Ogni lingua ha le sue particelle, e il polacco non fa eccezione. Oggi, in questa lezione di impariamo il polacco, riprendiamo qualcosa riguardante la grammatica, che in realtà non abbiamo mai visto. Infatti qualche settimana fa abbiamo studiato le preposizioni, ma mai le particelle che, da sole, non hanno alcun significato ma che vengono affiancate a sostantivi o verbi. Per cui, non perdiamo altro tempo e vediamo insieme (perché è la prima volta anche per me), le prime sei particelle del polacco.
Voglio ricordarvi, prima di cominciare, che questa rubrica è arrivata al suo 44esimo capitolo. Sebbene ci siano alcune eccezioni con dei termini legati a festività o eventi d’attualità, la maggior parte degli articoli parla proprio di grammatica, partendo con il primo, dove ci siamo approcciati al polacco con l’alfabeto e i digrammi, ma poi abbiamo continuato con le declinazione, le coniugazioni e tanto altro ancora! Trovate anche canzoni, film, e anche tanta cultura, e prossimamente arriveranno anche traduzioni da libri di cucina!
Ai tempi utilizzavo il libro “Impariamo il polacco, manuale per principianti” di Bartnicka Barbara della casa editrice Wiedza Powszechna, mentre adesso sto usufruendo di diversi libri. Per altre lezioni il prescelto è stato Basic Polish: A Grammar and Workbook di Dana Bielec o Oscar E. Swan – A grammar of contemporary Polish-Slavica (2002). Sinceramente mi trovo molto meglio con questo libro, sebbene sia in lingua inglese. Oggi, invece, il libro da cui sto attingendo per questa lezione, è sempre di Dana Bielec, intitolato Polish_ An Essential Grammar-Routledge, anche questo in inglese.
Impariamo il polacco: le particella
In grammatica italiana, come anche in polacco, una particella è una parola che deve essere associata a un’altra parola o a una frase con la funzione di conferire un determinato significato. Non ha quindi un vero e proprio significato e non può essere utilizzata da sola. Il polacco ha 12 particelle più comuni, che usate con altri termini, diventano una parte fondamentale del significato del discorso. Per ricordarle in genere si utilizza una frase: li/czy no/że niech/by nie, che significa “conta le lame che non sono“, che contiene tutte le particelle più comuni tranne a, ci, to, ś e oby.
- Czy
- Li
- No
- Że
- Niech/Niechaj
- Oby
- By
- Nie
- Ś
- To
- Ci
- A
Czy
La particella czy serve a introdurre una domanda. “Czy znasz Janka?”, ovvero “Conosci John?”. Potrebbe anche esporre incertezza, impazienza o anche rabbia. “Czy pozwolisz?”, “Posso?”. E ancora, potrebbe essere utilizzare come congiunzione con il significato “se”. “Nie pamiętam, czy szedłem po polach czy przez las”, “Non ricordo se ho attraversato i campi o la foresta”.
Li
Li è un’alternativa a czy, che si usa però alla fine di una parola. “Wlerzyszli mnie?”/”Czy mi wierzysz?“, che significa “Mi credi?”. La vediamo anche nelle congiunzioni jeśli e jeżeli.
No
No in polacco non è come il no in italiano o in altre lingue, anche perché sappiamo che no in polacco si dice “nie“. La particella no, invece, ha diversi significati:
- Può aggiungere enfasi a un ordine: “Dawaj no to!“, “Dammelo, veloce!”.
- Può essere usato per persuadere: “Zrób no to dla mnie“, “Per favore, fallo per me”.
- Esprimere preoccupazione, impazienza o incertezza: “No, ale bez kawalów”, “non provare a giocare in alcun modo”.
- Esprimere finalità: “No, to do widzenia/No, to pa”, “Bene allora, addio/arrivederci”.
Że
Questa particella, że, aggiunge forza, spesso appare in ordini e domande. È collegato a:
- Il verbo infinitivo: “Przestańże“, “Fermati”;
- Alla particella czy e altre particelle delle domande al tempo passato: “Czyżeś oszalał?”, “Sei impazzito?”;
- A un verbo o un aggettivo: “Jużeś przyszedł?”, “Sei già qui?“.
Niech/Niechaj
Niech è usato negli ordini e nei desideri. Niechaj non è più molto comune, ma lo si trova nei testi antichi.
Oby
Infine, oggi concludiamo con oby, che è l’equivalente di niech ma nei desideri: “Oby się spełniły wszystkie twoje pragnienia”, “Mi auguro che i tuoi desideri si realizzino”.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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