California contro il divieto dei libri LGBT nelle scuole

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Sono tanti, troppi, gli Stati che vietano i libri LGBT nelle scuole. Non parliamo solo di paesi degli Stati Uniti, ma anche più vicini, europei. Pensiamo, ad esempio, al Paese sostenuto dalla destra al governo e dalla premier Meloni, l’Ungheria, che vieta in generale i contenuti LGBT. In California, invece, il governo è pronto a emanare una legge che penalizzerebbe le scuole che vietano qualsiasi libro che rifletta la diversità dello stato, compresi quelli che esplorano le identità e la razza LGBTQ+. La legge sarebbe l’Assembly Bill 1078 (AB 1078).

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Visto che abbiamo citato l’Ungheria (ma potremmo parlare anche della Polonia, che insieme al paese di Orban è stata ripresa dall’Unione Europea per la propria omofobia), facciamo una digressione su quello che è successo e sulla legge che, per “tutelare i bambini dalla pedofilia”, ha deciso di vietare alle associazioni della comunità LGBT di promuovere i programmi educativi e diffondere informazioni sull’omosessualità o sulla possibilità di richiedere un intervento per fare la transizione da uomo a donna o viceversa.

La legge vieta in Ungheria le adozioni da parte di persone gay, single e non sposate. Stabilisce anche che il governo «protegge il diritto dei bambini all’identità di genere in cui sono nati». In più, vieta alle persone e alle scuole di introdurre o parlare di omosessualità, transgenderismo o qualsiasi topic LGBT prima dei 18 anni (quindi anche contenuti LGBT da parte di Ikea, Coca Cola, Netflix, qualsiasi media o social, è, diciamolo la verità: una vera e propria censura).

Questa censura, chiaramente, è stata un problema per diverse piattaforme. Pensiamo ad esempio alla serie Netflix Jurassic World Camp Cretaceous, classificata per bambini di 7 anni e oltre, con uno dei personaggi principali che confessa il suo amore a un’altra ragazza e la bacia, e per questo è stato aperto un fascicolo sulla serie e sulla piattaforma e dovrà comprendere come agire in modo legislativo. La California, però, è per la diversità, e questo può solo fare onore.

La legge della California contro la discriminazione

La legge, l’Assembly Bill 1078 (AB 1078), impedirebbe ai consigli scolastici di «rifiutarsi di approvare o vietare l’uso di qualsiasi libro di testo, materiale didattico o altro programma di studio o qualsiasi libro o altra risorsa in una biblioteca scolastica» sulla base del fatto che include argomenti relativi a persone LGBTQ+, nere, latine, asiatiche e indigene o altri gruppi emarginati. Chi non rispettasse questo disegno di legge si troverà ad affrontare delle sanzioni fiscali che comporterebbero alla diminuzione dei fondi statali attraverso cambiamenti nelle formule di finanziamento scolastico della California.

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Questo estende il codice educativo già esistente della California, che richiede alle scuole di includere le esperienze delle persone LGBTQ+ e di altri gruppi nel proprio curriculum. La legge ha già superato un importante ostacolo legislativo, in quanto il Senato dello stato l’ha approvato con 30 voti favorevoli e 9 contrari. Poi è passato alla scrivania del governatore Gavin Newsom, che subito celebrato l’approvazione del disegno di legge in una  dichiarazione su Twitter, affermando che dimostra che la California è il “vero stato di libertà”. 

Scrive: «La California è il vero stato della libertà: un luogo dove le famiglie – non i fanatici politici – hanno la libertà di decidere cosa è giusto per loro. Con l’approvazione di questa legislazione che vieta il divieto di libri e garantisce che tutti gli studenti abbiano libri di testo, l’Agenda familiare del nostro Stato è ora ancora più forte. Tutti gli studenti meritano la libertà di leggere e conoscere la verità, il mondo e se stessi».

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La legge è arrivata dopo che una scuola a Temecula ha rifiutato dei materiali LGBT, precisamente un programma di studi sociali con materiali che facevano riferimento a Harvey Milk, defunto leader dei diritti civili LGBT. L’autore del disegno della legge, Corey Jackson, ha elogiato lo Stato per aver preso «una posizione contro la messa al bando dei libri» nelle scuole e per aver assicurato agli studenti «l’accesso a materiali educativi che rappresentano accuratamente la ricca diversità culturale e razziale della nostra società».

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