La bellissima lettera di una preside agli studenti bocciati

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Bella e soprattutto umana la lettera scritta dalla preside di un liceo di Milano, il liceo scientifico Bottoni, ai suoi studenti bocciati. Spesso si vede la bocciatura come un fallimento personale e molti invece di prenderla come un modo per crescere e per migliorare, semplicemente finiscono per arrabbiarsi con i propri docenti arrivando a far crescere anche un grande astio nei confronti dell’istituzione scolastica. Ovviamente alcune bocciature son più meritate di altre e a volte non tutte le bocciature sono giuste, ma per una volta non saremo polemici a riguardo e leggeremo solo la bellissima lettera della preside.

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Esattamente un anno fa, durante la maturità del 2022, abbiamo scritto un articolo su come fosse tossica la narrazione dei giornali sugli studenti che escono con 100 e lode dalla maturità, articoli che lo scorso anno sono spuntati come funghi. In quel caso, ovviamente, non abbiamo dato alcuna colpa alla cosiddette eccellenze, quanto più delle scuole che dovevano vantarsi della presenza di studenti tanto qualificati che sicuramente riusciranno a diventare qualcuno, a laurearsi o a eccellere in qualche settore.

Pochissime volte però si parla degli studenti che invece vengono bocciati, e soprattutto a domandarsi: cos’ha portato lo studente a non studiare? Perché ha fatto tante assenze? È stato male? Ha avuto problemi in famiglia? Forse anche gli insegnanti non sono stati in grado di portarlo a studiare (ricordiamo che il compito di un docente non è solo aprire un libro e spiegare, ma anche parlare con i propri allievi e incitarli nello studio della propria materia)? Poi, sì, ci sono proprio i casi in cui l’alunno non ha voglia di studiare, non vuole studiare, e magari non vuole neanche finire la scuola. La dispersione scolastica è un problema abbastanza diffuso, e non bisogna vergognarsene.

Per questo ritengo che sia importantissimo che tutti gli studenti leggano la bellissima lettera della preside Giovanna Mezzatesta, e che sia diffusa a livello nazionale in tutte le scuole. Perché queste sono le circolari importanti, queste sono le iniziative degne di nota. Ma se non sarà il ministero (che, a proposito, ha ben pensato di rendere elitarie le facoltà di chi vuole insegnare), allora è necessario che faccia il giro del web, in modo che quante più persone possibili possano ricevere quest’abbraccio virtuale.

La lettera della preside Mezzatesta agli studenti bocciati

Così inizia: «Eccoti lì davanti al PC. Ci dovrebbe essere scritto: ‘Non ammesso alla classe successiva’, oppure forse ‘Non ammesso agli esami’. Immagino che ci starai odiando. Forse starai pensando che nel decidere questa cosa abbiamo voluto punirti. O addirittura che l’abbiamo fatto perché ci stai antipatico/a, perché non ti sopportiamo, perché abbiamo voluto darti ‘una lezione‘». Dei pensieri che è probabile che molti dei suoi studenti (circa un’ottantina son stati bocciati, quindi il 10% degli studenti) ha davvero avuto.

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La dirigente del liceo scientifico Bottoni di Milano

Ma lei mette subito le cose in chiaro: «No. Non è così che va. So già che non mi crederai, ma per me, per noi, è bruttissimo quando succede. Quando alziamo la mano per decidere la non ammissione, io come la maggior parte di noi, stiamo male, ma sul serio. Bocciare un/a ragazzo/a significa ammettere di aver fallito. Ammettere di non essere riusciti a motivarti, a farti venir voglia di dare il meglio di te, o ad appassionarti». È stupendo che dia la colpa anche al suo corpo docenti, e non solo allo studente, che comunque ha delle responsabilità.

Aggiunge quindi: «certo, però, che un po’ anche tu…, sì insomma, potevi dare di più! Ma non è solo questo. Non è mai, solo questo. È come quando decidi di fare un bel regalo a una persona a cui vuoi bene, un qualcosa di fatto da te, che ne so, un disegno, un braccialetto fatto a mano, e poi dopo un po’ scopri che quel regalo se ne sta buttato lì dentro un cassetto, mai usato. Sì certo, un po’ magari sei tu che potevi sforzarti di più, ma niente riesce a togliermi dalla testa l’idea che se il regalo è finito dentro il cassetto, beh, è anche colpa mia che ne ho fatto uno non adatto a te».

«O come quando chiedi a una ragazza o a un ragazzo di uscire e lei/lui dice ‘Sì sì certo, volentieri’ e poi non si presenta all’appuntamento, o come quando perdi una partita importante, come quando costruisci qualcosa e poi quel qualcosa si rompe. È così che mi sento, così che ci sentiamo, anche noi».

Fa anche altri esempi, ad esempio con la perdita di una partita giocata male: «Ma è una partita, non è tutto il campionato. Adesso un anno in più ti sembra un’eternità, e tanti ti diranno che così resti indietro, che sei un perdente, che non capisci niente: non è così. Hai il tempo dalla tua. Fra dieci anni nessuno si ricorderà di questa bocciatura». Bellissimo. Possiamo farla leggere anche agli studenti universitari che non riescono a laurearsi in tempo?

«Tutti guarderanno la persona che sarai diventato/a, non certo quanti anni ci hai messo a finire la scuola. E la persona che diventerai, che stai diventando, comincia da domani mattina, quando ti sveglierai. Comincia dalla tua voglia di dimostrare che puoi dare molto di più. Che puoi dimostrare a tutti il tuo valore. Comincia da quanta forza sei disposto/a a mettere sul piatto per realizzare i tuoi sogni. Io sarò lì, promesso. E vedrai che ce la farai!».

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Conclude: «Un’ultima raccomandazione: non aver paura di ciò che diranno gli altri, di essere giudicato male o sminuito per questa piccola sconfitta. È dentro di te che devi trovare la forza di andare avanti, e sono certa che ce la farai. Quasi sempre è dagli insuccessi che nascono le più grandi vittorie. Credi in te stesso/a ancora più di prima, come noi faremo con te. E se hai bisogno di piangere, piangi. Presto saranno lacrime di gioia».

Grazie, preside Mezzatesta. Grazie per la sua umanità e per essere davvero una brava docente, che vuole bene ai suoi studenti e non pensa che siano semplicemente un numero. Più persone come lei aiuterebbero davvero a migliorare l’intero sistema scolastico.

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Pubblicato da Cup of Green Tea su Sabato 27 novembre 2021

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