Un’inchiesta del New York Times ha fatto emergere delle immagini raccapriccianti e tristi, situate a Bucha, una cittadina che ormai tutti conosciamo a causa delle brutalità perpetrate dai russi nei confronti degli ucraini. Nel filmato condiviso dalla testata americana si vedono nove civili ucraini in fila, costretti a marciare in fila con un fucile puntate contro.
Alcuni di loro sono curvi e si aggrappano alla cintura della persona davanti a loro. Altri hanno invece le mani sulla propria testa. Il filmato è di una telecamera di sicurezza e risale al 4 marzo scorso, quindi quando ancora la guerra era ai suoi albori. Il video si interrompe, ma quello che è successo dopo è stato registrato da un testimone in una casa lì vicino.
Il New York Times ha detto che i reporter hanno interrogato per settimane le persone presenti, e alcuni testimoni hanno detto che i soldati hanno portato i civili dietro a un edificio occupato dai russi in via Yablunska 144 e poi hanno udito degli spari. Inutile dire che quei nove cittadini di Bucha non sono più tornati in dietro.
Scrivono che un filmato di un drone del giorno successivo «fornisce la prima prova visiva che conferma il racconto dei testimoni e mostra i corpi morti a terra sul lato dello stesso edificio». «Due soldati russi sono lì vicino di guardia». Da Mosca sono sempre arrivate delle smentite su quello che accade nella città, definendo tutto come «fake news e provocazioni».
Non inseriremo le immagini dei cadaveri in quanto sono molto forti e, sebbene sia corretto mostrate quello che la Russia sta facendo e ha fatto a dei cittadini perché è ignobile leggere i negazionisti della guerra, non lo riteniamo rispettoso nei loro confronti.
New evidence — including three videos obtained by The New York Times — shows how Russian paratroopers rounded up and executed at least eight Ukrainian men in Bucha on March 4, a likely war crime. https://t.co/EnA2q943Ds pic.twitter.com/BRMDeGo0u6
— The New York Times (@nytimes) May 19, 2022
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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