Il figlio del Presidente del Senato Ignazio La Russa denunciato per violenza sessuale

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Una ragazza 22enne ha denunciato Leonardo Apache La Russa, uno dei figli del presidente del Senato Ignazio La Russa per violenza sessuale. Della vicenda se ne sta occupando la pm Rosaria Stagnaro, coordinata dall’aggiunto Letizia Mannella. La notizia è stata condivisa da Il Corriere della Sera che la definisce una “denuncia choc“, come se non ci fossero fin troppi casi di stupro in Italia e nel mondo. Choc perché a essere accusato è il figlio di un senatore o comunque politico italiano? L’abbiamo visto anche con il figlio di Beppe Grillo, il cui processo è ancora in corso.

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Ignazio La Russa e il figlio

Facciamo prima una premessa: una ragazza, un ragazzo, una qualsiasi persona ha il diritto e la facoltà di potersi ubriacare ma comunque non desiderare di fare sesso con qualsiasi individuo che incontra e respira. Una persona, uomo o donna che sia, va rispettata a prescindere da quanto alcool, o sostanze stupefacenti, ha in corpo. E soprattutto non ci si deve permettere di difendere e sminuire gli stupri avvenuti in uno stato di incoscienza, come è stato fatto da un padre di una ragazza che conosceva i suoi stupratori sin da quando erano bambini, ma anche nel caso del figlio di Beppe Grippo.

In quest’ultimo caso, il figlio insieme agli amici furono definiti come dei «coglioni che si divertono». Poi però la vita rovinata è quella dell’oggetto vittima di stupro, non dei «coglioni che si divertono». Se pensiamo al caso dello stupro di Campobello di Mazara, invece, il padre ha deciso di credere a uno stupratore che conosce sin da bambino. In ogni caso, sembrerebbe che, genitori o no, la vittima non venga mai creduta, e ci chiedono anche «perché non denunciate subito?».

L’accusa di stupro nei confronti del figlio di Ignazio La Russa

Partiamo da quello che racconta la giovane 22enne: si trovava in discoteca, ha bevuto un po’ e poi quando si è svegliata, senza ricordare troppo della serata, ha avuto la sensazione di aver subito un abuso sessuale (perché, anche se ubriaca, è comunque considerato un abuso sessuale, anzi c’è proprio l’aggravante nel reato di violenza sessuale). Il suo avvocato, Stefano Benvenuto, ha affermato al Corriere della Sera che ha lanciato per primo la notizia: «È una questione delicata. Non rilascio dichiarazioni per rispetto della legge penale».

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Ignazio La Russa

I fatti comunque sarebbero avvenuti lo scorso 18 maggio, la ragazza era fuori con un’amica in una discoteca vicino al Duomo, e racconta: «Mentre ballavamo mi ero accorta della presenza di un mio compagno di scuola di liceo (…) Leonardo La Russa, figlio di Ignazio La Russa. Ci salutammo e da quel momento non ricordo più niente», tranne di aver bevuto due drink. Il giorno dopo poi, a mezzogiorno, si sveglia «in assoluto stato confusionale», «nuda nel letto con a fianco Leonardo La Russa», nudo anche lui.

Subito ha chiesto all’ex compagno di scuola cosa fosse successo, in quanto lei non aveva alcun ricordo della serata. Gli chiede dove si trovassero, come fossero arrivati lì, molto spaventata. Lui le risponde subito, senza neanche provare a nascondere l’abuso sessuale: «Mi disse “siamo venuti qui dopo la discoteca con la mia macchina”» e che «aveva avuto un rapporto con me sotto effetto di sostanze stupefacenti». In più, un suo amico, che lei non ha mai visto e che dormiva in un’altra stanza, «ha avuto un rapporto con me a mia insaputa», dopo che entrambi l’avevano spogliata.

Sempre il Corriere della Sera dice che la vittima ha mandato un messaggio all’amica chiedendole se fosse stata drogata. «Penso ti abbia drogata. Non mi ascoltavi, poi sei corsa via perché non ti ho più trovata», «stavi benissimo fino a prima che ti portò il drink», «ho provato a portarti via non riuscendovi», le viene risposto. Dice anche che l’amica l’ha vista baciarsi con Leonardo, figlio di Ignazio La Russa, sempre lo stesso che si dice contrario a ogni tipo di droga ma che evidentemente, da uomo bianco eterosessuale e cisgender non è riuscito a trasmettere gli stessi valori al figlio (se dovesse risultare colpevole, ovviamente).

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Ignazio La Russa e il figlio

La ragazza poi chiede i suoi vestiti, imbarazzata, e le viene risposto che si trovavano al piano di sotto. Come se ciò non bastasse, «intorno alle 12.30 Ignazio la Russa si affacciò alla camera vedendomi nel letto. Se ne andò via». Rivestita, dice di volersene andare, ma il ragazzo le dice di volere un bacio, «se no non ti faccio uscire». «A quel punto si avvicinò e mi baciò contro la mia volontà. Non dissi nulla per paura».

Tornata al sicuro a casa, racconta tutto alla madre che la porta alla Mangiagalli, la clinica con servizio anti violenze, dove le vengono riscontrate un’ecchimosi al collo e una ferita ad una coscia. Dai testi fatti, risultava anche positiva alla cocaina. Il giorno dopo è contattata da Leonardo La Russa, a cui non ha risposto per paura. Il Corriere della Sera fa sapere che «ci vogliono una quarantina di giorni prima che la drammatica esperienza si traduca in denuncia, quelli necessari all’avvocato Benvenuto per rimettere insieme fatti e a depositare la querela».

Ovviamente subito arriva la difesa di Leonardo La Russa. L’avvocato Adriano Bazzoni afferma che «in base a quanto ci state dicendo, sembra che la giovane si riferisca a una notte nella quale ad avviso di Leonardo non vi fu alcuna forma di costrizione: è stata d’accordo nel trascorrere il dopo discoteca con il mio assistito, liberamente andando con lui a casa sua, passando la notte e rimanendo con lui fino a mezzogiorno successivo, per poi salutarsi normalmente». Eppure la ragazza era positiva alla cocaina.

Aggiunge l’avvocato che «Leonardo è molto scosso ed esclude che la ragazza possa aver detto qualcosa del genere nei suoi confronti, così come esclude di aver avuto rapporti insieme ad una terza persona. Quanto a quello che la ragazza avrebbe consumato, non solo esclude di averglielo offerto, ma, qualora si vedesse attribuire questo tipo di condotta, si vedrebbe costretto a sporgere denuncia». Noi possiamo solo augurarci che giustizia venga fatta.

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