Il presidente turco Tayyip Erdogan, noto omofobo, si è espresso contro quello che sta avvenendo nel suo stato, ovvero contro tutte le manifestazioni degli studenti e degli insegnanti dell’Università di Bogazici (Istanbul) che stanno lottando da un mese, soprattutto da quando Erdogan ha reso rettore un uomo scelto da lui e quindi con le sue stesse idee. Ha definitivo le proteste antigovernative e persino simili a quelle del 2013, definendo chiunque stia manifestando un terrorista.
Fonte: twitter
Le manifestazioni contro Erdogan
Insegnanti e studenti hanno deciso di scendere in piazza nonostante tutto, nonostante il pericolo, nonostante il divieto, nonostante Erdogan, perché quest’ultimo ha scelto di rendere rettore Melih Bulu, un accademico ed ex candidato politico. Il motivo è che ritengono che la nomina sia stata antidemocratica e vogliono quindi le sue dimissioni. Le proteste e il dibattito che ne è scaturito ha fatto divenire la vicenda un caso nazionale.
Ad essere arrestate, al momento, sono più di 250 persone nella città di Istanbul, mentre 69 sono quelle detenute ad Ankara. Persino gli Stati Uniti si sono espressi su questa vicenda, per quanto la situazione è divenuta grave, affermando di essere seriamente preoccupati per la detenzione degli studenti, dei professori e dei manifestanti, condannando qualsiasi retorica anti-LGBT, quest’ultimo a causa di un’affermazione di un ministro turco.
Il ministero degli interni turco ha infatti definito su un tweet su Twitter tutti i manifestanti dei «devianti LGBT», tanto che la piattaforma ha dovuto mettere un avvertimento proprio come avveniva con i post di Donald Trump, prima del suo ban permanente. Ovviamente anche Erdogan si è espresso sulle manifestazione, affermando che «questo paese non sarà gestito da terroristi. Faremo tutto il necessario per prevenirlo».
Fonte: twitter
Ha poi sottolineato, parlando con i membri dell’AK Party, il fatto che i manifestanti non abbiamo i «valori nazionali e spirituali» della Turchia, oltre al fatto che fanno parte di associazioni terroristiche (solo perché non la pensano come lui divengono automaticamente dei terroristi). «Siete studenti o terroristi che cercano di razziare la stanza del rettore?», ha chiesto Erdogan agli studenti che manifestavano.
«Questo paese non vivrà di nuovo un evento Gezi a Taksim, non lo permetterà Non siamo stati con i terroristi e non lo saremo mai», ha aggiunto, come possiamo leggere sul Reuters. Intanto il rettore ha già detto di non aver alcuna intenzione di dimettersi, lo fanno sapere i media turchi, sebbene anche il leader dell’opposizione, Kemal Kilicdaroglu, abbia chiesto le sue dimissioni.
Il sindaco di Ankara, Mansur Yavas, ha anche chiesto in una lettera aperta indirizzata a Bulu di sacrificare la propria posizione per la pace accademica, per la gioventù e per il futuro, ma lui ha risposto affermando ai media che questa crisi sarebbe finita in circa sei mesi. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Ned Price, ha affermato:
«Anche un discorso su cui non tutti non sono d’accordo, è una componente critica e vibrante per il funzionamento della democrazia. Gli Stati Uniti… stanno fianco a fianco con tutti coloro che lottano per le proprie libertà democratiche fondamentali.»
Fonte: twitter
Intanto gli studenti continuano a protestare. Di recente hanno anche condiviso sui social un’immagina mostrata all’università dove si vedevano i colori della bandiera arcobaleno, simbolo dell’amore omosessuale insieme a un simbolo molto sacro all’Islam, il santuario di Kaaba alla Mecca. Inutile dirvi che il quadro è stato condannato dal ministro degli Interni Suleyman Soylu.
Erdogan ha affermato che gli LGBT non esistono e che «questo paese è nazionale e spirituale» e che continuerà a camminare nel futuro con quest’idea. Insomma, ancora una volta, ha dimostrato di essere omofobo. Non che abbia mai cercato di nasconderlo. Dobbiamo sperare che in queste proteste nessuno si faccia male e, soprattutto, che questa situazione possa risolversi nel migliore dei modi.
Giulia, 24 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty
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