Il popolo polacco non ci sta: Netanyahu deve essere arrestato

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Il governo della Polonia, sotto richiesta del Presidente Duda, ha deciso di non arrestare il premier israeliano Netanyahu se parteciperà alle commemorazioni per l’80º anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau, nonostante il mandato di arresto emesso dalla Corte Penale Internazionale (ICC) nei suoi confronti a causa del genocidio che sta commettendo in Palestina. I polacchi, però, non ci stanno: diversi manifestanti hanno espresso il loro dissenso verso la scelta del governo di non rispettare il mandato della ICC.

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@MarcinTerlik su Twitter

Come già sottolineato, il terminegenocidioper parlare di quello che Israele sta facendo in Palestina non l’ha utilizzato solo Cup of Green Tea, un anonimo blog di quartiere che leggono relativamente in pochi. Hanno parlato digenocidioin relazione a quello che Israele sta commettendo in Palestina (e non “guerra” o “caccia al terrorismo” come scrivono i media occidentali) le più grandi ONG al mondo: Amnesty International, Human Rights Watch, Medici Senza Frontiere, le agenzie delle Nazioni Unite. Nello specifico, Medici Senza Frontiere parla di “pulizia etnica”. Premesso ciò, facciamo un passo indietro.

Nel 2024, la Corte Penale Internazionale ha emesso mandati di arresto contro Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Entrambi sono accusati di crimini di guerra e crimini contro l’umanità legati al genocidio a Gaza. Le accuse comprendono l’uso sproporzionato della forza militare e l’impatto devastante sulle popolazioni civili, portando il caso a una rilevanza internazionale. Nonostante Netanyahu respinga le accuse come politicamente motivate, il mandato di arresto rappresenta una sfida per tutti gli Stati membri della ICC, che hanno l’obbligo legale di collaborare con la corte e di eseguire eventuali arresti.

Alla luce di questi sviluppi, il presidente polacco Andrzej Duda ha deciso di intervenire direttamente. Il 9 gennaio 2025, ha formalmente chiesto al governo polacco di garantire che Netanyahu possa partecipare all’evento commemorativo senza rischiare l’arresto. In risposta alla richiesta di Duda, il governo polacco ha adottato una risoluzione che garantisce la partecipazione sicura di Netanyahu alla commemorazione. Il primo ministro Donald Tusk ha spiegato che la misura è specifica per l’evento di Auschwitz e non rappresenta un’opposizione formale alla ICC. «Non stiamo ignorando le nostre responsabilità internazionali», ha dichiarato Tusk, «ma crediamo che in questa occasione unica la diplomazia debba prevalere».

Proteste in Polonia contro la decisione di non arrestare Netanyahu

La decisione del governo polacco di non arrestare Benjamin Netanyahu, primo ministro di Israele, nel caso in cui partecipi alle commemorazioni per l’80º anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau, ha scatenato un’ondata di proteste a Varsavia. Questo annuncio, arrivato nonostante un mandato di arresto internazionale emesso dalla Corte Penale Internazionale contro Netanyahu, sta sollevando un acceso dibattito. Non tutti in Polonia condividono questa decisione.

Il 10 gennaio, migliaia di persone si sono radunate a Varsavia per manifestare contro la scelta del governo, accusandolo di minare l’autorità della ICC e di compromettere la reputazione internazionale della Polonia. I manifestanti hanno denunciato quella che considerano un’abdicazione agli obblighi legali internazionali, sostenendo che il rispetto per la memoria delle vittime dell’Olocausto non dovrebbe essere usato come pretesto per ignorare la giustizia. I cartelli e gli slogan dei manifestanti riflettevano sentimenti di indignazione, con frasi come “La giustizia non si sospende” e “Le leggi valgono per tutti”.

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Fonte foto: Notes From Poland

Alcuni partecipanti hanno sottolineato che la decisione del governo potrebbe essere interpretata come un tacito sostegno alle politiche israeliane contro i palestinesi, alimentando tensioni già esistenti sia in Polonia che a livello globale. Il presidente polacco Andrzej Duda ha difeso la decisione del suo governo, descrivendola come una misura eccezionale per un evento eccezionale. «Auschwitz-Birkenau è un simbolo del male assoluto. Questo luogo e questa commemorazione richiedono rispetto e unità, non divisioni e conflitti», ha dichiarato Duda in una conferenza stampa. Ha aggiunto che l’arresto di Netanyahu in questa occasione distoglierebbe l’attenzione dal vero scopo della cerimonia: onorare le vittime dell’Olocausto.

Questa posizione, però, ha sollevato critiche da parte di diversi osservatori internazionali e delle organizzazioni per i diritti umani. Molti temono che la Polonia stia creando un precedente pericoloso, dimostrando che gli obblighi internazionali possono essere messi da parte per ragioni politiche o simboliche. La decisione della Polonia arriva in un momento delicato per la Corte Penale Internazionale, che continua a lottare per far rispettare i propri mandati di arresto in un contesto geopolitico sempre più polarizzato. La ICC dipende dalla cooperazione degli stati membri per eseguire gli arresti, ma episodi come questo minano la sua autorità e credibilità.

Inoltre, la scelta polacca di non arrestare Netanyahu potrebbe innescare reazioni nell’Unione Europea. Sebbene la Polonia sia spesso in contrasto con Bruxelles su questioni come lo stato di diritto e i diritti umani, questa mossa potrebbe ulteriormente isolare Varsavia, evidenziando un’altra area di disaccordo tra la Polonia e i suoi partner europei.

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@MarcinTerlik su Twitter

Le commemorazioni del 27 gennaio 2025 rimangono un evento di grande rilevanza storica e simbolica. Auschwitz-Birkenau è stato il più grande campo di sterminio nazista durante la Seconda Guerra Mondiale, dove oltre 1,1 milioni di persone, per la maggior parte ebrei, furono uccise. Tuttavia, la presenza di Netanyahu sarà inevitabilmente accompagnata da controversie. Se da un lato il governo polacco lo considera un gesto di riconciliazione e rispetto, dall’altro molti lo vedono come un compromesso etico che danneggia l’impegno globale verso la giustizia e i diritti umani, considerando che lo stesso Netanyahu è complice dello sterminio di una popolazione.

La decisione della Polonia di non arrestare Netanyahu evidenzia le difficoltà di bilanciare obblighi legali internazionali, esigenze diplomatiche e sensibilità storiche. Mentre il governo insiste sul fatto che questa mossa è motivata dalla necessità di preservare l’integrità delle commemorazioni, le proteste e le critiche internazionali dimostrano che il dibattito è tutt’altro che risolto. Resta da vedere se Netanyahu parteciperà all’evento e quali saranno le ripercussioni di questa controversa decisione sul piano politico e giuridico.

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