12enne suicida a causa del bullismo omofobico

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Aveva 12 anni Eli Fritchley, un bambino di 12 anni della contea di Bedford, nel Tennessee. Aveva 12 anni, perché si è suicidato il 28 novembre dopo essere stato vittima dell’ignoranza umana dei suoi compagni di scuola. Un’ignoranza che prende il nome di bullismo omofobico. Eli, infatti, amava il colore rose, si dipingeva le unghie ed era un grande fan di SpongeBob, infatti indossava la felpa quasi tutti i giorni. I suoi compagni, per questo, gli ripetevano più volte che sarebbe andato all’inferno a causa della sua omosessualità.

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Eli Fritchley è morto perché dei genitori non sono stati capaci di educare dei figli, e degli insegnanti non hanno saputo gestire al meglio la situazione. È facile dare la colpa ai bambini, ma i bambini, soprattutto a quell’età, sono ciò che li circonda. Se in famiglia o a scuola gli viene spiegato che un bambino che si mette lo smalto o indossa abiti rosa non è omosessuale, loro non lo chiameranno tale. E se in famiglia o a scuola viene loro insegnato che essere omosessuali è normale e non c’è nulla di cui vergognarsi, loro non porteranno al suicidio un coetaneo.

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Il fatto che dei bambini abbiano detto che gli omosessuali vanno all’Inferno fa presuppore che dietro di loro ci siano degli estremisti religiosi, perché chiaramente un bambino non può sognare di notte una cosa così cattiva, soprattutto perché Gesù Cristo non ha detto che gli omosessuali vanno all’inferno, ma ha detto di amare il prossimo tuo come te stesso, quindi di amare tutte le persone che ci circondano. Non di odiarle. Probabilmente adesso anche quei bambini avranno questo trauma, perché perdere un compagno di classe soprattutto a quell’età non è semplice.

Ma la colpa deve andare a qualcuno. All’ineducazione, al non avere rispetto, ad avere gli occhi chiusi e al sottovalutare delle situazioni. Perché è anche impossibile che un insegnante non si sia reso conto di quello che Eli Fritchley stava subendo nella sua aula, nella sua classe. Ma spesso si tende a sottovalutare il bullismo o l’omofobia, e poi delle persone, dei ragazzi, degli adulti, dei bambini, muoiono. E a noi non resta che informare dopo la morte. Ma bisogna agire prima.

Eli Fritchley: le parole della famiglia

La mamma di Eli Fritchley, Debbey, ha detto a WHNT News che i suoi compagni di scuola spesso gli dicevano che, in quanto omosessuale, sarebbe andato all’inferno. «Glielo dicevano abbastanza spesso», ha confessato. E noi non possiamo che pensare alle discussioni in Senato sul DDL Zan, con la destra che continuava a ripetere di proteggere i bambini “dall’ideologia gender”, quella stessa ideologia che, se ci fosse stata negli USA, avrebbe salvato la vita di Eli Fritchley. Ma probabilmente la vita di alcuni bambini vale meno degli altri.

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Il padre di Eli ha detto he è sicuro che non abbiano mai picchiato il figlio, tuttavia anche le parole sono molto dannose, in particolare a 12 anni: «Penso che fossero solo parole, ma le parole fanno male. Fanno davvero male», ha detto. Comunque il figlio respingeva sempre i bulli: «non gli importava, o almeno pensavamo che non gli importasse, ed è questo che è davvero difficile per noi da sopportare, perché pensavamo che non gli importasse».

Adesso i genitori stanno lavorando per fondare e lanciare una fondazione anti-bullismo in onore di Eli Fritchley, aiutati anche da Rob e Shondelle Lewis, proprietari del Penalties Sports Bar & Grill, dove Steve e Debbey sono clienti abituali, che hanno fondato per loro un GoFundMe per aiutarli a raccogliere fondi, perché istruire è la chiave per il bullismo. Un pensiero che, molte volte, viene condiviso sulla pagina di Teresa Manes, madre di Andrea, il ragazzo conosciuto in Italia come «il ragazzo con i pantaloni rosa», suicidatosi a causa di bullismo omofobico nel 2012.

Sopravvivere ad un prossimo congiunto, morto suicida vuol dire ritrovarsi in piedi improvvisamente a metà, con mezzo…

Pubblicato da Teresa Manes su Martedì 23 novembre 2021

Fonte foto: web

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