Che è successo fra Salmo e Luchè?

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Non sentite anche voi 2019 vibes? È ufficialmente tornato il dissing fra Salmo e Luchè, ovviamente fra i social e nutrendo tutti i fan e chiaramente i giornali di gossip. Ma perché? La Repubblica lo riassume con un “Sono meglio io e sei peggio tu”, “No, tu sei peggio, sono meglio io”; “Mi hai copiato”, “No, tu hai copiato me”, ma in realtà è un po’ più complicato di così. Certo è che finché pubblicano pezzi di dissing, i fan sono contenti, ma forse le frecciatine (o archi in faccia?) stile adolescenti, annoiano un po’.

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Partiamo da chi è chi per chi semplicemente si è trovato storie ricondivise di questi due rapper o magari i post. Salmo è ormai uno dei rapper più conosciuto della scena rap italiana, con una carriera iniziata nel lontano 1997 e non poche controversie. Tralasciando le varie polemiche omofobiche che, ahimè, troviamo in fin troppi test rap, una recente è quella del 2021 quando ha fatto un concerto gratuito a Olbia, in Sardegna, con una raccolta fondi in aiuto delle comunità colpite dagli incendi. Quindi qual è la polemica? So che non lo ricordate, ma nel 2021 c’erano delle norme Covid-19 da dover rispettare e quindi è stato accusato di aver fatto un danno al sistema sanitario italiano.

Più info su quel drama qui: Salmo: concerto senza distanziamento e mascherine, è polemica sui social.

Anche Luchè è considerato uno dei grandi artisti del rap italiano, e ha iniziato la sua carriera bene o male nello stesso periodo di Salmo. Prima insieme ai Co’Sang, un gruppo hip hop composta da lui e Ntò attivo fino al 2012, e poi come solista. Personalmente di lui si è sentito parlare molto di meno rispetto ad altri rapper, ma questo non sempre è un male. I due fanno parte di due etichette diverse molto in competizione fra loro, La Machete e La Thaurus, definite da Marracash come “civil war“. E ora passiamo al dissing più seguito del momento, che però ha origini nel 2019.

Cos’è successo fra Luchè e Salmo?

Nel 2019

Era il lontano 5 luglio 2019, quando viene rilasciato il Machete Mixtape 4 della Machete Crew, di cui Salmo è fondatore. All’album partecipano tantissimi rapper, possiamo citare oltre al founder anche Lazza, Tedua, Nitro, Marracash, The Supreme, Ghali, Sick Luke, Gemitaiz e tanti altri ancora. Il disco scala subito le classifiche salendo in vetta, tra l’altro con così tante collaborazioni era abbastanza evidente. Nello stesso tempo, però, lo stesso Salmo con Playlist se la passa molto bene, e non nasconde i risultati. In un post e storia scrive:

«A 5 settimane dall’uscita MACHETE4 è ancora il disco più venduto in Italia. Playlist dopo 9 mesi è ancora nella top 5. Facile raggiungere la prima posizione, difficile restarci. Funziona così! So che può dare fastidio e chiedo scusa per la sboronata ma questi sono i due migliori album usciti tra 2018/2019!».

Poteva un post del genere passare inosservato? No, ovviamente no, soprattutto se anche Luchè nel 2019 ha pubblicato l’album Potere (dettaglio da ricordare: la traccia Je ce credevo). E quindi il rapper pubblica una storia lanciando una frecciatina non molto velata: «La quantità non fa la qualità fratello caro», e poi commenta anche il post criticando quello che ha affermato Salmo, ma il commento viene sempre cancellato, e quindi lo pubblica nelle storie con una premessa: «2 sono le cose, o è velocissimo nel cancellarlo o usa quei programmini che riconoscono le parole chiave e automaticamente censurano i post, Salvini style. Non importa, basta non autoproclamarsi quello che non si è».

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Vi avevo detto di ricordare la traccia Je ce credevo, e questo perché secondo Luchè il beat di Marylean (contenuto in MM4) è fin troppo simile al suo brano. Adesso entra in scena anche un altro rapper, ovvero Gue che sappiamo non avere molto a cuore Salmo, che soprannomina “Salmini” e pubblica anche un meme nelle storie in cui leggiamo: “Everyone can have an opinion. Yours is wrong“, ovvero che tutti possono avere un’opinione, solo che la tua è quella sbagliata.

