Ieri ho scoperto che FaceApp non è solo un’applicazione in cui puoi renderti più vecchio o addirittura del sesso opposto, bensì puoi anche creare un make up degno di una make up artist e che ti cambia completamente i connotati. L’ho provato su me stessa, in una foto in cui non indossavo un filo di trucco, e sono rimasta sconvolta dal risultato, da come io fossi omologata alla bellezza che le influencer del calibro di Kylie Jenner fanno passare per unica. Tuttavia basta aprire i profili di più influencer per renderci conto di quanto siano divenute tutte uguali e, soprattutto, irreali. Le ragazzine che utilizzano i social questo devono comprenderlo.
La bellezza che vediamo sui social non è sempre reale. Spesso è frutto di pose, di luce, di make up, ma soprattutto di applicazioni che ti rendono irreale. Pelle levigata senza un minimo di imperfezione, niente occhiaie (oppure giusto un filo, abbiamo visto che ormai vanno di moda) e ovviamente neanche rughe, come se fossero delle bambole senza emozione. Labbra piene, denti bianchissimi, occhi grandi e con un trucco o semplice, come un solo colore di ombretto, oppure fin troppo realizzato. Ovviamente naso sottile. Ormai è questo l’ideale di bellezza che le ragazzine inseguono.
A 14 anni non sapevo neanche che le sopracciglia si potessero o dovessero truccare, il massimo che facevo era togliermi qualche pelo ti troppo per mantenere la forma. Oggi invece le ragazze guardano il tutorial per il conturing, per sembrare più adulte perché è questo che le loro idole le hanno insegnato. E in questo non c’è nulla di male. Il make up non è una cosa negativa, è una passione finché la si considera tale e non come l’unico modo per essere belle. Il problema sorge nel momento in cui si rincorre un’ideale di bellezza che non esiste.
Una cosa che ho notato è che hanno tutte la pelle tanto levigata, poi le vedi dal vivo e hanno quei bellissimi difetti che tutte noi abbiamo. Hanno gli occhi lucidi, profondi, bianchissimi così come i denti. Le labbra piene e luminose, e ovviamente anche il corpo perfetto, ma di questo ne abbiamo già ampiamente parlato. Vedi le foto che pubblicano e sembrano perfette, poi dal vivo sembrano delle persone come qualsiasi comune mortale, com’è giusto che sia. Perché quelli che loro nascondono perché li ritengono difetti sono una delle cose che ci differenzia dalle bambole. Siamo persone e abbiamo dei difetti, è normale.
Scoprire i filtri bellezza di FaceApp per me è stato come cadere dal cielo. Sapevo che tante influencer come anche tante ragazze utilizzassero dei filtri di bellezza, in fin dei conti anche a me è capitato nelle storie Instagram di sfruttare qualche filtro, soprattutto quelli più divertenti. Tuttavia FaceApp è qualcosa di atroce e purtroppo l’ho riconosciuto in troppe influencer e ragazze, in troppe persone che hanno dimenticato qual è il vero volto che hanno quando si guardano allo specchio. A qualcuna di loro ho anche fatto i complimenti per il make up, per poi scoprire l’amara verità.
FaceApp e la bellezza falsa delle influencer
Prima di continuare voglio sottolineare una cosa: non ce l’ho con FaceApp, non ce l’ho con tutte quelle app che permettono addirittura di rendere più magro il corpo in un video, non ce l’ho con le ragazzine che pur di sentirsi apprezzate utilizzano quelle app. Ce l’ho con le influencer, con delle persone che hanno delle responsabilità nei confronti di chi le segue, e le prendono in giro in questo modo. Tutte le persone sono belle, tutte le persone sono diverse, ed è proprio questo a renderci uniche. Utilizzare delle applicazioni che ci rendono semplicemente uguali, contribuisce solo a farci sentire dei robot.
La cellulite è divenuta la nemica più grande delle donne perché a deciderlo è stata un’industria malsana sponsorizzata da influencer che si definiscono beauty. Ogni volta che trovo pubblicità di creme anti cellulite o peggio dimagrenti mi sale una rabbia in corpo indescrivibile. Fino agli anni ’60 la cellulite era normale, nessuno si lamentava se una donna l’aveva, perché, flash news: è una cosa normale. Se oggi storciamo il naso davanti alla cellulite dobbiamo ringraziare un articolo di Vogue che la descrive come «attributo deturpante».
Oggi apriamo i social e vedere della cellulite è quasi impossibile se non in quella decina di body positivity influencer che cercano di far comprendere che è normale e che tutte le donne, o quasi, la posseggono. Apriamo i social e vediamo delle pelli senza pori, della pelle liscia senza un minimo pelo né le puntine fastidiose post depilazione, non vediamo la realtà. La colpa però non è solo delle influencer, in fin dei conti è tutto partito dall’industria della moda e da come volevano a tutti costi delle modelle perfette, delle modelle del calibro delle Barbie, dei giocattoli. Alte, magre, depilati, senza un minimo di imperfezione.
Con i social la situazione è solo peggiorata perché questa bellezza falsa, che va da FaceApp a photoshop, è stata solo alla portata di tutti, anche dei più piccoli convinti che un corpo sia per natura così, che i pori sul volto non esistano, né i peli corti che non puoi togliere. E quindi ecco le adolescenti che piangono davanti a uno specchio perché non sono come vorrebbero, ed ecco che cominciano anche loro a ingannarsi utilizzando delle applicazioni che le rendono uguali, che le rendono belle agli occhi degli altri. Ma quello che non sanno è che sono già belle, sono belle perché sono diverse, sono uniche.
«I social media sembrano incoraggiare i giovani a concentrarsi fortemente sul loro aspetto e sul modo in cui vengono giudicati o percepiti dagli altri. Trovare queste chiare associazioni tra alimentazione disordinata e uso dei social media nelle ragazze e nei ragazzi adolescenti suggerisce che si deve fare molto di più per aumentare la resilienza nei giovani, per essere meno influenzati negativamente dalle pressioni dei social media».
Simon Wilksch
Come possiamo risolvere questa situazione? Non si può. Viviamo nell’era dei social e della bellezza artificiale, ogni giorno esce un nuovo filtro e fa il giro del mondo. Tuttavia, possiamo seguire le pagine e le persone giuste che condividono la realtà, che ti fanno sapere che quell’influencer che ti sembra perfetta, in realtà ha dei difetti proprio come te. Che se in un film un’attrice sembra con la pelle perfetta, in realtà anche lei ha quei brufoli che tu odi. Che il corpo perfetto è ogni corpo in salute. Amate voi stesse per come siete, migliorate per stare bene ma non perché ve lo impone qualcuno.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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