Quando i social network possono fare del bene al mondo (sai com’è, ne ha urgente bisogno)

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Lungi da me è l’intenzione di atteggiarmi da maestrina per spiegare quanti messaggi positivi i social network possano condividere, se non fosse per quei leoncini da tastiera convinti che “mostrarsi” sia un peccato capitale, volto al mero scopo di ricevere approvazione o di rendersi migliori agli occhi degli altri. Invece che fare la predica a chi li usa in modo consapevole e con nobili intenzioni, sarebbe forse meglio concentrarsi su chi li sfrutta arrivando a ledere alla libertà – e alla vita – degli altri. Questo è per te Giulia.

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Fonte: Getty Images

Quando i social network possono fare del bene al mondo (sai com’è, ne ha urgente bisogno)

Un peccato capitale, , pena l’Inferno (per chi ci crede). Le piattaforme social sono nate proprio con l’idea di permettere ai loro utenti di condividere immagini, pensieri ed esperienze con gli amici più stretti, allargandosi poi al resto del mondo. Eppure ad alcuni infastidisce che qualcuno possa utilizzarle rispettandone lo scopo primario.

Negli ultimi anni, in particolare, i social media sono diventati un mezzo capace di sensibilizzare i propri membri su tematiche di cui spesso non troviamo valide informazioni in nessuno dei gruppi di apprendimento predisposti dalla società. Viceversa, è giusto sottolineare come la presa visione in rete di tali temi abbia incoraggiato la scuola e le famiglie ad educare i giovani cittadini del mondo allo stesso modo.

Che si tratti di body positivity o di un account dedicato a semplici ricette di cucina, i social sono diventati una parte fondamentale della nostra educazione personale, nel pratico e nello spirito (no, non quello hegeliano, ma avete capito il concetto).

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Fonte: Getty Images

Non sempre sono però un terreno sicuro, in particolare per i soggetti più suscettibili o facilmente influenzabili, e non sempre promuovono la scalata al successo di personalità a cui non andrebbe permesso l’accesso alle suddette piattaforme, si veda la tragedia provocata dal gruppo attivo su YouTube The Borderline e le sue conseguenze.

Ma ciò non significa che non si possano trovare persone che in qualche modo possono diventare un modello d’esempio, aiutarci a capire meglio che cosa stia succedendo là fuori, o renderci più sicuri di noi stessi. Non significa nemmeno che i social non debbano essere una forma di svago, anzi. Significa solo che è possibile imparare dall’esperienze di chi ha deciso di “mostrarsi” e condividere un pezzo della sua storia, anche chi non pensava che sarebbe mai stato ascoltato.

Per chi non ne fosse a conoscenza – dopo il Giorno delle Lontre e quello dell’Ambienteil 14 giugno si è celebrata la Giornata Mondiale dei Donatori di Sangue. L’AVIS è l’associazione che in Italia gestisce la donazione di sangue su tutto il territorio del Bel Paese, un atto di volontariato che può aiutare a salvare molte vite. Si tratta di un gesto importante, che non tutti possono fare per problemi di salute o per limiti di età e peso, ma che molti nemmeno prendono in considerazione per leggende metropolitane.

Ricordo ancora il giorno in cui i volontari dell’AIDO, l’associazione responsabile della donazioni di organi e tessuti italiana, si sono presentati nel mio vecchio liceo per raccontarci che cosa significasse davvero diventare donatori, e anche quanti sbagliati luoghi comuni esistessero su quelle che, alla fine, sono scelte personali, ma che possono rivelarsi la variabile decisiva per un cuore che vuole continuare a battere. Donare rappresenta il più grande atto di vita che chiunque possa compiere.

È qualcosa di cui andarne fieri, ed è qualcosa che va “mostrato” anche per raccontare la propria esperienza, per invitare gli altri a prendere in considerazione l’idea di fare lo stesso.

Giulia l’ha fatto, eppure qualcuno ha ben pensato che fosse un mezzo per vantarsi: una foto e un video che racchiudono tante emozioni, solo per pavoneggiarsi di un atto d’amore verso il prossimo.

Ma sapete una cosa? Se avete la possibilità di fare del volontariato – che si tratti di donare il proprio sangue o di salvare una specie a rischio di estinzione – potete mostrarlo sui social network o a chi vi pare, con tutto l’orgoglio che solo un traguardo privo di egoismo vi può portare.

I social network, cari leoncini da tastiera, sono nati proprio per “mostrarsi”, e se lo si fa per sensibilizzare o condividere un’esperienza, quelli nel torto siete solo voi.

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