Alice in Borderland 2: recensione di una stagione esplosiva [ALERT MAJOR SPOILER]

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[ALERT MAJOR SPOILER ALICE IN BORDERLAND 2]

Da dove inizio? Devo iniziare? Come mi chiamo? Chi sono io? Questa seconda stagione di Alice in Borderland è veramente esplosiva, forse una delle serie che Netflix dovrebbe tenersi molto stretto perché ha ancora un po’ da dire (quel finale? Vogliamo parlarne?). Non c’è una cosa, una singola cosa, che non vada in questa serie: la fotografia è pazzesca, gli attori sono strepitosi, la trama è capace di trattenerti in ogni singolo minuto, la musica ti accompagna e ti fa impazzire gioco dopo gioco. Abbiamo aspettato due anni per la seconda stagione, speriamo solo di non doverne aspettarne altri due per la terza.

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Alice in Borderland

Diamo giusto qualche dato generale su Alice in Borderland: la serie non è un’originale Netflix, ma è tratta dall’omonimo manga di Haro Aso, tradotto in Italia da Flashbook Edizioni, sebbene non sia disponibile in tutti i suoi 18 volumi. Alice in Borderland è anche stato un anime, tuttavia non è mai arrivato in Italia. Insomma, siamo stati sfortunati ma, fortunatamente, la voglia di Netflix di creare live-action di manga (sebbene con Death Note non gli sia andata molto bene), ha fatto scoprire anche a noi questo capolavoro di serie.

La prima serie segue questa trama: «Arisu, un ex-studente universitario disoccupato e appassionato dei videogiochi, si ritrova improvvisamente in una Tokyo desolata in cui lui e i suoi amici devono competere in giochi pericolosi per sopravvivere. In questa distopia, Arisu incontra Usagi, una giovane donna che li affronta da sola e insieme decidono di capirne i meccanismi per arrivare sempre più vicino agli architetti e ai game master creatori della distopica Tokyo».

La seconda stagione è stata descritta da Netflix con questa sinossi: «Arisu e Usagi devono svelare i misteri della Borderland per tornare nel loro mondo. Spostandosi dalla scioccante ambientazione di uno Shibuya vuoto nella prima stagione, questa stagione è ambientata in una Shibuya devastata coperta di piante. Non perdere un secondo di questo gioco di sopravvivenza ricco di azione intensa e una storia emozionante!». C’è chi la paragona a Squid Game ma, se permettete, la trovo persino superiore. Bene bene, passiamo subito alla regione con spoiler!

Cosa pensiamo di Alice in Borderland 2? [ALERT MAJOR SPOILER]

È uscita ieri, e l’abbiamo finita in una giornata. Alice in Borderland 2 inizia bene o male da dove l’abbiamo lasciata, ma il protagonista principale non è più solo Arisu. Conosciamo tanti nuovi personaggi e ci muoviamo insieme a loro nel corso dei giochi. Visto che ho già nominato i giochi, posso dire che sono davvero strepitosi (e molto più crudeli dei precedenti) e molto superiori a quelli presenti in Squid Game? In particolare quelli svolti da Chishiya, sono davvero mozzafiato: in generale proprio il suo personaggio non fa che stupire e stupire ancora. Geniale, ben scritto, recitato alla perfezione dal primo all’ultimo momento.

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Alice in Borderland

Tuttavia, siamo onesti, il protagonista del primo episodio è… un sedere. No, dai, scherzo. Però è davvero un dispiacere non aver potuto conoscere meglio tutti i personaggi, ma ci rendiamo conto che è la trama e che se vogliamo vedere sopravvivere i nostri personaggi preferiti, dobbiamo accettare che altri muoiano. La storia comunque scorre molto velocemente, passiamo da un personaggio a un altro, da un gioco all’altro, con dei flashback nell’intermezzo.

Ma a parte i personaggi maschili, anche le donzelle si sono fatte valere, da Usagi a Kuina ad Ann, ognuna di loro è stata importante in quasi tutti gli episodi, ed è davvero bello che non si facciano salvare ma che abbiano un carattere forte e spesso siano proprio loro a dominare in intelligenza e forza. Parlando di Usagi, lei e Arisu alla vista degli elefanti hanno deciso finalmente di darsi il tanto atteso bacio. Ma è dall’episodio sette che cominciamo a urlare e a strapparci i capelli… momentaneamente.

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Alice in Borderland

Avete presente tutti i personaggi che amate? Vi fanno credere che sono tutti (ripeto: tutti, esclusi Arisu e Usagi) morti. E noi ci disperiamo, urliamo, stile battaglia di Breaking Dawn parte 2, in quanto nei manga non c’erano tutte queste morti… Ma poi, proprio come in Twilight, scopriamo che sono tutti vivi, un po’ malconci ma comunque vivi. Il gioco finale è stato ben scelto, un gioco di mente in cui Arisu e Usagi più che gareggiare devono dimostrare l’un l’altro il proprio amore per tenersi in vita (più lei a lui), e persino i villain riescono a farsi apprezzare.

Non sappiamo chi odiare in Alice in Borderland, proprio perché quelli che dovrebbero essere dei cattivi alla fine risultano essere delle brave persone o comunque accettano la propria sconfitta con sportività e in alcuni casi è come se si arrendessero, persino. Diciamo che sul finale, avrei qualcosa da ridire. Non mi ha mai convinto la storia di “era solo un sogno“, ma presumo che avremo un po’ più di risposte nella stagione successiva (mi auguro?), perché altrimenti non si spiega in che modo tutte quelle persone siano state bloccate in quel borderland tutte insieme.

La serie finisce con l’ultima carte, quella del Joker, che altro non è che la mente che c’è dietro tutto e che dà la possibilità a tutte le persone che si trovano in coma a causa della caduta del meteorite di sopravvivere: chi si arrende ai giochi o perde, muore anche nella vita reale; chi invece vince ha la possibilità di tornare a vivere nel mondo reale oppure diventare un cittadino di questa borderland. In altre parole: la vita è tutta un gioco e se sei disposto a combattere, potrai vincere.

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Alice in Borderland

In conclusione, Alice in Borderland è la serie del momento, ti tiene attaccato allo schermo in costante stato di stress perché non sai e non puoi immaginare cosa stia per succedere, i giochi mortali non hanno scampo per nessuno e non perdonano, anche se quel villain si è pentito. Il regista Shinsuke Sato ha detto che il centro della storia è il mistero, e noi ci auguriamo che nella prossima stagione potremo riuscire a comprendere davvero il perché di questa terra di confine. Anche se, ammettiamolo, un finale con un lieto fine non ci è dispiaciuto per niente.

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