Cristina D’Avena replica alle critiche sul suo concerto per Fratelli d’Italia

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Se Laura Pausini ritiene che ci sia musica politica e quindi si è rifiutata di intonare Bella Ciao, Cristina D’Avena ritiene che ci sia solo musica e lei, in quanto cantante, non porta «ideologie, ma musica». Questa è stata (una parte del)la risposta della cantante in un post su Facebook, per replicare alle critiche che le sono arrivate dopo la notizia della sua partecipazione alla festa di dieci anni di Fratelli d’Italia. La polemica è soprattutto scaturita dal fatto che abbia sempre detto di essere dalla parte della comunità LGBT e addirittura considerata un’icona LGBT, ma ancora una volta la comunità ha scelto una madrina sbagliata (vedi: Valeria Marini difende Giorgia Meloni da Selvaggia Lucarelli).

cristina d'avena

Facciamo qualche passo indietro sui personaggi citati, visto che alla fine c’entra abbastanza su come sembri che alcuni personaggi famosi non si schierino o comunque schierino dalla parte del partito di estrema destra, e questo delude soprattutto perché in genere si ha un’alta considerazione di queste persone. Esiste la musica politica? Per Laura Pausini, sì, per Cristina D’Avena, esiste solo la musica, non importa che tu la canti a un compleanno di un bambino o a un raduno di un partito di estrema destra alleato di Orban e Duda.

Laura Pausini finì nella polemica in quanto si rifiutò di cantare Bella Ciao durante n popolare quiz della tv spagnola, El Hormiguero, dicendo: «no, no, non la canto, è una canzone politica e io non canto canzoni politiche» e poi, su Twitter, ha spiegato di non cantare «canzoni politiche, né di destra né di sinistra. Canto quello che penso della vita da 30 anni. Che il fascismo sia una vergogna assoluta sembra ovvio a tutti. Non voglio che nessuno mi usi per propaganda politica. Non inventare ciò che non sono». Ma ormai era troppo tardi: non schierarsi significa schierarsi.

Per Valeria Marini, madrina dei pride, fu anche peggio. La polemica avvenne in seguito a un tweet di Selvaggia Lucarelli in cui scriveva che «in questa fase, più si dà dell’ignorante e della fascista alla Meloni e più potenziali elettori si sentiranno da lei rappresentati». Un’indignatissima Valeria Marini rispose: «Cara selvaggia hai TANTO ANZI TUTTO da imparare da GIORGIA MELONI.. PER ESEMPIO il RISPETTO CHE HA PER GLI ALTRI E SOPRATTUTTO PER UNIVERSO FEMMINILE E PER TUTTE LE DONNE». Ovviamente, considerando come Giorgia Meloni rispetti solo chi le interessa, questo fece tanto discutere. E adesso, nel girone, c’è finita Cristina D’Avena.

La risposta di Cristina D’Avena alle critiche

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Cristina D’Avena this you?

Sui suoi profili social, Cristina D’Avena si rivolge direttamente al suo pubblico, ai “cari amici“, dicendo di essere venuta a conoscenza della polemica e anche delle critiche nei suoi confronti in seguito alla sua «partecipazione alla festa di questa sera, in Piazza del Popolo a Roma», e per questo ha deciso di ricordare al suo pubblico tutta la sua carriera, dai posti che ha visitato («nelle piazze dei paesi, nei palazzetti delle città, nei teatri, in televisione, nelle feste LGBTQ+ e anche alle Feste dell’Unità. Nei Pride e al Vaticano») all’impegno e alla gratitudine che ci messo.

«Perché le mie canzoni non desiderano altro che portare allegria e spensieratezza a chi è cresciuto con loro e a chi le canta assieme a me. Tutti, nessuno escluso», scrive ancora, dicendo che «questo non è qualunquismo, ma libertà». Poi sottolinea che nella serata non porterà con sé «ideologie, ma musica». Chiaramente, però, se Cristina D’Avena non vuole portare ideologie, sarà letteralmente al centro delle ideologie (di destra estrema, tra l’altro). Riusciresti a cantare davanti a uno che considererebbe le persone LGBT come malate? O che ritiene che le carriera alias sia una mancanza di rispetto per le persone cisgender?

Dice di non schierarsi, ma è inevitabile schierarsi. Ti saresti schierata non cantando davanti a un branco di fascisti (e non lo dice lo staff di Cup of Green Tea, ma ricordiamo l’inchiesta di Fanpage su Fratelli d’Italia), e ti sei schierata anche decidendo di cantare per loro. «Ho accolto un invito per cantare, non per militare sotto una bandiera. E se posso trasformare una polemica in qualcosa di più utile, vorrei fosse – questa – un’ottima occasione per dimostrare (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che la musica unisce, include, conforta». Cara Cristina D’Avena, la musica unisce, ma divide anche. Ce li vedi i Modena City Ramblers a cantare per Giorgia Meloni?

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Cristina D’Avena

«Ho sostenuto, e sempre sosterrò, i diritti civili e l’amore universale che dovrebbe essere alla base della crescita di ogni essere umano», tu forse l’avrai fatto. Giorgia Meloni, però, no. Lo vogliamo ricordare? Giorgia Meloni non si definisce omofoba, ma le dichiarazioni che ha fatto contro Pride, figli omosessuali, gender, drag queen, immigrati LGBT, i discorsi e tutte le fake news, dicono qualcosa di diverso. «Canto Pollon, i Puffi, Memole, Occhi di Gatto, Mila e Shiro…. Sono inni di leggerezza e di fantasia… e di nessuna altra natura o pretesa», conclude Cristina D’Avena.

Le sue spiegazioni, comunque, sono servite a poco. Dario Accolla, giornalista de Il Fatto Quotidiano, commenta: «Se vai alla festa di un partito popolato di fascisti, alleato con Orban che discrimina le persone LGBT, che ha fatto della persecuzione alle persone transgender una battaglia politica qualificante, che si scaglia contro le famiglie arcobaleno, avalli quelle scelte e quei posizionamenti. La leggerezza non è una scusa per il disimpegno sui diritti umani. Per quel che mi riguarda hai chiuso per sempre con la comunità LGBT». C’è ovviamente chi cavalca l’onda del momento (Tommaso Zorzi che ha cantato genitore 1 genitore 2 con Giorgia Meloni, ce l’abbiamo con te), ma su Twitter la situazione non è diversa:

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