Il Parlamento Europeo ha ufficialmente condannato l’Ungheria, in quanto definita una «minaccia sistemica» ai valori europei e un’«autocrazia elettorale», chiedendo quindi l’intervento della Commissione e del Consiglio perché attivino tutte le misure previste dall’articolo 7 dei trattati europei. Tuttavia, Lega e Fratelli d’Italia, partiti di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, si oppongono schierandosi dalla parte di chi considera l’omosessualità alla pari della pedofilia e che pretende di far ascoltare il battito del feto prima di un aborto.
Siamo stupiti del fatto che Lega e Fratelli d’Italia si siano schierati dalla parte di omofobi e sessisti? Beh, ovviamente no. Intervistato a24 Mattina Estate su Radio 24, Matteo Salvini ha detto qualche settimana fa che «la legge più avanzata per la famiglia è quella che vige in Ungheria. Ma non lo dico perché c’è Orbán, se fosse in Francia direi in Francia, lì ci sono incentivi economici veri, la donna dopo il terzo figlio è un soggetto fiscale molto ridotto, dal quarto figlio non lo è più, congedi parentali estesi anche ai nonni, e il tasso di incremento demografico, grazie a questi investimenti, è tra i più avanzati d’Europa».
Ma di quale tipo di famiglia avanzata parla Matteo Salvini? Perché fino a prova contraria, il primo ministro Viktor Orbán disse che «le persone gay “possono fare quello che vogliono, ma il matrimonio non può essere riconosciuto dallo stato“» e ancora «una mele non può chiedere di essere chiamata pera», «la madre è una donna, il padre è un uomo».Vi ricorda qualcosa? Tra l’altro, con la legge per “tutelare i bambini” hanno censurato qualsiasi associazione LGBT che voglia promuovere ideali di uguaglianza, rispetto ed educazione ai minori di 18 anni.
Se ciò non bastasse, poi, di recente hanno anche approvato un provvedimento, firmato dal ministro dell’Interno Sandor Pinter, che obbliga le donne a ottenere prima la perizia da un ostetrico-ginecologo, in cui si assicura di essere state confrontate «in modo chiaramente identificabile» con le «funzioni vitali» del feto, in altre parole (ovvero quelle del partito di estrema destra Mi Hazank), «le mamme ora ascolteranno il battito cardiaco fetale». Questa la chiamate civiltà? Questa la ritenete la famiglia più avanzata?
Parlamento Europeo condanna l’Ungheria
Tramite l’Ufficio stampa del Parlamento europeo, leggiamo che si condannano «“i tentativi deliberati e sistematici del governo ungherese” volti a minare i valori europei e chiede di avanzare con la procedura dell’articolo 7». «La mancanza di un’azione decisiva da parte dell’UE ha contribuito all’emergere di un “regime ibrido di autocrazia elettorale”, ovvero un sistema costituzionale in cui si svolgono le elezioni ma manca il rispetto di norme e standard democratici». La relazione è stata adottata giovedì, e si ritiene che i valori dell’art.2 del Trattato sull’Unione Europa siano deteriorati a causa dei «tentativi deliberati e sistematici del governo ungherese».
Il testo non legislativo è stato approvato con 433 voti favorevoli, 123 contrari e 28 astensioni, per cui adesso le istituzioni UE devono agire ed essere ritenute responsabili. «Il Parlamento deplora l’incapacità del Consiglio di compiere progressi significativi per contrastare l’arretramento democratico e sottolinea come l’articolo 7, paragrafo 1 non richieda l’unanimità degli Stati membri per identificare un chiaro rischio di grave violazione dei valori UE né per formulare raccomandazioni e scadenze precise. Secondo i deputati, qualsiasi ulteriore ritardo equivarrebbe a una violazione del principio dello Stato di diritto da parte del Consiglio stesso».
Infine, «i deputati esortano la Commissione a utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione, in particolare il Regolamento sulla condizionalità di bilancio», chiedendo alla commissione di «astenersi dall’approvare il PNRR ungherese finché l’Ungheria non si sarà pienamente conformata a tutte le raccomandazioni del Semestre europeo e a tutte le sentenze pertinenti della Corte di giustizia dell’UE e della Corte europea dei diritti dell’uomo», di «escludere dal finanziamento i programmi di coesione che contribuiscono all’uso improprio dei fondi UE o alle violazioni dello Stato di diritto» e di «applicare in modo più rigoroso il Regolamento sulle disposizioni comuni e il Regolamento finanziario per contrastare qualsiasi abuso dei fondi UE per motivi politici».