In ogni caso, Salmo inizialmente lascia correre, ma poi condivide un post abbastanza ironico vantandosi del quarto disco di platino di Playlist, mettendo fra gli hashtag “#RosyCando” e “#beatsunpòbruttini”. Ed ecco che torna Luchè: «Ti sei dimenticato che oltre a beats bruttini hai un flow monotono, non sai fare ritornelli e nei tuoi dischi sai parlare solo di rap e di un nemico immaginario che prima era la trap adesso sei costretto a collaborarci anche. Nessuno rosica, il tuo genere fa forte in Italia dove non esiste cultura black, infatti vieni dal rock. In un’altra nazione non avresti modo d’esistere. Sei Fedez 2.0 lo stanno capendo tutti e comunque Marylean è un beal beat in effetti».

Salmo a questo punto risponde tramite storie, taggando proprio il rapper napoletano accusandolo di essere un “rapparino invidioso”, di essersi cancellato il commento da solo, di fare schifo nei concerti live (e la fa passare come opinione di tutti) e anche di non avere dei testi profondi. Citando la canzone Stamm Fort, poi, imita l’accento napoletano (tenete a mente anche questo dettaglio) e afferma che lui in classifica non sta poi così forte. Critica il fatto anche che gli abbia fatto i commenti su Instagram, mentre un vero rapper avrebbe fatto un dissing.

Arriva subito la risposta sempre via storia del rapper napoletano, in cui si difende dall’accusa di far schifo in live e fa tipo specchio riflesso. «Se tu fossi venuto ad uno dei miei live avresti visto che canto per due ore di fila senza nessuno evento sulla voce, canto i ritornelli e rappo ogni strofa capisci? Con la gente che piange, che si emoziona, mi butta i reggiseni, salta e si masturba mentre io canto», afferma. Le storie in realtà sono molto lunghe, quindi proviamo a riassumere giusto gli elementi più fondamentali:

  1. Luchè ha un “telefonino inglese” (ricordatelo) in cui dice di avere un messaggio in cui Salmo si congratula per Malammore, e questo dimostra che conosce la sua musica;
  2. Conosce la sua musica anche perché in Playlist ci sono delle rime identiche a quelle sue, così come i beat e i ritornelli con la sua impostazione vocale;
  3. Afferma anche che Salmo ha offeso il resto della scena musicale dicendo di essere il migliore di tutti;
  4. Continua dicendogli di non imitare il suo accento, perché lui non lo ha mai fatto con il suo;
  5. All’accusa di essere il “rapperino di Instagram”, dice che lui è il re di Napoli, che ha studiato per avere idee nuove all’avanguardia perché tutta la scena rap campana era schierata contro di lui e ne è uscito vincitore;
  6. Spiega anche che non sta rosicando, ma lui non dice tutte le date e i suoi successi, non si vanta e non lo ha più sopportato soprattutto quando ha ascoltato i beat e li ha trovati molto simili ai suoi napoletani.

In tutto ciò entra in scena anche Fedez, che poraccio è stato messo in mezzo a caso: «Non litigate e quando fate la gara a chi ha il pistolino più lungo non mi tirate in ballo e soprattutto iniziate ad avere 40 anni, dovreste avere altre priorità nella vita, tipo farvi controllare la prostata». Anche Inoki commenta e chiede alla fidanzata di tornare perché intanto è stato messo in mezzo in questo dissing commerciale su chi fa più stream e visualizzazioni. E nel 2019 la questione finisce qui, le loro vite vanno avanti e arriviamo a oggi.

Nel 2023

Arriviamo a qualche giorno fa, quando Salmo cita nelle sue 64 barre per RedBull prodotte da Luciennn Luchè: «L’inferno lo conosco bene, Ci tornerei per farci un mese, Una vita di promesse spese, Drin… squilla il telefono inglese». Esatto, lo stesso telefono inglese che aveva citato il rapper napoletano nelle sue lunghe storie. In un’intervista con GQ Salmo stesso commenta le rime dedicate a Luchè:

Il rap è pieno di punchline, quella parte del telefono inglese è una cosa a prova di stupido. In quella barra non c’è nessun insulto, la gente sentirà quella cosa e penserà che adesso si riapre la faida, ma non è così. Nel rap, quando fai freestyle, intrattieni, fai le punchline: se avessi voluto insultare, avrei detto un’altra roba. Però invece che stare lì a rompere le palle ci gioco su, è una cosa scherzosa. Non penso che si offenderà, si farà una risata anche lui.

