Kuwait e Libano contro il film di Barbie: promuove l’omosessualità

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Il film di Barbie è stato ufficialmente bandito in Kuwait mentre in Libano c’è stata la richiesta di divieto, tutto per proteggere «l’etica pubblica». Il ministro della cultura libanese ha accusato il film di «promuovere l’omosessualità». Quindi, mentre la regista Greta Gerwig è ufficialmente la regista donna con il maggior incasso di tutti i tempi a livello nazionale e mondiale, mentre il film è acclamato (e anche criticato principalmente da uomini) e continuare a infrangere record, ad esempio quello di Frozen 2 come film diretto da una donna con il maggior incasso al botteghino nazionale, in alcuni paesi del Medio Oriente viene bannato.

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Il film è prodotto dalla Warner Bros, con Margot Robbie e Ryan Gosling nello stesso film che interpretano i protagonisti, una la bambolina e l’altro Ken, il suo eterno compagno – amico. Le varie Barbie poi avranno diversi volti, alcuni anche più conosciuti (la Barbie sirena, infatti, è niente di meno che Dua Lipa). Greta Gerwig, nota per aver diretto “Lady Bird” e “Piccole donne”, ha diretto il film e ne ha scritto la sceneggiatura con Noah Baumbach.

Insieme a Margot Robbie e Ryan Gosling il cast è davvero straordinario, e la maggior parte di loro interpreta le diverse bambole con i rispettivi Ken. Ad esempio, fra le famose bambole, abbiamo Kate McKinnon, Issa Rae, Hari Nef, Alexandra Shipp, Emma Mackey, Sharon Rooney, Dua Lipa, Nicola Coughlan, Ana Cruz Kayne, Ritu Arya, Kingsley Ben-Adir, Simu Liu, Scott Evans, Ncuti Gatwa e John Cena. Barbie include anche America Ferrera, Will Ferrell, Connor Swindells, Michael Cera, Helen Mirren, Jamie Demetriou e Emerald Fennell.

La trama del film girà ovviamente intorno a Barbie, ma non è un film cartone come quelli che abbiamo amato e conosciuto (potrebbe interessarvi: Barbie: i film più belli della «bionda perfetta»), bensì è un live action che partirà da Barbieland, dove la bambola scoprirà di non essere più “perfetta e impeccabile” come un tempo. Decide quindi di allontanarsi dal suo mondo per trovarsi a vivere un’avventura nel mondo reale. Detta così, ci sembra molto simile a Come d’incanto, ma in realtà è molto più di questo.

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Barbie bandito in alcuni paesi del Medio Oriente

Partiamo dal Kuwait, che ha proprio bandito il film della bambolina. Lafi al-Subaiei, il capo del consiglio di classificazione dei film del Kuwait, ha affermato che di solito il consiglio chiede che vengano tagliate scene di film ritenute in contrasto con la cultura del suo paese, tuttavia quando un film promuove un comportamento che lo stato ritiene inaccettabile, vengono banditi a titolo definitivo. Cosa avrebbe di sbagliato Barbie? Un portavoce del ministero ha affermato che «promulga idee e convinzioni che sono estranee alla società e all’ordine pubblico kuwaitiani».

Non è la prima volta che un prodotto viene bannato per lo stesso motivo, ad esempio di recedente anche il film horror “Talk to Me” è stato vietato, sebbene secondo l’Hollywood Reporter, “Talk to Me” è stato vietato non a causa del contenuto del film, ma a causa del cast, che include l’attore transgender Zoe Terakes. Lo stesso attore ha risposto al divieto in un post su Instagram sottolineando che il thriller “non ha temi queer“: «Sono un attore trans che ha ottenuto il ruolo. Non sono un tema. Sono una persona. Il Kuwait ha bannato questo film a causa della mia sola identità». Allo stesso modo, il cast di Barbie ha un’attrice trans: Hari Nef. Coincidenze?

In Libano, invece, il ministro della Cultura libanese Mohammad Mortada ha chiesto al ministero dell’Interno di «prendere tutte le misure necessarie per vietare» Barbie, in quanto «promuove l’omosessualità e la transessualità… sostiene il rifiuto della tutela di un padre, mina e mette in ridicolo il ruolo della madre e mette in dubbio la necessità del matrimonio e di avere una famiglia». Ma abbiamo visto lo stesso film? Mi sembra che semplicemente spiegasse alle donne che non devono per forza essere madri per essere realizzate.

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Dopo l’affermazione del ministro della Cultura, il ministro degli Interni del Libano, Bassam Mawlawi, ha chiesto al comitato di censura del paese di controllare il film. Il ministro della Cultura, c’è da dirlo, è sostenuto dal movimento islamista sciita Hezbollah, che potrebbe essere bene o male il nostro Pro Vita & Famiglia, persino più estremista. Il mese scorso il leader del gruppo ha affermato che l’omosessualità rappresenta un «pericolo imminente» per la società libanese e ha invitato le autorità a vietare gli eventi che la promuovono.

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