Ricordate la professoressa di latino dell’Università del Salento accusata tramite una lettera indirizzata alla ministra dell’Università e della Ricerca dall’associazione Unione degli Universitari – Lecce di vessare i propri studenti in sede d’esame? Secondo quanto comunicano i vari quotidiani locali, il rettore Fabio Pollice ha avviato un’inchiesta interna e sembrerebbe proprio che, effettivamente, la docente trattasse male i suoi studenti, in quanto a distanza di qualche mese è arrivato prima il sollevamento temporaneo dalla presidenza della commissione di esame e poi la sospensione.
Torniamo indietro per chi non avesse voglia di rileggere l’articolo sul caso. La lettera è scritta dall’Unione degli Universitari di Lecce e inizia con il ricordo della studentessa che si è suicidata nella sua università, la IULM di Milano, per poi commentare: «Il 24 gennaio, si tiene l’appello di lingua e letteratura latina in Unisalento, come i precedenti appelli la maggior parte di studenti e studentesse viene bocciata, non prima di aver ricevuto numerosi insulti da parte degli esaminatori». Da quel momento, poi, è stato aperto il vaso di pandora.
Scrivono che questi due eventi possono sembrare inizialmente separati, ma in realtà sono collegati dalla stessa matrice sociale che permea la nostra società e che è caratterizzata dalla cultura del merito. Nel caso della docente della loro università, trovano che ci siano state «persone che dal comportamento dei docenti durante l’esame hanno imparato solo ad interiorizzare il terrore dello studio, che non dovrebbe caratterizzare un percorso universitario. L’estate scorsa una ragazza si è sentita male a causa della troppa pressione e le docenti hanno dovuto chiamare l’ambulanza». E quindi denunciano per prevenire i traumi.
Poi all’interno della lettera parlano anche di diverse irregolarità, come la «agli appelli di un ormai ex docente che non è autorizzato ad interrogare ma che lo fa indisturbato da anni». Terrificanti sono anche le testimonianze, che però potete leggere nell’articolo linkato all’inizio. La docente si difese con il Corriere del Mezzogiorno definendo le accuse «del tutto infondate, offensive e diffamatorie», «supportate da studenti evidentemente delusi dall’esito dell’esame, istigati e strumentalizzati ad arte ed a fini speculativi, per screditare il mio lavoro e la mia correttezza e serietà professionale». Eppure…
Università del Salento: sospesa la docente che vessava gli studenti
La professoressa Sabina Tuzzo, docente di Letteratura Latina dell’Università del Salento, è stata ufficialmente sospesa per quattro mesi dall’insegnamento, vedendosi quindi sospeso anche lo stipendio. Da quando c’è stato il caso mediatico era comunque stata assente dal lavoro e dagli appelli d’esame immediata presentando dei certificati medici, ma adesso la decisione del Consiglio d’Amministrazione dell’università su richiesta della Commissione di disciplina è valida, ed entrerà in vigore dal primo luglio.
Ancora non c’è una dichiarazione ufficiale dell’associazione studentesca Unione degli Universitari di Lecce, ma intanto sul web le persone gioiscono per la giustizia: «Come lei ce ne sono tante. Hanno fatto bene gli studenti a denunciarla. Se lei si ritiene innocente che lo dimostri, ma dubito. Avevo una prof così. Sembrava avesse inghiottito un manico di scopa. Senza pietà, se è colpevole, deve pagare», scrive un utente su Twitter. Su Facebook qualcuno invece ritiene che quattro mesi siano pochi, ma loda comunque chi ha avuto il coraggio di denunciare.
«La notizia non mi meraviglia. Un plauso ai ragazzi che hanno esposto il problema al rettore. Alcuni docenti dimenticano il rispetto e l’umanità abusando della loro posizione. Potranno avere tutta la cultura del mondo, ma restano manchevoli nei rapporti umani», commenta un altro utente su Facebook. Ed è proprio vero: per quanti docenti appassionati ci siano, alcuni esagerano. Nella stessa Puglia, abbiamo letto delle testimonianze di docenti che vessano gli studenti a Bari.
Penso alle testimonianze raccontate da noi in un articolo dello scorso anno, ma anche alla denuncia di Serena De Sandi, presidentessa di APS Univox e studentessa di Lettere Classiche all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, che in un’intervista con la Gazzetta del Mezzogiorno ha raccontato: «Di fronte ad una bocciatura che è stata preannunciata dalla frase “Signorina, per me è una vergogna avere una studentessa come lei al mio appello”, avevo preso una decisione. Mi ero convinta di non essere adatta». Le parole sono importanti. E dei docenti, in particolare dei docenti di lettere, questo dovrebbero già saperlo.
Un abbraccio a chi soffre e ha sofferto a causa dell’università, e avanti tutta per chi ha il coraggio di denunciare.
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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