Non sono servite a nulla le manifestazioni degli studenti per spiegare quanto il concetto di merito sia deleterio per la comunità scolastica e universitaria, in quanto adesso, togliendo fondi al Bonus Cultura, sono stati stanziati al Bonus del Merito. Quella che conoscevamo come 18app si divide in due: 500 euro per gli studenti con un ISEE fino a 35.000, e altri 500 euro per chi si è diplomato con 100. In altre parole, c’è chi avrà mille euro da spendere in cultura, e c’è chi non avrà neanche qualche centesimo.
Per parlare di merito, riporto le parole della Rete degli Studenti e dell’Udu in occasione della manifestazione tenutasi lo scorso novembre in tutte le città italiane. Le due associazioni studentesche hanno parlato del fatto che «le forze che compongono il Governo sono anti studentesche. Valditara è responsabile della Riforma Gelmini che ha contribuito a distruggere la scuola e l’università pubbliche. Abbiamo interrogato i candidati dei partiti che sostengono il Governo durante le elezioni e nessuno ha sostenuto le proposte studentesche.
Vogliamo investimenti sul diritto allo studio, non riflessioni su un merito che non esiste. Non ci può essere merito in una scuola che non dà a tutti gli stessi strumenti e le stesse possibilità. Vogliamo giustizia ambientale, lavoro stabile e retribuito, salute mentale». Ed è bello sapere che il Governo aiuta e soprattutto ascolta gli studenti, proponendo persino un bonus del merito, così che gli studenti possano sentirsi giusto un po’ meno stressati e pressati dal merito e dalle aspettative, senza essere spronati da un futuro che, in Italia, non esiste. Da un governo che dà bonus del merito, ma non un salario minimo.
Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale del sindacato, ha detto che il nuovo ministro dell’Istruzione (e del Merito, da questo governo), Giuseppe Valditara, ha delle idee che non rappresentano «un modello di scuola inclusivo. Queste proposte hanno come fine un modello di scuola escludente per coloro che il ministro definisce ‘studenti in difficoltà’, che in questo modo vengono ulteriormente marginalizzati ed esclusi». Non è soddisfatta neanche delle riforme per i tecnici: «L’obiettivo che dovrebbe raggiungere questo processo secondo il ministro Valditara è quello di creare una scuola maggiormente asservita al mondo del lavoro e non come strumento di formazione personale e collettiva».
Pensate un po’ (giusto per ridere), che a tutte queste critiche il ministro dell’Istruzione e del Merito disse che «è sempre positivo che gli studenti esprimano le proprie idee e avanzino le proprie proposte, è uno degli elementi fondamentali delle società libere. Il dialogo è stato il principio cardine su cui ho impostato da subito la mia azione. Confermo che nella Grande Alleanza per la Scuola e per il Merito che stiamo costruendo, il confronto con le ragazze e con i ragazzi riveste un ruolo fondamentale, e sarò lieto di approfondire quanto prima il dialogo nelle sedi istituzionali preposte con i rappresentanti democraticamente eletti degli studenti». Eppure, sembra proprio che non l’abbiano minimamente ascoltati.
In cosa consiste il Bonus del Merito
Il Bonus Cultura, conosciuto maggiormente come 18app cambia totalmente e nel 2023 si divide in due: Carta Cultura e Carta del Merito, istituite con la Legge di Bilancio 2023 e che sarà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale entro la fine di quest’anno. Questi due bonus valgono 500 euro ciascuno, il primo è legato al reddito (ISEE fino a 35.000), mentre il secondo è legato al merito (voto minimo 100). Le novità saranno applicate ai nati nel 2005, che compiranno 18 anni il prossimo anno, ma per avere dei dettagli precisi bisognerà attendere la norma ufficiale.
Nel concreto, cambiano i fondi a disposizione per gli studenti: da 230 milioni da spendere per i giovani e per la loro cultura, adesso ne sono rimasta 190. Secondo i dati condivisi da La Repubblica, i ragazzi che sono riusciti a prendere 100 alla maturità sono il 9,4%, mentre per reddito resterebbero comunque l’80-85% degli studenti. C’è da dire, poi, che qualcuno di loro vedrà il bonus raddoppiato, mentre altri non ne avranno proprio diritto. Il funzionamento preciso comunque sarà stabilito in futuro, tramite il ministero della Cultura guidato da Giuliano Sangiuliano.
Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera, ha detto che con quest’emendamento «finisce l’era Franceschini e Renzi. A gennaio incontreremo tutte le categorie per regolamentare l’intervento e rendere il provvedimento operativo il prima possibile». Proprio Renzi nelle ultime settimane si è svegliato e ha deciso di attaccare la scelta del governo (che però prima sosteneva): «Toglie i soldi ai 18enni per darli ai presidenti di Serie A», ha detto.
D’accordo con lui la fedele Elena Bonetti, che a Sky TG Economia ha dichiarato: «La maggioranza risparmia 230 milioni sottraendoli ai giovani. Trasforma una misura universale e di sostegno alla cultura, come 18App, con una misura che dipende dall’Isee dopo che per anni hanno tuonato contro l’Isee nell’ambito delle politiche familiari». Critiche anche dal PD con Irene Manzo, capogruppo in commissione cultura: «Confermano così l’idea distorta di merito. Ovvero premiare chi già ce la fa, punire chi fa fatica. Una visione paternalista che penalizza solo i più giovani e l’intero comparto culturale».
Il Ministero della Cultura, intanto, «vigila sul corretto funzionamento della Carta e, in caso di eventuali usi difformi o di violazioni delle disposizioni attuative, può provvedere alla disattivazione della Carta, alla cancellazione dall’elenco delle strutture, imprese o esercizi commerciali accreditati, al diniego di accredito o al recupero delle somme non rendicontate correttamente o eventualmente utilizzate per spese inammissibili», leggiamo nella norma. E in via cautelare può anche procedere «alla sospensione dell’erogazione degli accrediti oppure, in presenza di condotte più gravi o reiterate, alla sospensione dall’elenco dei soggetti accreditati».
Sottolineiamo, ancora una volta, che questi cambiamenti saranno solamente per i nati nel 2005. Chi è nato nel 2003 o nel 2004 può e potrà comunque sfruttare il vecchio bonus 18app, in quanto e novità del Bonus Cultura previste dalla Legge di Bilancio 2023 con l’emendamento riformulato riguarderanno solo (dopo l’ok alla Manovra) coloro che compiono 18 anni a partire dal 1° gennaio 2023, ossia i nati nel 2005.
Applicando la logica, mi immagino già lo scenario del ragazzo che esce dalla maturità con 100, con bonus per merito. Dopo 5 anni, si laurea e il caso voglia che non trovi un lavoro stabile, chieda il RdC e dovrà accettare quello che capiterà in questa guerra contro i poveri
— Valentina (@valahllah) December 22, 2022
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
Instagram: @murderskitty