Si è offeso? Forse un tantino, visto che ha letteralmente preso alla lettera il rapper sardo che gli consigliava di non usare Instagram ma di fare dissing, e quindi pubblica Estate dimmerda 2, un chiaro dissing al collega che prende proprio spunto da un suo brano del 2017, chiamato per l’appunto Estate dimmerda. Nella canzone attacca Salmo in tutti i modi possibili immaginabile: rivela che è stato costretto a regalare 10mila biglietti per riempire San Siro, dice che quando ha sentito Il cielo nella stanza “ha rivalutato Plaza”, che Salmo è “l’antifi*a travestito da anticristo”, e che “da Russell Crowe” è “diventato Pio e Amedeo, che imbarazzo quel tuffo nella piscina di Sanremo”.

La parte più interessante però è la finale, in cui c’è proprio la voce di Salmo che fa i complimenti al collega: «Certo, è vero, fra’, è verissimo il messaggio che t’ho mandato. Perché quel disco era figo. Una volta l’ho ascoltato, bro, una volta. Perché io rap italiano non ne ascolto, immagina se posso ascoltare Luchè. Sono veramente contento di poter condividere il palco con uno dei miei rapper preferiti, un mostro sacro, raga. Fatemi sentire la voce per Luchè».

E Salmo? Risponde al dissing due gironi fa, pubblicando Dove volano le papere, parodie di Dove volano le aquile, ultimo disco di Luchè, ribaltando tutte le accuse e non solo. “Sei capace di/essere incapace nei/tuoi live“, “eri l’ombra/di ‘Ntò”, “uso il tuo dialetto/sì, per dirti Chi t’ha/mmuorto“, “Non cancello i tuoi/commenti, io ti/cancello la carriera”, “Al mio concerto a/Napoli hai suonato/ma dopo di me/la gente si/chiedeva: “Ma chi cazzo è Luchè?“, e poi lo descrive: “Luca è un/cinquantenne/stropicciato che/vive nel suo/passato/carriato, ma se l’è/presa col tipo/sbagliato“. Conclude: “Io faccio la pace/con gli altri, tu fai la/pace con te stesso/stupido“.

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Finisce qui? No. Luchè risponde con Ho paura di uscire, riprendendo uno dei brani più di successo di Salmo, rifatto in una nuova versione con la Machete. “Il rapperino da tastiera ti stronca la carriera” e poi “Ti strappo l’anima dal corpo/Non dare la colpa a Napoli se poi ti prendi un colpo” e ancora “Potevo farlo 4 anni fa/Ti ho dato una chance/Ho subito l’hating dei fans con nonchalance/Perché avevamo un patto che non hai rispettato/Ma tu sai bene noi cosa facciamo a un ratto (ra-pa-pa-pam)”. E conclude: “Dopo l’audio sanno chi sei/Dopo Viola tu non sai più chi sei/Schiavo di un personaggio invecchiato/Vittima del mercato/Non sei diventato ciò che odiavi/Lo sei sempre stato“.

E ancora… Salmo risponde con Stupido gioco del rap 2, con la premessa che è l’ultima volta che gli risponde e che il rapper napoletano verrà ricordato “come uno dei più grandi stupidi della storia“. “Non sei il mio rapper preferito/ti ho scambiato per un altro”, “Lo so, non ho rispettato i patti, sai perché? / Io non faccio feat con gli scarsi come te”. Per essere una m***a devi avere fatto un corso/D’accordo con tua moglie che ti ha chiesto il divorzio” e “Tutto rifatto con il silicon in faccia, sembri una Kardashian”, oltre a “Street fashion flashato dai fanali/So che ti sei fatto la liposuzione agli addominali/Sei da plastica, la tua fine è drastica”.

Hai chiesto il feat a Vasco, ti ha detto:/”Meglio giro a Napoli in motorino con il casco”,Mi basta un tasto e implodi come il Titan” e conclude: “In tuo rione dicono sei sfigato, rosicone/Geolier ti ha superato c***e“. Chiamato in causa da Luchè, poi, entra in scena anche Inoki che pubblica un dissing schierandosi dalla parte di Salmo. Adesso la domanda è: il rapper sardo risponderà o manterrà la parola (considerando che ha detto che quella sarebbe stata l’ultima volta?). Fatto sta che un dissing del genere non lo vedevamo da Marta Daddato e Anna Pepe.

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