Il ministro degli Esteri di Budapest Peter Szijjarto ritiene che il fatto che «si metta in dubbio la capacità dell’Ungheria di praticare la democrazia» sia un «insulto all’Ungheria», definendosi anche «stupito che ci siano a Strasburgo e a Bruxelles persone che sminuiscono il Paese». Non è neanche la prima volta che il Parlamento adotta una relazione per attivare l’articolo 7 del Trattato sull’Unione Europea nei confronti dell’Ungheria, per cui quello che è stato stabilito negli ultimi giorni è solo una conferma di quel che era stato stabilito già nel 2018.
E in tutto ciò, Lega e Fratelli d’Italia si sono schierati dalla parte dell’Ungheria. Salvini dice che lui si occupa «d’Italia» e vorrebbe «salvare i posti di lavoro in Italia, lascio ad altri occuparsi di Ungheria, Turchia, Russia, Cina». La delegazione di Fratelli d’Italia, invece, spiega di aver «espresso voto negativo sulla relazione sul rischio di violazione grave da parte dell’Ungheria dei valori su ci si fonda l’Unione, il cui obiettivo è quello di osservare le cosiddette “violazioni dello Stato di diritto” in Ungheria. Riteniamo che un prerequisito di tale rapporto dovrebbe essere l’obiettività, l’uso di criteri chiari e la stretta aderenza ai fatti, ma ciò ancora una volta non è accaduto».
«La relazione si basa su opinioni soggettive e affermazioni politicamente distorte, come in alcuni punti nei quali solleva casi che sono stati risolti molto tempo fa dagli organi competenti, o che riguardano questioni che sono di esclusiva competenza degli Stati membri. A ciò si aggiunge la richiesta alla Commissione di continuare a bloccare i fondi del Next Generation Eu destinati all’Ungheria, in violazione dei regolamenti che prevedono tale ipotesi solo in caso di rischi di violazione dello stato di diritto connessi all’utilizzo di quei fondi.
Si tratta dell’ennesimo attacco politico nei confronti del legittimo governo ungherese, in una fase difficile per l’Europa nella quale a tutti i livelli si dovrebbe perseguire la strada dell’unità e non quella della polarizzazione per motivi ideologici».
Nota di Fratelli d’Italia composta da Raffaele Fitto, Sergio Berlato, Carlo Fidanza, Pietro Fiocchi, Giuseppe Milazzo, Nicola Procaccini, Vincenzo Sofo e Raffaele Stancanelli
Ma questo non basta. Dario Parrini del PD ritiene che «votando contro Lega e Fdi hanno dimostrato in un colpo solo spirito antieuropeista, sudditanza a Orbán e disprezzo per la democrazia liberale». Brando Benifei, capo della delegazione Pd a Strasburgo, non si dice stupito: «come sempre sono contro gli interessi dell’Italia e supportano chi viola le regole comuni e colpisce i diritti. Tra pochi giorni l’Italia dovrà scegliere da che parte stare: con gli alleati di Orbán o con l’Europa che difende i diritti di tutti».
L’eurodeputata M5S Laura Ferrara è d’accordo, sottolineando che schierandosi dalla parte dei regimi illiberali, i partiti di Salvini e Meloni «si sono schierati contro l’Europa». Il segretario di +Europa, Benedetto Della Vedova, invece ironizza: «chi si piglia si assomiglia». Anche da Washington arriva un commento: «l’Ungheria è un paese partner e un alleato Nato. Le alleanze si basano anche sui valori comuni e sono quelli che gli Usa vogliono sempre vedere rispettati», ha detto il portavoce del dipartimento di Stato, Ned Price.
Il voto dell’Europarlamento contro l’Ungheria è un atto grave. Perché votano Orban? Per le sue politiche a sostegno della famiglia e della natalità, che hanno spinto in alto la ricchezza del Paese. Questo per l’Ue genderista e abortista è intollerabile. Viva il popolo ungherese.
— Mario Adinolfi (@marioadinolfi) September 16, 2022
Secondo Giorgia Meloni l'Ungheria è un sistema democratico, perché Orban ha vinto elezioni.
— la manina (@La_manina__) September 16, 2022
Cara Giorgia Meloni, anche Putin ha vinto le elezioni ma è lo stesso un dittatore. Perché le elezioni non servono a niente, se sono truccate.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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