No al salario minimo perché vogliono far lavorare gli esperti gratuitamente: ecco chi c’è dietro il governo Meloni e il MUR

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Hanno votato contro il salario minimo. Si sono apertamente schierati contro una proposta che avrebbe letteralmente migliorato la vita dei lavoratori e soprattutto dei giovani che spesso sono costretti ad accettare dei lavori sottopagati. Se però lo fa il ristoratore che si lamenta di non trovare dei camerieri e cuochi decidendo di pagarli €3 all’ora, è un conto (sempre scandaloso!), ma se lo fa il MUR cercando esperti con laurea magistrale e che quindi hanno studiato in università per almeno cinque anni investendo sul proprio futuro soldi e fatica, pagandoli “facendo curriculum“, arriviamo davvero a raschiare il fondo. Ma da chi loda le eccellenze e non spende mezza parola per chi si suicida, che ci aspettiamo?

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Lo scorso anno la Germania ha deciso di aumentare il salario minimo a €12 all’ora, e quindi si aprì la discussione anche in Italia, unico paese del G20 dove, ricordiamolo, lo stipendio negli ultimi tre anni anziché aumentare è diminuito. Questo dato catastrofico e vergognoso lo evidenziò il Rapporto sui salari 2022-23 dell’Organizzazione internazionale del Lavoro, secondo cui in Italia i salari hanno perso 6 punti percentuali, quindi oltre il doppio di quanto è stato perso nella media dei Paesi europei. Poi si lamentano che i giovani non si riproducono, calano le natalità, stanno ancora a casa con i genitori… E se la prendono con le persone LGBT.

Avete mai letto in un post di un Simone Pillon che piagnucola sempre sui bambini, sull’aborto o sulla temibile ideologia gender, qualcosa su come spronare i giovani a creare una propria famiglia? Perché è facile dire “i giovani non fanno figli“, ma non è tanto semplice rispondere alla domanda: perché i giovani non fanno figli? Veniamo sottopagati, oppure non riusciamo a trovare un lavoro o un lavoro nel nostro settore che ci renda anche felici (non in Italia, almeno, e quindi potremmo parlare anche della fuga dei cervelli). E ancora spesso non riusciamo neanche a trovare una casa da affittare, figuriamoci una da acquistare per crescere dei figli.

Sai come riduci gli aborti? Facendo educazione sessuale e mettendo i giovani nelle condizioni di poter mantenere un figlio. Presumo sia troppo difficile da pensare per uno che sostiene un governo che si impegna «a raggiungere l’obiettivo della tutela dei diritti dei lavoratori non con l’introduzione del salario minimo, ma attraverso le seguenti iniziative: attivare percorsi interlocutori tra le parti non coinvolte nella contrattazione collettiva, con l’obiettivo di monitorare e comprendere, attraverso l’analisi puntuale dei dati, motivi e cause della non applicazione». Vogliamo solo essere pagati in modo dignitoso.

Il MUR non vuole pagare i suoi esperti: ecco perché hanno votato contro il salario minimo

Il presidente Giorgia Meloni non ha una laurea. Il vice premier Matteo Salvini non ha una laurea. Sono le due figure più importanti del governo Meloni e nessuno dei due ha una laurea, eppure guadagnano entrambi più di tutti quelli studenti laureati in una triennale e una magistrale che il MUR cerca per pagare in curriculum per ben 18 mesi, a tempo pieno (curiosa di sapere come queste persone per più di un anno possono pagare bollette, benzina e affitti, con il curriculum?). Ora non voglio dire che chi non ha una laurea meriti di guadagnare meno di chi la ha, anche perché spesso l’esperienza fa molto di più (e di esperienza, in università, non ne fai).

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Semplicemente da che pulpito il Ministero dell’Università e della Ricerca, Ministero del Governo Meloni con due che hanno un titolo superiore e sono divenuti rappresentati degli italiani strapagati, chiedono persone extra laureate e specializzate in materie come ingegneria, economia, matematica e statistica, senza volerle minimamente pagare? In un paese civile questo non si chiama tirocinio o stage, ma si chiama vero e proprio sfruttamento. Perché non vai all’università, e considerando quanto sia complessa l’università in Italia non è stata neanche una passeggiata, per lavorare a titolo gratuito. In realtà, nessuno dovrebbe lavorare a tempo pieno a titolo gratuito. Tutti meritano dignità, e il tempo non è gratis.

«Gli incarichi oggetto della presente Procedura sono a titolo gratuito, prevedono un impegno a tempo pieno e avranno una durata pari a 18 mesi, prorogabili su richiesta del Ministero», c’è scritto proprio così sull’avviso protocollato il 7 marzo ma che solo nelle ultime ore è venuto a galla. La ministra Anna Maria Bernini ha saputo dopo della vicenda, e fanno sapere che è «imbufalita», chiedendo la revoca dell’avviso. Una nota del MUR fa sapere che è stato un «errore tecnico», che sarà tipo il “lapsus” del ministro Valditara sull’umiliare gli studenti per far imparare loro qualcosa.

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Adesso il bando è ufficialmente ritirato, e nella nota del Mur si conferma che «il contenuto e i termini dell’avviso pubblico non rispecchiano la volontà e il modo di procedere del Ministero, che considera il lavoro comunque configurato un valore cui deve corrispondere sempre un’adeguata retribuzione». Tuttavia, noi non lo dimenticheremo, e si aggiunge solo alla lista di grandissime figuracce non solo del Governo Meloni, ma proprio dei due ministeri che si occupano del presente e del futuro dei giovani, come quello dell’Istruzione (e del Merito) e quello dell’Università e della Ricerca.

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