The Borderline causano un incidente stradale per un video su Youtube, morto un bambino di 5 anni

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Un bambino di cinque anni è morto in un incidente stradale che si è verificato nel primo pomeriggio di ieri. Coinvolti gli youtuber The Borderline (quattro ragazzi e una ragazza, tutti sui vent’anni) che guidavano una Lamborghini affittata per una challenge di Youtube, e una madre che guidava una Smart con all’interno i suoi due figli, uno di cinque che è morto non appena è arrivato in ospedale e una di quattro che fortunatamente ora è fuori pericolo. Più le ore passano, più le testimonianze dell’incidente inquietano, per la poca lucidità e troppa insensibilità dei giovani adulti, troppo presi da fama e followers.

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Le prime informazioni raccolte indicano che la Smart, con la madre e i bambini a bordo, stava viaggiando lungo via di Macchia Saponara proveniente dalla Colombo. Al contrario, il SUV Lamborghini si stava muovendo nella direzione opposta. Gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale del Gruppo X Mare sono giunti tempestivamente sul luogo dell’incidente. Appena arrivati, hanno avviato le procedure di rilievo standard al fine di comprendere l’esatta dinamica dell’incidente e stabilire eventuali responsabilità riguardo all’accaduto. Al momento, non sono ancora disponibili informazioni certe riguardo a quanto effettivamente accaduto.

Al momento il web è diviso per tre quarti. Solo una piccola parte tenta di difendere i ragazzi, e non solo i fan accaniti. Diversi ritengono che non bisogni incolparli ancor prima di sapere con certezza, ma è inevitabile pensare: e se non avessero fatto quella stupida challenge per ricevere followers? Se non avessero mai affittato quella Lamborghini? Poi, si vedrà la dinamica e si capirà se davvero il video è stata la causa della morte di un bambino di cinque anni, ma l’insensibilità che per ora si vede da parte di uno dei ragazzi dei The Borderline è davvero sconvolgente.

The Borderline: l’incidente e le testimonianze

Sull’incidente fra i The Borderline e la famiglia si può dire poco di più, in quanto le dinamiche sono ancora da accertare. Uno dei residenti della zona racconta di star rientrando a casa e di aver visto due pattuglie dei carabinieri e molte persone a curiosare. «La donna era a terra, alcune persone erano vicino a lei. Un medico la stava curando: si capiva che si trattava di una cosa molto grande, ma non sono rimasto a guardare. Secondo me c’era fin troppa gente, spinta dalla curiosità. Ma non c’è niente da curiosare, si è trattato di un incidente molto grave», ha detto a Fanpage. Le automobili accartocciate.

I ragazzi nel frattempo hanno raggiunto tantissimi followers in più, e questo sconvolge e non poco. Ma ancor di più il racconto del padre di un compagno di scuola di Manuel, il bambino che ha perso la vita, che a Fanpage ha raccontato che i The Borderline «sono rimasti qua quattro ore tranquilli, senza versare neanche una lacrima. È stata una roba scandalosa: uno dei genitori della scuola li ha visti, stavano ancora facendo il video. Si è avvicinato e ha chiesto loro cosa stessero facendo. C’è un bambino a terra che sta morendo e ti metti a fare un video? Ha reagito male, si è avvicinato ed ha strattonato i ragazzi: sembra che sia stato denunciato lui, addirittura».

Continua poi: «Io sono arrivato dopo una quindicina di minuti, ma mi hanno raccontato che i ragazzi sono scesi dall’auto per fare dei video. Ridendo, sorridendo, scherzando. Per loro era una cosa bella quello che hanno fatto, questo è lo scandalo: questi ragazzi dopo che hanno fatto quello che sappiamo, anziché pentirsi e stare qua, pensavano ancora ai video, ai followers. Spero che marcisca in carcere. Cinquanta ore dentro una macchina: ma a voi sembra normale? Il genitore di questo ragazzo lo sa che il figlio fa sta roba? Se mio figlio sta cinquanta ore dentro una Lamborghini, io non faccio nulla? Io a vent’anni lavoravo, non andavo in giro su una Lamborghini a fare i video».

Vito Loiacono, uno dei ragazzi all’interno dell’auto e membro dei The Borderline, ha avuto l’audacia di scrivere un commento su Instagram, sotto un video ironico: «Salve, il trauma che sto provando è indescrivibile, ci tengo solo a dire che io non mi sono mai messo al volante e che sto vicinissimo alla famiglia della vittima», il tutto contornato con un bel cuore rosso. Non delle scuse, ma semplicemente uno scaricabarile. Anche il noleggiatore dell’auto esprimere «il cordoglio a nome di tutto lo staff alla famiglia del bimbo, sono distrutto», ma ricorda anche che loro noleggiano solo l-auto e non hanno responsabilità sull’incidente.

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Il commento di uno dei The Borderline

Loiacono aveva anche pubblicato un video prima dell’incidente. Rega, ‘sta macchina va più veloce de Saetta McQueen. Mamma mia, me sembra de cavalcà un drago», dice il ragazzo nel video. Poi simula un siparietto con un altro automobilista immaginario: «Ma questo con la Smart che sta facendo? Bello, la macchina tua costa 300 euro alla Conad, la mia vale un miliardo». E poi, l’incidente è avvenuto proprio con una Smart.

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Uno dei membri dei The Borderline

Anche la politica dà la propria opinione sul caso The Borderline. Matteo Salvini, vicepremier, ha detto all’assemblea di Confcooperative: «Un bimbo di cinque anni è morto alle porte di Roma, pare fosse in svolgimento una competizione social di youtuber in 5 su una Lamborghini che hanno stritolato questo bimbo. Se sei recidivo e togli la vita a una persona perché sei un cretino al volante, tu la patente non la vedi più per il resto di tuoi giorni, non è che la sospendo per qualche mese».

Carlo Calenda, leader di Azione: «Quello che è accaduto è un’insensata mostruosità. I canali social vanno regolati, le piattaforme devono essere responsabili per i contenuti pericolosi che contribuiscono a diffondere e occorre fare una grande campagna informativa sui rischi connessi. Subito».

Il sindaco di Roma Gualtieri scrive invece su Twitter: «Mi unisco al dolore dei familiari del piccolo che ha perso la vita nel tragico incidente di oggi a Casal Palocco. Mi auguro che la madre e la sorellina possano rimettersi presto e che le forze dell’ordine accertino quanto prima le responsabilità di quanto è accaduto». Il presidente del Codacons Carlo Rienzi: «Nella capitale il bilancio delle vittime della strada continua a crescere giorno dopo giorno. Ai 150 morti registrati nel 2022 si aggiungono i 73 decessi avvenuti sulle strade capitoline da inizio anno ad oggi, per un totale di 223 morti nell’ultimo biennio. Dati drammatici che dimostrano come a Roma non si sia fatto abbastanza sul fronte della sicurezza stradale».

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