Allarme bomba: cos’è successo ieri a Washington?

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Per qualche ore ieri c’è stato terrore a Washington a causa di un allarme bomba per cui è stata evacuata la Biblioteca del Congresso americano, a Capitol Hill e in seguito anche la sede della Corte Suprema, che comunque è chiusa al pubblico per la pandemia. Dopo qualche ora la situazione si è risolta e per fortuna nel meglio, con nessun morto o ferito, ma il panico è stato tanto soprattutto perché si aggiungeva a quel che sta avvenendo in Afghanistan e non avremmo davvero potuto vivere un’altra tragica situazione. Vediamo quindi quello che è successo.

Capitol Hill a inizio anno è stato il background delle rivolte dovute al passaggio della presidenza da Donald Trump a Joe Biden. Furono davvero ore di terrore che sono entrate nella storia, con delle persone che si rivoltavano contro la democrazia con l’appoggio della polizia che pensava a fare dei selfie. Divenne popolare la figura di Jake Angeli, per giorni si è parlato di lui persino vantandosi delle sue origini italiane, e gli account di Donald Trump cominciarono a essere bannati dai vari social. E anche questa volta sembra che il protagonista del terrore sia un sostenitore di Trump, un patriota.

Allarme bomba: cos’è successo?

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Fonte: Kenneth Moton su Twitter

È tutto iniziato da un tweet di Capitol Police in cui leggiamo «L’USCP sta rispondendo a un veicolo sospetto vicino alla Biblioteca del Congresso. Si prega di stare lontano da quest’area e seguire questo account per le ultime informazioni», annunciando poco dopo l’indagine in corso e che la polizia si stava occupando di monitorare «da vicino questa situazione», cercando di rilasciare sull’account ufficiale quante più novità ci fossero state. Un’ora dopo è stato lanciato l’allarme bomba: «Questa è un’indagine attiva sulla minaccia di una bomba. L’area di sosta per i giornalisti che si occupano di questa situazione è a Constitution e First Street, NW per la vostra sicurezza.»

In quelle ore poi cominciamo a scoprire più cose sull’uomo causa dell’allarme bomba, che aveva come obiettivo Joe Biden. «Pensavi che il sud non sarebbe arrivato. Bene, il momento di Joe Biden è arrivato. Le strade sono bloccate e sto aspettando la tua chiamata», ha detto in una diretta su Facebook in cui ha criticato il governo e ha chiesto esplicitamente di parlare con il Presidente: «Vieni qui e parla con me Joe, l’America è stanca». Facebook si è subito operata con il rimuovere la diretta e disattivare il profilo dell’uomo. Intanto la polizia ha cercato di negoziare e di «risolvere la questione pacificamente». Sul campo anche gli agenti dell’FBI.

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EPA/SHAWN THEW
Fonte: ANSA

Secondo Rita Katz, la direttrice di Site, che è un sito che monitora l’attività social dei terroristi, l’uomo aveva scritto sui social di aver ottenuto l’esplosivo in ambienti militari e in uno degli ultimi post su Facebook ha scritto: «È quasi ora…Biden sei licenziato… Non è un opzione… scappa dal nostro Paese…», insomma delle vere e proprie minacce al Presidente. Dopo ore di negoziamenti, comunque, la polizia è riuscita ad arrestare l’uomo che si è spontaneamente arreso dopo aver minacciato di avere un congegno esplosivo sul suo furgone parcheggiato sulle strade vicino al Campidoglio, causando un allarme bomba. Il suo nome è Floyd Ray Roseberry, ha 49 anni ed è della Carolina del Nord.

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Fonte: The Count

Sempre secondo Site, Floyd sarebbe un fan fanatico di Donald Trump, ex Presidente degli Stati Uniti ancora fermamente convinto di aver perso a causa di un complotto. Questa credenza è a causa di alcuni post dell’uomo con «sentimenti estremi» alla dottrina del Make America Great Again (Maga), slogan di Donald Trump. Sembrerebbe comunque che fosse una «persona nota alla polizia», come riporta il Fox 5 Di Washington DC. L’allarme bomba è stato ritirato ieri sera, quanto la polizia ha annunciato che l’uomo era stato preso in custodia e che tutta quest’assurda storia si era conclusa al meglio.

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