Torino: padre paga un picchiatore per rompere le mani al figlio gay e chirurgo

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Non succede nel 1500, non succede in America, non succede in un paese lontano e magari arretrato. Avviene in Italia, a Torino, nel 2017. Un padre, un genitore, assolda un picchiatore per rovinare la vita a suo figlio. Cos’avrà mai fatto? Ha ucciso qualcuno? Ha il vizio del gioco? Si droga? Ha stuprato qualcuno? No (e non sarebbe giustificabile neanche in questi casi), è, semplicemente, gay. Poi raccontiamo la bella storiella in cui il DDL Zan non serve perché non c’è un problema di omofobia in Italia.

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Fonte: freepik

Le mani di un chirurgo sono come le mani di un pianista: preziose, fondamentali, per cui distruggerle, rompere ogni singolo dito, significa metter fine alla sua carriera, o comunque complicarla e non poco. Il pensiero che persino un padre, che dovrebbe amarti e proteggerti a qualsiasi costo, arrivi a fare una cosa del genere, ci fa capire che, in fin dei conti, l’omofobia è un problema serio e reale (come se ci fosse davvero bisogno dopo che Maria Paola è stata uccisa per essere fidanzata con un ragazzo transgender).

La vicenda è stata raccontata da La Stampa, dove si rivivono gli ultimi tre anni del chirurgo, da quando è finito su un giornale di gossip per frequentare un noto attore francese, come se questo fosse un buon motivo per rovinare la vita del figlio. In qualche modo, è stato quell’avvenimento a scatenare l’omofobia latente del padre, ma non si sa perché: gelosia, odio, onore, sono solo delle ipotesi che viaggiano sul web.

Il chirurgo, dopo che nella giornata di ieri il suo incubo sembra essere concluso (anche se la paura e l’ansia continuano a perseguitarlo) davanti a un giudice, ha raccontato quello che ha dovuto sopportare negli ultimi tre anni della sua vita, degli episodi di omofobia che hanno messo più volte in pericolo lui, la sua carriera e il suo compagno, perché l’odio del padre coinvolgeva anche il compagno.

Omofobia a Torino: il padre che paga per rompere le mani al figlio

Iniziamo dagli antefatti. Una foto su un giornale di gossip in cui il figlio, 40enne, si frequenta insieme a un famoso attore, è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso (di odio represso e omofobia). La foto, ovviamente, arriva anche al padre che, sebbene sapesse già dell’orientamento del figlio, non riesce a essere felice per lui e per la sua vita sentimentale. Il medico aveva già fatto coming out l’anno precedente, nel 2016, anno in cui aveva anche presentato il compagno ai genitori che lo avevano accettato.

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Fonte: freepik

«Peccato solo per i nipotini», aveva commentato il padre. Insomma, magari un ragazzo si sarebbe aspettato qualcos’altro ma in fin dei conti contava solo che, da quel momento, sarebbe stato libero di essere se stesso anche con la propria famiglia. Peccato che, dopo aver visto la notizia sui giornali, il padre abbia completamente perso la testa, tanto da essere violento persino in casa portando la moglie, dopo 42 anni di matrimonio, a lasciarlo.

Le prime aggressioni sono avvenute nel 2017, quando a essere picchiato e mandato in ospedale è il compagno del chirurgo. Sarà solo l’ennesimo atto di omofobia che in Italia come nel resto del mondo sono purtroppo ancora frequenti, avranno pensato, un po’ rassegnati perché non esisteva alcuna legge a proteggerli. Ma non è così, perché, mentre il chirurgo camminava, un uomo lo ha avvicinato, confessandogli di essere stato pagato dal padre per «spezzargli le mani», in modo da rovinargli la carriera.

L’uomo aveva detto al picchiatore che il figlio era un delinquente, ma, fortunatamente, lui ha voluto indagare. Così ha pedinato il medico e il compagno per due settimane, costatando che nessuno dei due frequentasse luoghi che potevano collegarli ad ambienti criminali e ha preso la decisione di fare la cosa giusta ma senza rinunciare ai soldi che gli avrebbe dato il padre per spezzargli le dita e bucare le gomme dell’auto del figlio e dell’ex moglie, raccontando tutto alla vittima e inscenando un’aggressione.

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Fonte: freepik

Da quando ha saputo questa notizia, il chirurgo ha vissuto in un incubo, temendo che il padre potesse ancora far del male a lui o a chi ama. Il padre che su facebook scriveva che la «vendetta va consumata a freddo», sebbene non fosse ben chiaro cosa il figlio o la moglie avessero fatto per far sì che lui cercasse vendetta. In ogni caso, nel 2018 il medico ha deciso di denunciare il padre ai carabinieri, non solo per se stesso ma anche per la madre.

La vicenda si è conclusa del tutto ieri, davanti al giudice Ludovico Morello. Il padre, 75enne, ha patteggiato una pena di due anni per atti persecutori e lesioni aggravate e dovrà risarcire le vittime. Le vittime includono non solo il medico e il compagno, ma anche la madre che ha subito violenze solo per essersi schierata dalla parte del figlio (l’uomo le aveva persino staccato la caldaia per costringerla a lavarsi con l’acqua fredda).

Tutto è bene quel che finisce bene, peccato, però, che avvenimenti del genere avvengano ogni giorno e, chi ritiene che l’omofobia e la difesa dei diritti degli omosessuali non siano una priorità al momento, è solo un complice. Adesso attendiamo solo le persone che sostengono che in Italia non serva una legge contro l’omotransfobia, perché l’omofobia non esiste.

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