Oggi vi racconto la mia avventura nel cercare casa a Perugia, da fuorisede, e alla mia si aggiungerà quella di Arianna, un’altra scrittrice di Cup of Green Tea, che ci racconterà della sua nel cercarla a Parma. Perché vogliamo parlarne? Un po’ come sfogo, un po’ come denuncia, e noi non stiamo cercando a Bologna, perché se provate a entrare in uno dei gruppi Facebook per cercare case a Bologna, credetemi che non ne uscite vivi. Non fatelo. Tuttavia, anche nelle città da noi scelte non è così semplice.
Cambiare città per studiare è un grandissimo passo, in quanto devi cominciare a razionare il cibo, a essere indipendente, a confrontarti con il pagamento delle bollette, spesso anche a convivere con perfetti sconosciuti. Tuttavia, il primo passo è quello di cercare casa, e non pensate che sia semplice. Dovete tenere in considerazione la zona, la vicinanza o lontananza dall’università e quindi eventuali mezzi pubblici, se gli elettrodomestici sono moderni oppure del paleolitico, e questo è importante per sapere quanto potreste spendere.
E il riscaldamento? È autonomo? Il condominio è incluso nel prezzo? E la spazzatura? Agenzia o privato? Ma è possibile visitarla? Il letto com’è? C’è una scrivania in stanza? La casa è abbastanza luminosa? Saranno tantissime le domande che dovrete farvi prima di firmare un contratto e affittare la casa, e per questo spesso fare tutto da soli diviene complesso. Per me, che cerco casa a Perugia, è la quarta esperienza di ricerca casa, ma posso dirvi che è anche stata la peggiore? E letteralmente in un caso hanno cercato di affittarmi una casa che non esiste.
Mi sono trasferita a Bari, in due case (nella prima si erano dimenticati di dirci che a novembre/dicembre non arrivava l’acqua), poi a Zadar, sempre in due case (in due semestri diversi in cui per tre mesi non era necessaria la mia presenza in sede) e ora a Perugia. Per quanto riguardo la mia collega, invece, sarà la prima vera e propria esperienza da fuorisede, da Milano, città dove è nata e cresciuta, a Parma. E quindi, ora iniziamo.
Trovare casa a Perugia: che impresa
Ho scelto l’università da frequentare un po’ tardi, per il semplice motivo che volevo prendermi prima del tempo per me per capire cosa volessi fare. Poi mi sono trovata a dover scegliere fra Bologna, Pisa e Perugia, poi fra Bologna e Perugia e, alla fine, dopo una lunga analisi dei piani di studio e dei pro e dei contro, ho scelto Perugia, città visitata per la prima volta negli ultimi due giorni ma che sarò felice di conoscere per bene nei prossimi mesi.
L’avventura comunque è iniziata ad agosto, quando in una settimana ho contatto tutti i proprietari di case possibili sui vari siti di immobiliari. Di tutti questi, mi hanno risposto ai messaggi (a quelli che avevano il numero, li ho chiamati, ma a chi non lo aveva, era l’unico modo per chiedere dell’appartamento) solo in due, e non sto scherzando. Uno di questi per dirmi che l’appartamento non era più disponibile. Allora perché tenerlo ancora sui vari siti?
Sì, una cosa che ho notato sin da subito, è che quando i proprietari mettono un annuncio, anche se affittano la stanza, il monolocale, il bilocale, l’appartamento, continuano a tenere anche dopo mesi l’avviso sul sito. E la stessa cosa fanno molte agenzie. Perché dopo aver perso la speranza con i privati, mi sono rivolta alle agenzie. Ho iniziato con le mail, perché ho pensato: beh, lo fanno per lavoro, dovranno rispondermi o richiamarmi, giusto? Povera illusa. Povera, povera illusa. Quindi ho perso un’altra settimana così, a contattare senza ricevere risposte.
