Tiziana Cantone, secondo il medico legale non è stato un suicidio

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«Tiziana Cantone fu strangolata», queste le parole del medico legale Mariano Cingolano che arrivano cinque anni dopo la morte della 31enne che sembrava essersi suicidata dopo aver subito del revenge porn e tutte le conseguenze. Teresa Giglio, sua madre, tuttavia, non ha mai creduto che la figlia si fosse suicidata e infatti negli ultimi mesi è riuscita a far avere un’autopsia sul corpo riesumato e, quest’autopsia, ha portato a un risultato che dovrebbe far vergognare l’interno Stato italiano: Tiziana Cantone non si è suicidata, ma è stata uccisa.

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Qualche mese fa vi abbiamo raccontato di Tiziana Cantone e il mistero della sua morte. A prima vista, tutto sembrava portare a un suicidio. Non solo è stata attaccata da tutti i media, ma tutti quelli che conoscevano il suo nome ridevano di lei. Le cose intorno al suo corpo, però, erano piuttosto sospette, come il suo iPad e lo smartphone completamente puliti, come se non l’avesse mai usati. Inoltre, come ha fatto la pashmina a formare un solco di 2,5 cm sul suo collo? Sua madre ha lottato per molti anni e non è stata ascoltata fino alla fine di maggio.

Quello che è successo a Tiziana Cantone si sarebbe potuto evitare. Se ci fosse stata più consapevolezza (se accadesse oggi, la gente non reagirebbe così, o meglio, alcune parti reagirebbero sicuramente allo stesso modo, ma altre la difenderebbero correttamente) su quello che questa povera ragazza ha dovuto subire, avrebbe potuto evitare di soffrire, secondo la legge del revenge porn che abbiamo oggi (purtroppo grazie alla sua morte), ma 4 anni fa era solo un’utopia. Ma, cosa più importante, se un uomo non avesse pensato di postare un video di una ragazza senza il suo consenso, questo avrebbe potuto essere evitato.

Gira sempre tutto intorno a quello: al consenso. E guarda caso quando si parla di consenso si parla anche di una donna a cui non è stato chiesto il permesso, che è stata costretta a fare qualcosa, o che è stato fatto senza il suo parere. Quando è stato pubblicato il video nessuno ha pensato a Tiziana Cantone come una persona, come una vittima. Tutti andavano in giro urlando le parole che pronunciava in quel video, come fossero una barzelletta, come se una donna innocente non fosse stata resa una vittima da parte di un uomo di cui lei si era fidata.

Nessuno ha pensato all’uomo presente nel video. Lui era qualcosa di contorno, forse per qualcuno è stato persino un eroe. Quando è stata trovata morta nel suo appartamento, impiccata con una pashmina, è stato subito deciso che fosse morta per suicidio. D’altronde, tutto l’odio e le attenzioni mediatiche (si facevano persino articoli online sul suo video!) ottenute in quel periodo, avrebbero distrutto psicologicamente qualsiasi persona debole, per cui pensare al suicidio sembrava la scelta più ovvia. Ma se non fosse stato così? Se Tiziana Cantone in realtà non si fosse tolta la vita da sola?

Il caso di Tiziana Cantone

Faremo un piccolo riassunto del perché Tiziana Cantone potrebbe essere stata portata al suicidio, ma se voleste leggerlo più nel dettaglio, cliccate qui, se invece voleste solo i dettagli più importanti potete continuare a leggere quest’articolo.

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La prima inchiesta su Tiziana Cantone su subito archiviata dalla procura di Napoli Nord, tuttavia Teresa Giglio, mamma della ragazza, non è mai stata convinta del suicidio della figlia e non ha mai smesso di lottare in tutti questi anni. Ma perché non era convinta del suicidio? In primis, il tablet e il telefono di Tiziana Cantone sembrava che non fossero mai stati utilizzati, erano completamente resettati se non per quattro pagine aperte sul browser Safari. Tuttavia, considerando da quanto avesse il tablet, sembra pressoché impossibile che abbia utilizzato solo quelle quattro pagine.

Secondo gli esperti che hanno analizzato la questione, questa manomissione sarebbe avvenuta per mani di qualcuno senza esperienza. Ma non finisce qui, perché c’è anche una grande incongruenza per quanto concerne la galleria della Apple. Chi possiede un dispositivo sa che le immagini sono numerate da 0001 in crescendo, tuttavia sull’iPad di Tiziana Cantone «foto del 2008 è intitolata 0004. Ciò si concretizza in un’anomalia a una manipolazione poiché quanto trovato non rispecchia il sistema operativo del dispositivo ed è per definizione un intervento esterno. Si fa anche notare che risulterebbero comunque mancanti le foto 009, 0014 e 0015».

Infine, «secondo quanto riportato dagli stessi carabinieri, la Sim originale Vodafone fu sequestrata unitamente con l’iPhone di Tiziana Cantone, in una busta separata, una volta estratto dal dispositivo per essere fotografata e inserita nel fascicolo fotografico. Ma lo stesso dispositivo, quando fu restituito alla signora Giglio aveva al suo interno una Sim bianca (o vuota) e non quella indicata nei due documenti della polizia giudiziaria».

La riesumazione del corpo

Il corpo è stato riesumato dopo quasi cinque anni dalla sua morte, disposta dal sostituto procuratore Giovanni Corona della Procura della Repubblica di Napoli Nord. A fare l’autopsia è stato il medico legale Mariano Cingolani, ordinario presso l’Università di Macerata, incaricato dall’Emme-Team, il gruppo di legali che assiste Teresa Giglio nella battaglia per dare giustizia alla figlia. Dall’autopsia sono emersi degli importanti dettagli che evidentemente cinque anni fa non erano stati notati, probabilmente a causa della fretta e della situazione.

La notizia è stata riportata da Il Mattino e sembrerebbe che sul collo di Tiziana Cantone c’erano due lesioni: una da strangolamento e una idonea a simulare un’impiccagione. «La seconda lesione reca caratteristiche tipiche del solco da strangolamento, per uniformità di profondità, continuità e andamento trasversale. La lesione due (ipotesi strangolamento) ha preceduto la lesione uno (impiccamento, suicidio)», dice il consulente al Messaggero.

Proprio a causa della presenza dei due solchi, di cui uno «discontinuo e obliquo» che sembra essere lo strangolamento e uno «trasversale e uniforme», che sarebbe l’impiccaggione, «l’impiccamento ha avuto lo scopo di dissimulare, confondere o rendere più difficilmente percepibile la prima modalità lesiva, tentando di simulare una modalità lesiva risaputamente suicidiaria». Adesso si attendo l’esame autoptico che ancora non è stato presentato alla Procura dai consulenti.

La storia di Tiziana Cantone non è più solo la testimonianza delle conseguenze del revenge porn, ma è anche la chiara evidenza di come in Italia la giustizia non funziona poi così bene come si tende a far credere. Non è il nostro scopo generalizzare, ma tra i casi irrisolti e irrisolti a causa di depistaggi ed errori delle forze dell’ordine come nel caso di Denise Pipitone e i casi in cui semplicemente non si è indagato perché era palese fosse suicidio, ci fanno davvero vergognare di vivere in Italia. Date giustizia a Tiziana Cantone.

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Fonte: Chi l’ha visto

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