Milo Infante e Giacomo Frazzitta

Anna Corona, nel programma in cui è presente Carmelo Abbate, aveva deciso di farsi intervistare, o meglio, di fare un monologo, lanciando una sorta di appello a chi l’accusa di aver rapito Denise Pipitone: «Il mio cuore  vuole la verità. Non mi tiro indietro, per la verità. Sarei andata pure io alla fiaccolata: non temo di essere solidale con chi chiede la verità, perché anche io chiedo la verità. E anche la mia famiglia la chiede», raccontando anche che sua figlia è divenuta madre e ricordando alla città che «la famiglia Corona è corretta ed educata».

Dopo l’appello della Corona non c’erano state importanti dichiarazioni da parte di Piera Maggio o dell’avvocato Frazzitta, ma dopo aver letto quel terrificante tweet di Carmelo Abbate, stare in silenzio è impossibile. Per cui prima risponde via social: «Ciò che mi è poco chiaro è chi dovrebbe farsi male? Cosa vuol dire? Questa minaccia è rivolta certamente verso Piera Maggio e coloro che lavorano per la verità, credo sia estremamente grave! Poiché è evidente che il male dovrebbe provenire solo da una parte ossia quelle persone che si sentono accusate».

Continua, nello stesso commento: «Noi non stiamo accusando nessuno noi stiamo facendo indagini difensive e la procura le proprie indagini. Se le persone di cui parla questo signore possono farci del male, e lui lo sa, dovrebbe andare a riferirlo in procura e non lanciare messaggi pericolosi diretti ad istigare violenza», e poco dopo interviene anche Piera Maggio, che «da vittime ci vogliono far passare per carnefici», sottolineando come chiunque può scegliere da che parte stare, ma che quello che loro cercano è solo verità e giustizia per Denise Pipitone.

La lettera anonima

Passiamo ora alla lettera anonima. L’avvocato aveva cominciato a far comprendere chi non fossero i protagonisti della missiva in un’intervista con livesicilia, dove leggiamo: «Mettiamola cosi. Io per il fatto che viene descritto nella lettera che ho ricevuto lascerei in pace Jessica Piluzzi, Anna Corona e tutti gli altri», sottolineando anche che «è stata fatta un’indagine e celebrato un processo, ma oggi non credo sia corretto continuare a discutere di una persona assolta con sentenza definitiva e tirarla in ballo di continuo», riguardo Jessica Pulizzi.

Per quanto riguarda Anna Corona, invece, «si tratta di una posizione diversa. La signora Corona fu indagata per sequestro di persona e omicidio. L’inchiesta, che fu archiviata, era legata alle dichiarazioni di Giuseppe D’Assero che disse di avere chiesto aiuto a Gianni Melluso per fare scomparire Denise Pipitone e in cambio sarebbe stato aiutato a fare la stessa cosa con Sabine Maccarrone. Dichiarazioni inverosimili».

Ma quindi, chi sono le persone di cui si parla nella lettera anonima su Denise Pipitone? Sono delle persone nuove «nella misura in cui il fatto impone di guardarle sotto una nuova luce». «Il contesto è quello vecchio di Mazara del Vallo, non si parla di un evento negativo o di un luogo dove cercare Denise. E neppure si parla di nomadi, altro tema che viene tirato spesso in ballo. Il racconto del testimone ci ha fatto concentrare su un dato finora mai analizzato. E lo abbiamo riscontrato».

Dice anche che questo avvenimento era nel fascicolo della vecchia inchiesta, tuttavia non se n’è mai parlato a livello mediatico, e che a essere coinvolte sono più persone. «È il tassello di un puzzle, si deve indagare, ma secondo me non siamo lontanissimi dal contesto familiare». Intanto c’è una taglia per chiunque dia notizie utili all’indagine, non solo da Tony Di Piazza, ex presidente del Palermo calcio, ma anche da un’associazione di volontariato di Mazara del Vallo, che ha raccolto 5 mila euro.

«È il segnale che qualcosa sta cambiando e che il muro d’omertà si sta sgretolando anche a Mazara del Vallo. Noi vorremmo abbatterlo definitivamente, ma in questo momento è come volere scalfire il cemento armato con un cacciavite…»

Avvocato Giacomo Frazzitta

La storia di Denise Pipitone

Vi invito a visitare il sito ufficiale creato dalla famiglia di Denise Pipitone per informarvi meglio su questa storia. Noi cercheremo di riassumere, toccando però tutti i punti fondamentali. Era il primo settembre 2004, una bella giornata in Sicilia e la piccola Denise di quattro anni giocava nel giardino con la sua cuginetta. In quella strada abita anche una zia, che la vede correre verso casa alle 11.45 circa. Ma Denise Pipitone a casa non è mai tornata. Da quel momento, iniziano le ricerche.

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Denise Pipitone

Un mese e mezzo dopo la sua scomparsa, Denise Pipitone è avvistata a Milano con un gruppo di nomadi, un uomo, due donne e tre bambine. La donna parla una lingua straniera, mentre la bambina italiano, come si vede da un video registrato da una guardia giurata che intanto avverte le autorità che purtroppo arrivano troppo tardi. I carabinieri sono convinti che quella fosse proprio Denise Pipitone.

Da quell’ottobre 2004, nonostante i tanti appelli della madre, i presunti avvistamenti (insieme anche a molte persone che pensano di essere la piccola siciliana, tra cui Olesya) che non hanno mai portato a nulla, la mamma di Denise Pipitone, Piera Maggio, non ha mai perso le speranze, e noi ci auguriamo che prima o poi potrà abbracciare nuovamente sua figlia, e soprattutto avere la giustizia che merita.

A maggio 2021 la Procura di Marsala ha deciso di riaprire il caso di Denise Pipitone, scomparsa all’età di 4 anni proprio a causa degli ipotetici errori che ci sono stati nel corso degli anni, insieme a tutti gli ipotetici depistaggi. Al momento le indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone sono ancora in corso e, dopo 17 anni, è stata perquisita la casa in cui un tempo abitava Anna Corona.

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