Nelle ultime settimane, Milano è stata teatro di numerose manifestazioni in memoria di Ramy Elgaml, il giovane di 19 anni che è morto in seguito a uno speronamento dei Carabinieri il 24 novembre 2024, durante un inseguimento. Il caso ha suscitato profonda indignazione nell’opinione pubblica, portando in piazza centinaia di persone per chiedere giustizia e maggiore trasparenza sulle circostanze della sua morte.
Il 9 gennaio 2025, un corteo ha attraversato la zona Darsena di Milano. I manifestanti, tra cui amici, familiari e attivisti, hanno denunciato l’accaduto come un “omicidio di Stato“, sottolineando come la vicenda di Ramy rappresenti l’ennesimo episodio di violenza istituzionale. Durante la manifestazione, la fidanzata di Ramy e uno dei suoi fratelli hanno preso la parola, esortando i presenti a mantenere la calma e a evitare disordini, affinché la protesta rimanesse pacifica e rispettosa.
Parallelamente, altre città italiane hanno visto iniziative simili. A Roma, l’11 gennaio 2025, una manifestazione ha purtroppo degenerato in scontri tra partecipanti e forze dell’ordine, con il bilancio di otto poliziotti feriti. Il questore ha giustificato l’intervento deciso come misura necessaria per tutelare gli agenti e ripristinare l’ordine pubblico. A riguardo, il ministro dell’Interno Piantedosi ha affermato che le aggressioni alle forze dell’ordine «devono essere condannate da tutti, senza indecisioni o speciosi distinguo».
«Chi si macchia di queste azioni vergognose, a partire da quelle poste in essere nelle ultime occasioni sarà perseguito con la massima determinazione».
La vicenda ha sollevato interrogativi sulle modalità operative delle forze dell’ordine e sul trattamento riservato ai giovani delle periferie, in particolare quelli di origine straniera. Le immagini dell’inseguimento, trasmesse dal Tg3, hanno mostrato momenti drammatici, con i carabinieri che tentavano di fermare la moto di Ramy e che hanno gioito alla notizia della moto caduta, senza domandarsi come stessero i due ragazzi, di cui uno senza casco perché lo aveva perso durante l’inseguimento.
Ramy: Giorgia Meloni dalla parte delle Forze dell’Ordine
In questo contesto, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso la sua posizione attraverso i social media, condannando fermamente gli episodi di violenza avvenuti durante le manifestazioni. Ha dichiarato: «Tra bombe carta, fumogeni e aggressioni, abbiamo assistito all’ennesimo, ignobile episodio di disordine e caos ad opera dei soliti facinorosi scesi in piazza non per manifestare per una causa, bensì per puro spirito vendicativo. Non si può utilizzare una tragedia per legittimare la violenza. Alle Forze dell’Ordine va la nostra solidarietà, insieme agli auguri di pronta guarigione agli agenti feriti. Siamo dalla vostra parte».
L’ex capo della polizia e attuale consulente alla sicurezza del Comune di Milano, Franco Gabrielli, si schiera contro l’Arma: «L’inseguimento non è stato fatto in modo corretto». Chiaramente delle parole che hanno fatto storcere il labbro all’Unione Sindacale Militari Interforze Associati, che al contrario si esprimono in «totale disaccordo verso le recenti dichiarazioni di Franco Gabrelli». Il Segretario Usmia, Carmine Caforio, aggiunge:
«Sorprende che una figura della sua esperienza scelga di puntare il dito contro un intervento operativo complesso, attualmente sotto esame della Magistratura, invece di concentrarsi su questioni di maggiore rilevanza per la sicurezza urbana, come i gravi episodi di violenza verificatisi in Piazza Duomo durante le celebrazioni di Capodanno».
Le indagini sulla morte di Ramy Elgaml proseguono, con la procura di Milano impegnata a fare chiarezza sull’accaduto. Nel frattempo, le manifestazioni continuano a rappresentare un momento di riflessione collettiva sulla necessità di garantire sicurezza e giustizia per tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro origine o condizione sociale.
i carabinieri avevano dichiarato a verbale "lo scooter correva ed è scivolato…escludiamo di averlo toccato"
— Sirio 🏀 (@siriomerenda) January 7, 2025
immagini, parole e comportamenti sconcertanti…
video @Tg3web#Carabinieri #ramy #ramyelgaml #Milano #8gennaio pic.twitter.com/IoRgXO7JVU
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
Instagram: @murderskitty