Facciamo i conti con il revenge porn alla fine del 2022

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Anche quest’anno, tiriamo le somme sul fenomeno del revenge porn: con che dati entriamo nel 2023? Quante persone sono state ricattate per essersi fidate della persona sbagliata? E com’è la situazione Telegram, l’applicazione che più viene utilizzata per denigrare persone e in particolare donne? In realtà, non sappiamo dare una risposta precisa, dato che i media se ne sono interessati per quella settimana, ci hanno fatto qualche servizio e poi il problema è tornato nel dimenticatoio. Ma i canali continuano a esistere, le foto continuano a essere condivise e vite vengono rovinate.

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Il problema del revenge porn è un problema reale, e chi lo sottovaluta evidentemente ha bisogno di ricordarsi quanto può rovinare la vita delle persone: non penso ci sia bisogno di ricordarvi la storia di Tiziana Cantone, la ragazza napoletana di cui è stato condiviso un video molto intimo e che è finito persino in televisione, senza proteggere in alcun modo la sua persona (c’erano persino dei gadget sulla sua tragedia!) e che ha finito per uccidersi. Grazie a lei, grazie alla sua morte, oggi abbiamo una legge che tecnicamente ci tutela, e infatti possiamo pensare al caso della maestra dell’asilo il cui ex ha inviato video privati.

Lo scorso anno le denunce per revenge porn sono aumentate di quasi il 50%, e la maggior parte delle denunce (il 73%) è da parte di donne. «Nel 2021 le denunce sono cresciute del 78% secondo i dati della polizia postale, il problema, però, è che la legge risulta inefficace nell’80% dei casi», ha detto Silvia Semenzin, ricercatrice in Sociologia Digitale, coautrice del libro Donne tutte puttaneRevenge porn e maschilità egemone e promotrice della campagna #intimitàviolata che ha portato nel luglio 2019 all’approvazione della legge italiana, in una intervista con Elle.

E non solo. Più andiamo avanti, più la violenza di evolve: il deep fake porn, ad esempio, ovvero «foto o video artificiali dove viene inserito il viso di una persona reale. Esistono anche tecnologie molto user friendly che permettono di “spogliare” le foto delle donne. È un fenomeno in crescita su Telegram dove esistono anche dei bot che, inviando la foto di una ragazza, ti restituiscono la foto spogliata». Telegram, quindi, ha continuato a essere un incubo per le donne, anche nel 2022. E quindi, vediamo com’è andata la situazione quest’anno.

Il revenge porn nel 2022

«Su internet la violenza sulle donne non ferisce il fisico ma lede la sfera più intima della persona, offendendo e umiliando la vittima a tal punto che la vergogna può condurla al suicidio. Sono molte le donne che denunciano la diffusione non autorizzata di video e foto che le ritraggono in momenti intimi su chat, siti online, social network», ha detto la polizia postale, commentando il fenomeno del revenge porn, in aumento tra il 2020 e il 2021 in particolare nel caso delle donne.

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La polizia postale e delle comunicazioni lo scorso anno ha registrato 203 casi di stalking perpetrato anche attraverso l’uso della rete, contro i 151 dell’anno 2020, con un incremento pari al 34%. Su 203 casi denunciati nel 2021, che hanno portato a indagare 76 persone, il 75% delle vittime sono state donne (137 adulte e 15 minorenni). Su 115 casi trattati dal 1 gennaio 2020 al 30 settembre 2022, che hanno portato ad indagare 48 persone, il 64% delle vittime sono state donne (64 adulte e 10 minorenni).

A essere vittime, sono «soprattutto giovani ragazze: a volte, a loro insaputa, vengono fotografate o riprese in atteggiamenti sessualmente espliciti dai partner; altre volte, cedono alle richieste dei partner e acconsentono a farsi ritrarre o a condividere immagini intime. Spesso sono gli ex che, finita la relazione, diffondono le immagini per vendicarsi», aggiungono gli agenti, che danno questi consigli:

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  • Non diffondere immagini e video personali tramite profili social e messaggi (nel momento in cui la invii, chiunque potrebbe farne ciò che vuole);
  • Se sei vittima di revenge porn, contatta immediatamente la Polizia Postale per ricevere supporto e chiedere informazioni;
  • Per limitare la diffusione sui social di foto che ti ritraggono in atteggiamenti intimi puoi segnalare il reato al Garante per la protezione dei dati personali utilizzando il modulo;
  • Se ricevi foto e video sessualmente espliciti che ritraggono altre persone, non diventare complice della loro diffusione, in quanto è reato;
  • Non condividere le tue password con nessuno, neanche con il tuo partner, anche se non hai nulla da nascondere;
  • Non appena ti rendi conto che le tue foto o i tuoi video sessualmente espliciti sono online senza il tuo consenso, non aver timore di denunciare;
  • Conserva tutto ciò che può essere utile alle Forze di Polizia per identificare l’autore del fatto: si consiglia di non cancellare le chat in cui si viene minacciati o diffamati, le immagini e i video in cui si è ritratti in atteggiamenti intimi che vengono divulgati, l’ID del profilo con cui viene commesso il fatto e l’URL dei siti su cui i file multimediali vengono pubblicati.

In conclusione, il problema del revenge porn in Italia è ancora un problema (pensiamo, ad esempio, a come il Presidente del Consiglio in campagna elettorale ha letteralmente pubblicato il video di uno stupro) e andrebbe affrontato con la serietà che merita: anche la legge dovrebbe tutelare maggiormente le vittime sotto tutti i punti di vista, che siano condivide su Telegram, su Whatsapp o su Pornhub (a tal proposito: Pornhub e quella sottile linea fra il consenso e il revenge porn (o la pedopornografia)), o semplicemente fotomontaggi del proprio corpo su corpi in posizioni sessualmente esplicite.

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