Il lavoro gratuito non è un privilegio

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Lo chiamano “privilegio“, ma altro non è che lavoro gratuito. Non è una distopia, ma una campagna realizzata dal Comune di Parma per reclutare volontari nel settore dei beni culturali, un settore che, lo sappiamo, è già in crisi perché non viene adeguatamente pagato, ma che è composto da persone che hanno a lungo studiato, che si sono formate e che meritano rispetto, e di certo il rispetto non lo si ottiene con qualcosa da inserire sul curriculum o con il vedere in anteprima una mostra, ma con uno stipendio dignitoso. D’altronde, siamo nell’epoca del governo che boccia il salario minimo, quindi questo comportamento è quasi normalità.

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L’anno scorso, la Germania ha deciso di aumentare il salario minimo a €12 all’ora, innescando una discussione anche in Italia. È importante notare che l’Italia è l’unico paese del G20 in cui, negli ultimi tre anni, lo stipendio non è aumentato ma è diminuito. Questo dato allarmante è stato evidenziato nel Rapporto sui salari 2022-23 dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Secondo il rapporto, in Italia i salari hanno subito una diminuzione del 6%, il che è oltre il doppio della media dei Paesi europei. E questo non può essere normale in un paese civile.

Questo declino nei salari può avere conseguenze gravi, tra cui la diminuzione delle nascite, il prolungamento della permanenza dei giovani a casa con i genitori e un aumento delle tensioni sociali. È importante affrontare questa situazione con sensibilità e senza dare la colpa a gruppi specifici come le persone LGBT (come fanno vari politici, fra cui la nostra stessa Ministra per le Pari Opportunità, che ha dei bei rapporti con Pro Vita & Famiglia). Invece, dovremmo concentrarci sulle politiche economiche e sul miglioramento delle condizioni di lavoro per creare un ambiente più stabile e prospero per tutti.

A ciò si aggiunge anche un avviso protocollato pubblicato il 7 marzo dal MUR, in cui si richiede la presenza di 15 esperti ad elevata specializzazione, che avrebbero lavorato «a titolo gratuito», per un «un impegno a tempo pieno» e con una «durata pari a 18 mesi, prorogabili su richiesta del Ministero». C’è da dire che non appena la ministra Anna Maria Bernini ha saputo dopo della vicenda, e fanno sapere che è «imbufalita», ha chiesto la revoca dell’avviso, e una nota del MUR ha fatto sapere che è stato un «errore tecnico», che sarà stato tipo il “lapsus” del ministro Valditara sull’umiliare gli studenti per far imparare loro qualcosa.

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Il lavoro gratuito per il comune di Parma

«Io amo i privilegi», c’è scritto in grassetto, tutto in maiuscolo. Una didascalia poi afferma: «Amo il lusso di vedere una mostra in anteprima. Posso farlo perché ci lavoro come volontario. E la vedo nascere, giorno dopo giorno. Amo esserci ogni volta che una nuova idea prende forma. Ho messo la mia creatività al servizio di Parma Volontari per la Cultura». La cultura non può essere volontariato, soprattutto se parliamo di persone che hanno studiato a lungo, con passione e soprattutto sudore, considerando quanto le università italiane siano arretrate e troppe volte con docenti al limite del rispetto umano.

La seconda slide, invece, afferma: «Io amo mettermi in mostra», e come didascalia abbiamo: «Io amo stare al centro. Amo mettermi nel mezzo di una stanza piena di opere d’arte. Oppure in un angolo, a osservare come la cultura rende liberi. Ho messo la mia creatività al servizio di Parma Volontari per la Cultura». Sapete cosa rende liberi? Avere uno stipendio. Essere pagati per il proprio lavoro, per le proprie idee, per la propria creatività. Il volontariato è importante, il volontariato ti rende libere, ma non se è sfruttamento, come in questo caso.

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Infine, abbiamo un’ultima slide: «Io amo i gioielli di famiglia», e chissà perché quando si parla di mettersi in mostra e di gioielli, ci sono due donne, mentre per la creatività e le idee, c’è un ragazzo. Ma sorvoliamo su questo, andiamo alla didascalia: «Io amo le cose preziose. Amo i quadri in un museo e il fascino di certi palazzi delle mie città. Amo ogni forma d’arte, la più ricca espressione dell’essere umano. Ho messo la mia creatività al servizio di Parma Volontari per la Cultura». Interessante, ma per amare la propria città non c’è bisogno di mettersi al servizio di Parma Volontari per la Cultura.

Ci sono così tante cose che non vanno in tutte le slide, dal lavoro gratuito che non è mai un privilegio, soprattutto se parliamo di persone laureate e che per prendere quella laurea hanno utilizzato i propri soldi e il proprio tempo, al considerare l’arte come un semplice hobby, quando può essere benissimo un lavoro, in particolare in un Paese come l’Italia che di arte e cultura è piena. Ma purtroppo, finché continueremo ad avere questa mentalità, continueremo a essere un Paese povero, arretrato e che fa scappare i giovani.

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