La Polonia avvierà un programma per rintracciare i bambini ucraini rapiti dalla Russia

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Questa settimana la Polonia darà inizio a un’iniziativa congiunta con la Commissione europea per rintracciare i bambini ucraini che sono stati rapiti e portati in Russia durante la guerra in corso in Ucraina, nonché per «assicurare che i responsabili siano assicurati alla giustizia». L’obiettivo è quello di «attirare l’attenzione del mondo su questo grave problema attraverso l’altissimo livello politico di questa iniziativa, il livello del presidente della Commissione europea e del primo ministro polacco», come fa sapere lo stesso ministro degli affari europei della Polonia, Szymon Szynkowski vel Sęk.

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Fonte foto: Avvenire

Circa un mese fa la BBC riportava la notizia secondo cui il capo dell’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, Filippo Grandi, ha accusato Mosca di violare i principi “fondamentali” di protezione dei minori fornendo passaporti russi a minori rifugiati non accompagnati, quindi rapendo i bambini ucraini, portandoli in Russia e facendoli adottare da famiglie russe. Ha poi detto che l’UNHCR tenterà di ottenere l’accesso alle persone colpite e cercherà di trovare soluzioni nel loro migliore interesse. Ma sapere quanti bambini sono stati rapiti, è impossibile.

Disse che «in una situazione di guerra non si può stabilire se i bambini hanno una famiglia o una tutela. E quindi, fino a quando non sarà chiarito, non si può dare loro un’altra nazionalità o farli adottare da un’altra famiglia». Secondo i dati più recenti dell’UNHCR,in Russia sono stati registrati quasi tre milioni di rifugiati dall’Ucraina, quindi più che in qualsiasi altro paese europeo. Di questi, non si sa quanti siano i bambini, sebbene un consigliere presidenziale ucraino ha parlato di quasi 14.000 bambini “deportati” in Russia dalle zone occupate dell’Ucraina, quindi accusando i russi di vero e proprio rapimento.

Filippo Grandi, quindi, ha detto che l’UNHCR cerca l’accesso alla Russia continuamente, ma finora è stato sporadico e non senza restrizioni. I suoi commenti arrivano dopo che il massimo funzionario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha espresso preoccupazione a luglio per il fatto che i bambini ucraini fossero stati prelevati dagli orfanotrofi nella regione orientale del Donbass e “deportati con la forza” in Russia. C’era anche la preoccupazione che Mosca stesse “modificando la legislazione esistente” per accelerare questo processo. Adesso vedremo come interverranno la Polonia e l’Unione Europea.

L’intervento della Polonia per salvare i bambini ucraini

Lo schema pensato dall’Unione Europea insieme alla Polonia comporterà «attività investigative per raccogliere prove specifiche» di rapimenti e «stabilire un meccanismo che consenta di affrontare il problema», ma al momento è tutto ciò che si sa. Prossimamente, fa sapere il ministro per gli Affari europei polacco ai giornalisti, avremo più informazioni, in quanto, come concordato con la Commissione Europea, questa «deve essere anche un’iniziativa preparata in modo responsabile e adeguatamente presentato».

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«Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a questo problema. Questo è un problema drammatico a cui il mondo occidentale deve rispondere e deve raccogliere le prove di questi crimini e garantire che i responsabili di questi crimini siano assicurati alla giustizia», ha commentato. Aggiunge che che la Polonia ha una sorta di esperienza storica in questa “materia”, ed è per questo che «ci sentiamo particolarmente consapevoli di questo tema e particolarmente obbligati ad agire in merito».

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Fonte foto: National Geographic

Dall’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia un anno fa, il Cremlino è stato accusato da varie agenzie internazionali di deportare con la forza i bambini ucraini in Russia o nei territori controllati dalla Russia. L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’UNHCR, ha accusato Mosca di averli dati in adozione alle famiglie russe. All’inizio di quest’anno, i ministri degli Esteri tedesco e olandese hanno condannato la Russia per quella che hanno definito una politica “crudele” e “disumana” che sta “facendo a pezzi le famiglie”.

Fin dalle prime fasi della guerra, i funzionari polacchi, inclusi agenti di polizia e pubblici ministeri, sono stati coinvolti nella documentazione e nelle indagini sui crimini di guerra russi in Ucraina. La Polonia è stata uno dei 41 paesi che hanno sostenuto le richieste alla Corte penale internazionale di indagare su potenziali crimini di guerra in Ucraina.

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