Il problema poi è che quando ho cominciato a chiamare, è iniziato lo scarica barile e le stesse identiche cose pronunciate da tutti: guardi il mio collega che se ne occupa non c’è, la faccio richiamare domani. Inutile dire che ho richiamato sempre io. Mi spiace, l’abbiamo affittata. Allora perché è ancora sul sito? Quella non è più disponibile, ma mi dica cosa cerca e la ricontattiamo per altri immobili. Secondo voi si son fatti risentire? No, li ho ricontattati io. Tranne uno. Era un ragazzo molto gentile e l’ho richiamato mattina e pomeriggio per quattro giorni. Avesse risposto mezza volta. Poi qualcuno ti dà i numeri su Whatsapp, ma tranquilli che se non chiamate non rispondono neanche lì.
Insomma, è stata un’impresa. Se all’inizio pensavamo di andare alla cieca e affittare una casa a distanza per trasferirci direttamente, ci siamo resi conto che non era proprio possibile. E quindi abbiamo deciso di andare a Perugia, abbiamo collezionato quattro appuntamenti sicuri, quattro in forse, uno con la tipa che non risponde e siamo partiti (io e il mio ragazzo, con cui convivrò) alle 21.30 da Brindisi verso Perugia con scalo a Roma. E qui comincia un’altra avventura.
Il giorno più produttivo è stato il primo, in cui abbiamo visitato per quattro case, di cui una ci ha davvero rubato il cuore e abbiamo deciso di affittarla, quindi abbiamo avuto il nostro happy ending. Ma prima, è stato difficile. L’agente immobiliare della prima casa si è presentata con 20 minuti di ritardo, e le chiavi che aveva non aprivano l’appartamento. Poi ha provato quelle della proprietaria, e non andavano neanche quelle. Per la seconda casa andava tutto bene, però, sarò onesta, non era presentata bene (così come la prima). Sporca, in disordine, non è così che vuoi trovare la casa dei tuoi sogni.
E infatti la terza, quella pulitissima e molto fornita, è stata quella che ci ha bloccato il cuore, e quindi dopo ben 13 km a piedi, con scale, discese e salite, siamo riusciti a trovare quello che cercavamo, e sabato, giorno in cui avevamo un appuntamento ma che è stato disdetto quella stessa mattina (pensate un po’, non è destino?), abbiamo firmato il contratto e messo la parola fine sullo strazio di dover cercare casa, per almeno altri 4 anni (sì, abbiamo il contratto 4+4, ma probabilmente recederemo prima a meno che davvero Perugia non ci faccia completamente innamorare). Tutto è bene quello che finisce con una firma su un contratto.
Trovare casa a Parma: un incubo
Da qualche mese ho deciso di continuare i miei studi nell’ambito chimico, ma tra tutti i percorsi di studio che avevo individuato soltanto questo corso a Parma mi avrebbe permesso di realizzare i miei obiettivi. Frequenterò il corso di laurea magistrale in Chimica, il primo anno in Italia presso la sede di Parma e il secondo anno interamente in Olanda, presso l’Università di Twente.
Prima di essere ammessa ho dovuto sostenere un colloquio con la commissione del corso di laurea, inviare il mio piano di studi completo e scegliere alcuni esami integrativi da svolgere. Pensavo fosse questa la parte più difficile. Esatto, pensavo. Non avevo ancora affrontato il mio peggior nemico: cercare casa.
La mia avventura nello splendido mondo dei fuorisede comincia a fine luglio, momento in cui ho iniziato ad interessarmi attivamente alla ricerca iscrivendomi a diversi gruppi Facebook per studenti e seguendo una pagina dedicata ai fuorisede di Parma su Instagram.
Tra i tantissimi post “cerco stanza in zona” ogni tanto appariva anche qualche annuncio di affitto, ma non si faceva in tempo a contattare in privato che la persona era già sommersa da messaggi e da appuntamenti con altri poveri studenti.
