Tag: studenti

Non si tratta di “regalare la laurea”, ma di rispettare i propri studenti
Opinioni attuali, Università

Non si tratta di “regalare la laurea”, ma di rispettare i propri studenti

Io forse lo ripeterò fino alla mia morte, ma a uccidere gli studenti non è il programma di studi troppo lungo con nozioni su nozioni che molto probabilmente dimenticheranno subito dopo l'esame, quanto più il sentirsi un fallimento, o ancora di più i docenti che finiscono per umiliare i propri studenti (e i casi non sono pochi, proprio qualche giorno fa abbiamo parlato di quello di Ester Barrale, siciliana in un'università del nord) portandoli a non voler più sostenere esami o che, comunque, scavano cicatrici profonde nella loro autostima creando anche dei veri e propri traumi. Purtroppo storie di docenti che vessano i propri studenti non sono per niente rare, solo che se n'è parlato sempre troppo poco. "È una vergogna per me interrogarti" o ancora "Ma gli altri esami come vanno? Male, ...
Lo sportello psicologico nelle università c’è già, ma non basta: CNSU ha presentato un’interrogazione alla ministra Bernini
News dal mondo, Università

Lo sportello psicologico nelle università c’è già, ma non basta: CNSU ha presentato un’interrogazione alla ministra Bernini

Due studenti sono morti nel 2023, ed entrambi hanno utilizzato il termine fallimento nelle loro lettere d'addio. In un'Italia e in un governo che non fa che parlare di merito, e merito e ancora merito, gli studenti vogliono quanto prima delle risposte da parte dalla Ministra dell'Università Anna Maria Bernini che, tra l'altro, ha aspettato un bel po' di giorni per fare un post (e non dal suo profilo privato, dove invece è presente ancora oggi la foto dello studente di 20 anni laureato tramite università private in giurisprudenza, bensì da quello del Mur). Ha promesso dei presidi. Insomma, il supporto psicologico che nelle università già c'è, e va troppo a rilento! Nell’articolo di La Repubblica si dice il nome del ragazzo, ma noi abbiamo scelto di non scriverlo. Vi diciamo che lui,...
I quattro studenti incensurati che si trovano ai domiciliari da 7 mesi per la manifestazione a Torino
Opinioni attuali

I quattro studenti incensurati che si trovano ai domiciliari da 7 mesi per la manifestazione a Torino

Non si sta parlando abbastanza dei quattro studenti incensurati che sette mesi fa sono stati arrestati e sottoposti a custodia cautelare dopo aver partecipato, il 18 febbraio, a una manifestazione studentesca a Torino. La manifestazione aveva l'obiettivo di protestare contro l'alternanza scuola-lavoro, in seguito alla morte di Lorenzo Parelli durante l’alternanza scuola-lavoro. Tuttavia, qualcosa andò storto, e infatti quattro studenti, ancora dopo sette mesi, si trovano agli arresti domiciliari (tre di questi sono anche stati brevemente in carcere). E intanto il 15enne che accoltellò Marta Novello è libero. Lorenzo Parelli aveva 18 anni, ed è morto a gennaio, schiacciato da una putrella cadutagli addosso. In quel caso abbiamo letto i soliti politici con le loro solite condoglianz...
Quello che non avete capito della manifestazione degli studenti
Opinioni attuali, Università

Quello che non avete capito della manifestazione degli studenti

Venerdì scorso migliaia di studenti hanno partecipato a manifestazioni in tutta Italia, dal Sud al Nord. Quando degli studenti manifestano, è perché c'è del disagio generale, perché c'è il desiderio di voler cambiare una situazione. E in effetti, in un'Italia in cui non ci sono prospettive future, in cui uno studente delle superiori viene costretto a fare alternanza scuola-lavoro spesso in un percorso che più che formativo è di sfruttamento e uno studente universitario si trova a vivere una situazione in cui devi prendere sempre più lauree per un lavoro che non esiste, il tutto con anni di esperienza, c'è tanto da manifestare. Perché il 18 novembre gli studenti sono scesi in piazza? Il motivo principale è la richiesta di una scuola «innovativa, partecipata, antifascista, antirazzista, ...
Ma studiare in Italia con il progetto Erasmus+… è così semplice? La storia di una studentessa tunisina
Opinioni attuali

Ma studiare in Italia con il progetto Erasmus+… è così semplice? La storia di una studentessa tunisina

In questi giorni non si fa che parlare di sbarchi e di immigrazioni; in molti domandando, ignorantemente, "perché non vengono con l'aereo o con il treno?". Semplicemente perché anche facendo tutto legalmente, l'Italia è razzista. L'Italia non invoglia gli studenti a venire a studiare nel nostro belpaese, neanche con l'Erasmus. Nonostante ami vantarsi delle nostre università (senza però parlare degli studenti fuoricorso, della salute mentale e neanche dei suicidi degli studenti che sentono troppa pressione addosso), poi chiude le porte agli studenti non europei o non statunitensi che sognano di frequentare una delle nostre facoltose università. È il caso di Nour, una studentessa tunisina di giurisprudenza, che avrebbe voluto fare l'Erasmus in un'università italiana. Nour ha condivis...
Caso Carlotta Rossignoli: necessaria chiarezza su alcuni punti della storia
News dal mondo, Università

