Denise Pipitone e ragazza bosniaca: l’esito del test del DNA si sapeva già prima di fare lo scoop di Quarto Grado

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C’è poco da dire su Quarto Grado: lanciare comunque uno scoop pure essendo a conoscenza dell’esito del test del DNA è vergognoso, perché si lucra sul dolore di una famiglia che da diciannove anni sta cercando la propria figlia. Denise Pipitone è scomparsa nel 2004 a quattro anni, e dopo diciannove anni ancora non si sa cosa sia successo quel giorno. Indagini archiviate, commissioni d’inchiesta bocciate, sembra che si faccia di tutto per non arrestare un rapitore di bambini. Perché Denise Pipitone non si è allontanata da sola da casa. Non ha scelto di lasciare la sua famiglia. E ancora nessuno ha pagato per questo.

Facciamo il nostro brevissimo recap, per ricordare cosa la famiglia sta passando da ormai anni: lo scorso anno è stato pubblicato l’age progression di Denise Pipitone aggiornato al 2021, e potrebbe essere davvero utile per cercare l’oggi 21enne in quanto è diverso da come tutti ce la siamo sempre immaginata (molto simile alla mamma, invece nella locandina la vediamo anche molto simile al padre, Piero Pulizzi). Piera Maggio invita a condividerla quanto più possibile, senza ritagliarla o modificarla:

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Il caso di Denise Pipitone è tornato sulla bocca di tutti, dai social ai programmi televisivi, da quando Olesya, una ventenne russa alla ricerca della sua mamma, ha contattato un programma russo. E subito la ragazza ci è sembrata la nostra Denise, scomparsa da 17 anni. Tuttavia, il gruppo sanguigno non coincideva con quello della bambina, per cui la storia si è chiusa in quel momento. O così si pensava. Perché qualche settimana dopo siamo stati avvisati della riapertura delle indagini sulla scomparsa della bambina, anche in seguito a tutti gli errori che sono stati fatti nel primo periodo.

Le indagini sul caso di Denise Pipitone sono state piene di depistaggi, di bugie, di cose che non tornano, di intercettazioni che non funzionano solo con le persone indagate e qualche mese fa durante una puntata di Chi l’ha visto ci abbiamo aggiunto anche la mafia. Ma la madre di Denise Pipitone, così come tantissime persone che da anni cercano giustizia, vorrebbero solo che la bambina tornasse finalmente fra le braccia della sua famiglia che, per tutti questi anni, non ha perso la speranza e continua ad aspettarla.

Ogni giorno ci sembra di essere più vicini alla verità ma allo stesso tempo non ci vogliamo illudere, e quindi non ci resta che, ancora, inesorabilmente, aspettare. Negli ultimi mesi abbiamo seguito con tanto interesse non solo le indagini riaperte ma anche le vecchie intercettazioni che non sono minimamente state prese in considerazioni all’epoca dei fatti. Abbiamo visto come il signor Battista Della Chiave non è stato minimamente ascoltato, con un’interprete ancora troppo inesperta che non è riuscita a comprendere quello che l’uomo davvero volesse dire.

Oggi Denise Pipitone non è ancora a casa, ma speriamo che questa sia solo una situazione temporanea. Qualche mese fa, l’avvocato Frazzitta ha esposto le motivazioni per cui il caso non deve essere archiviato, soprattutto in seguito alle ultime intercettazioni, ma a quanto pare non è servito a nulla.

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Denise Pipitone

Vi ricordiamo anche che prima che la commissione d’inchiesta sulle indagini fosse accettata, Italia Viva, partito di Matteo Renzi, ha fatto ostruzionismo decidendo di ricattare i colleghi. Igor Iezzi, in diretta con Milo Infante su Ore14, ha fatto sapere che lui è «rimasto stupito dal tono di questi emendamenti. Il problema è che posso capire l’esigenza di allargare il campo d’azione della commissione, partire da Denise Pipitone per poi allargare sul fenomeno». Tuttavia, per fortuna, non hanno avuto la meglio.