Un po’ scoraggiata, decido dunque di cercare attraverso vari siti immobiliari, non avendo speranza tra privati ho iniziato a rivolgermi anche io a qualche agenzia. Come da copione, le risposte sono state le medesime che ha evidenziato Giulia nella sua esperienza.
Aggiungerò alla collezione soltanto un piccolo aneddoto: contatto un giovane agente immobiliare per una camera che avevo adocchiato su uno degli annunci, era bella, pulita, ordinata, spaziosa e soprattutto nella zona che desideravo, insomma semplicemente perfetta per me. Ne parliamo con l’agente, lui ci fornisce tutte le informazioni e ci assicura che è libera, ma non è possibile visitarla di persona poichè il proprietario e le coinquiline non erano ancora rientrate dalle ferie.
Talmente eravamo convinti io e i miei genitori che saremmo stati disposti a bloccarla senza nemmeno vederla, cerco di contattarlo in qualsiasi modo ma lui mi ignora totalmente, fino a che mi chiama e mi dice che ne avrebbe parlato con “il dottore”, ovvero il fantomatico proprietario della casa.
Dopo giorni di attesa, riceviamo una chiamata da parte dell’agenzia in cui ci viene detto che purtroppo non posso sottoscrivere il contratto per quella stanza perchè il proprietario vuole solo studentesse di triennale. COSA? Non vi so nemmeno descrivere la rabbia che ho provato in quel preciso istante. Avevo interrotto la mia ricerca per questo, per poi ricevere una risposta simile. Ovviamente sull’annuncio non c’era scritto niente relativo alle “preferenze” del dottore.
Sono dunque costretta a riprendere a cercare, e finalmente riesco ad organizzare ben 4 appuntamenti in un singolo giorno.
Dopo un’oretta di viaggio in macchina arriviamo io e mia madre a Parma, ci presentiamo nella via del primo appuntamento e poco dopo scende le scale l’agente e ci comunica che la casa che dovevamo vedere noi era appena stata bloccata. Ero il secondo appuntamento della giornata, ma ero comunque arrivata troppo tardi. Assurdo direte, eppure tutto vero.
Fortunatamente, la ragazza è stata davvero gentile e ci ha proposto altre due case da vedere in quello stesso giorno, di cui una in particolare ci ha portato a firmare il contratto per un anno. Tutto è bene quel che finisce bene, ma che incubo!
I nostri consigli
In primis, per mia esperienza, vi dico di lasciare perdere i privati. Sì, a volte sembrano la scelta migliore perché paghi di meno, ma con l’agenzia vai sul sicuro e se dovesse esserci qualsiasi problema puoi rivolgerti a loro. In più, delle agenzie non risponderanno, ma altre sì. Ah, e consiglio anche di iniziare prima di agosto, e di andare assolutamente in zona perché è molto più semplice fare una scelta e non essere fregati. Sì, spenderete tanti soldi, ma si tratta della casa per cui vivrete per mesi, se non anni.
Ci sono tanti siti di immobiliari: usateli. Per alcune città i gruppi su Facebook funzionano, per altre no. Io non ho ricevuto neanche una risposta ai miei innumerevoli post, neanche per sbaglio. In più, trovate soprattutto privati che vogliono affittare stanze, per cui se come me cercavate un monolocale o bilocale, è molto più difficile. Però, valutate voi la situazione. Io avevo anche fatto uno schema con tutti i proprietari e le agenzie da contattare, contattati, e con tutti i dettagli fondamentali, per tenere sott’occhio la situazione.
L’ultimo consiglio che vi do è quello di non demoralizzarvi: non troverete subito la casa dei vostri sogni, ci vuole tempo e soprattutto pazienza. Non vi scoraggiate come ho fatto io, che ho letteralmente avuto un mental breakdown dopo l’ennesimo “mi spiace, è stata affittata“, ma cercate di pensare che, a meno che non stiate cercando casa a Bologna, tutto si risolve e riuscite a trovare un modo per studiare nella città che avete scelto. Buona fortuna!
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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