Caso Carlotta Rossignoli: necessaria chiarezza su alcuni punti della storia

Qualche giorno fa abbiamo parlato del caso Carlotta Rossignoli, la «modella e medico a 23 anni» osannata da tanti giornali, da qualche adulto e da pochi coetanei. Alcuni parlano di invidia, altri dicono che bisognerebbe solo "congratularsi", ma temo che si sia perso il punto del discorso polemico che circonda la sua figura: se Carlotta Rossignoli si fosse semplicemente laureata prima come molti altri coetanei, nessuno le sarebbe andato contro (in quel caso i problemi sono causati dai giornali che spettacolarizzano); il fatto è il suo messaggio del dormire come tempo perso, e anche qualcosa della sua storia che non torna e che fa pensare, più che a privilegio, a raccomandazione. Carlotta Rossignoli Dal Corriere della Sera siamo venuti a sapere che la neo dottoressa ha concluso la mat...
Milano è diventata una città per ricchi: la storia di Carmelo
Economia e finanza

Milano è diventata una città per ricchi: la storia di Carmelo

Milano è diventata una città per ricchi. Se Vdnews che si è occupata del servizio di cui parleremo oggi ha posto la storia come una domanda, io, che negli ultimi mesi ho cercato affitti anche a Milano, rispondo chiaro e tondo: Milano è una città per ricchi, perché uno studente, un lavoratore alle prime armi, quelli "senza esperienza" perché appena usciti dall'università, quelli che magari sono addirittura in stage, non riescono a poter sostenere, con il proprio solo stipendio o con una borsa di studio, la vita nella città più famosa del nord Italia. Abbiamo già parlato della situazione affitti in Italia quest'anno, pubblicando un report di Immobiliare Insights, celebre agenzia che affitta in tutta Italia a studenti fuorisede, secondo cui in un anno gli affitti in Italia sono aument...
Perché per le testate è più importante un click in più rispetto alla dignità
Opinioni attuali, Università

Perché per le testate è più importante un click in più rispetto alla dignità

Avete notato quante persone sono riuscite a prendere 100 e lode quest'anno? Io sì, nonostante sia fuori dal sistema scolastico da un po' di anni. Come lo so? Perché non so neanche quanti articoli su non so quanti ragazzi prodigio abbia letto. Poi fino al mese scorso condividevano la storia di quella ragazza che si è laureata e ha cercato di normalizzare il fuoricorso, l'ansia per gli esami e parlando anche degli studenti che si suicidano per lo studio e per le troppe aspettative (oh, aspetta, sono io quella ragazza). Questa è l'ipocrisia dei giornali e delle testate italiane, che cercano il click, fregandosene completamente degli studenti. Facciamo una premessa: complimenti a tutti gli studenti che sono riusciti a concludere il percorso scolastico, qualsiasi sia stato il loro voto...
Studenti in piazza contro l’alternanza scuola-lavoro — FOTO E VIDEO
Opinioni attuali

Studenti in piazza contro l’alternanza scuola-lavoro — FOTO E VIDEO

L'alternanza scuola-lavoro va abolita: è questo il messaggio che migliaia di studenti in più di 40 piazze d'Italia hanno voluto trasmettere nella giornata di ieri. Un messaggio che da mesi, da anni, cercano di far ascoltare a chi ha il potere di cambiare la loro situazione, ma che comincia a essere solamente sentito in questi giorni, dopo due disgrazie. Si chiamavano Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci. Avevano 18 e 16 anni e sono morti a causa di un sistema che ci vuole lavoratori ancor prima di studenti. Lorenzo Parelli aveva 18 anni, ed è morto a gennaio, schiacciato da una putrella cadutagli addosso. In quel caso abbiamo letto i soliti politici con le loro solite condoglianze, come se non avessero oggettivamente il potere di salvare i ragazzi dal loro futuro, o almeno come se non pot...
L’università non è una gara e quando lo capiremo potremo viverla al meglio
Opinioni attuali, Università

L’università non è una gara e quando lo capiremo potremo viverla al meglio

Negli ultimi giorni ho letto così tanti articoli su studenti che si laureano molto prima del previsto che mi son detta: non posso non scriverne. Tuttavia, devo ammetterlo, sono rimasta stupita anche dal gran numero di coetanei che ha espresso il proprio dissenso nei confronti di questi articoli e dei post a riguardo, in particolare verso la ragazza laureata in giurisprudenza che ha preso in giro una malattia come la depressione, che non scegli di avere e che non puoi guarire, come pensano in molti, «pensando positivo». Fonte: pinterest Chi segue il mio blog sa che sono appena tornata dalla mia esperienza Erasmus, per cui ho provato l'ebrezza di studiare all'estero e quindi scoprire un nuovo mondo universitario magico in cui i professori ti rispettano, rispondono entro 5 minuti alle...