Poi, comunque, la commissione d’inchiesta è un testo ufficiale e vediamo per davvero la prima luce infondo al tunnel. «Una norma costituzionale prevede che si possa seguire questo iter e i deputati avranno tutti i poteri dell’autorità giudiziaria. Diciamo che è una forma di “avocazione”, di spostamento, dell’indagine a Roma. Noi confidiamo nella ricerca della verità, anche dopo 17 anni», disse l’avvocato Frazzitta e dopo l’okay definitivo alla commissione affari costituzionali, la commissione è stata ufficialmente bocciata. Il giorno in cui si saprà la verità sul caso di Denise Pipitone, sembra essere ancora lontano.

Denise Pipitone: il test del DNA alla ragazza bosniaca era già negativo

Gravissimo che comunque le forze competenti non abbiano minimamente parlato con la famiglia nel momento in cui è stato fatto un test del DNA, ma potremmo quasi giustificarli dicendo che non volevano infliggere ulteriore dolore e quindi, nel momento in cui l’esito era negativo, hanno semplicemente deciso di non comunicare. Ma alla stampa, ai giornalisti di Quarto Grado (ricordiamo: Denise Pipitone: la giornalista Ilaria Mura (Quarto Grado) a giudizio per favoreggiamento), chi ha dato la notizia?

Lei si chiama ha 20 anni e quindi due in meno a Denise Pipitone. Inizialmente si diceva che non avesse mai conosciuto suo padre e che la madre si trovasse in Bosnia, ma a quanto emerge proprio da un’ulteriore intervista con la ragazza, lei sa benissimo chi sono sia suo padre che sua madre. I carabinieri sono stati attirati dai suoi occhi e capelli scuri, dalla corporazione magra e dalla carnagione chiara della ragazza, e ovviamente il nome è stato un plus. Lei non ha avuto problemi a fare un test del DNA, proprio perché era sicura di chi fossero i suoi genitori.

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In un’intervista con Il Messaggero si racconta brevemente, spiegando anche come i carabinieri sono arrivati a lei: «Sono bosniaca, so chi sono mio padre e mia madre. Ora parlano di questa storia che dovrei essere un’altra, ma è solo una storia. Sono andata a rinnovare la carte di identità, il giorno dopo sono arrivati i carabinieri a casa e mi hanno chiesto di eseguire il test per questa bambina che è scomparsa. Ma io so chi è la mia famiglia. Ho chiamato i miei genitori e ne abbiamo parlato. Abbiamo capito subito che non potevo essere io Denise, ma non ho esitato per il test. Adesso spero che le ricerche proseguano e che la ragazza venga trovata».

La famiglia di Denise Pipitone, che tra l’altro erano stati informati solo tramite i messaggi di chi stava seguendo la trasmissione, non erano a conoscenza di nulla, e in un comunicato stampa di ieri sottolineano: «“La stampa è tossica, la stampa inquina ed è pericolosa” e poi ci ritroviamo (con tutto rispetto) un Procuratore che utilizza la stampa per rispondere e non ci manda a casa neanche attraverso un carabiniere, le forze dell’ordine, ancor prima del comunicato stampa, visto che la comunicazione l’hanno fatta loro, dando la notizia a tutti e non anche in primis a noi genitori, per comunicarci umanamente in maniera riservata, “stia tranquilla signora purtroppo l’esito del DNA è risultato negativo».

Aggiungono: «Neanche questo, tutto attraverso la stampa che in questo caso “la stampa è buona”. La stampa non va valutata e definita a propria convenienza e comunque svolge un servizio dietro notizie e comunicazioni perché gli vengono riferite anche da qualcuno. Abbiamo appreso la notizia dell’accertamento della ragazza Bosniaca di Roma, dall’inizio a fine esito nel giro di 12 ore, solo attraverso i media». Infine, si dicono delusi e amareggiati, sottolineando ancora come sono «papà e una mamma che cercano la loro figlia da 19 anni e non smetteranno mai di cercarla fino a prova contraria». «Un po’ di empatia non ci guasterebbe».

Nei commenti, poi, aggiungono: «Addirittura attraverso sempre i media apprendiamo che il tampone salivare alla ragazza Bosniaca di Roma è stato prelevato lo scorso 21 febbraio 2023. Ci chiediamo come mai il programma che ha lanciato lo scoop non sapessero già del risultato negativo del DNA visto che sono trascorsi 11 giorni dall’esame. Vabbè…». Un abbraccio alla famiglia di Denise Pipitone, perché solo loro possono sapere quanto questo sciacallaggio non è utile al loro caso e al loro dolore.

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