Femminicidio a Bologna: Alessandra Matteuzzi aveva denunciato per stalking

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Un’altra donna è stata uccisa da un ex compagno, dopo che lo aveva denunciato per stalking. Parliamo di Alessandra Matteuzzi, di 56 anni, uccisa a martellate dall’ex compagno, Giovanni Padovani, di 27 anni. Il femminicidio si è consumato in via dell’Arcoveggio, in periferia di Bologna, dove la donna abitava. Lui si è appostato vicino casa sua e, non appena l’ha vista, ha cominciato a sfogare la sua rabbia contro di lei, che in quel momento era al telefono con la sorella che ha avvertito le forze dell’ordine. Tuttavia, non c’è stato niente da fare per la donna.

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Alessandra Matteuzzi

Prima di raccontarvi quest’ennesimo femminicidio, che in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne la Polizia Criminale ha postato sul sito del Viminale i dati che vanno dal 1° gennaio 2021 al 21 novembre 2021, secondo cui su un totale di 263 omicidi volontari compiuti in Italia il 35% (quindi 93) sono femminicidi. “Ma è sempre un omicidio, non è un femminicidio“. Apriamo quest’altra parentesi per chi ancora non ne conosce la differenza. Se un giorno decidi di uccidere una persona a caso che incontri per strada, e per casualità è una donna, quello è un omicidio. Se invece decidi di uccidere la tua fidanzata perché vuole lasciarti, quello è un femminicidio.

Nel corso dell’ultimo anno, invece, tra il 1 agosto 2021 e il 31 luglio 2022, è stata uccisa più di una donna ogni 3 giorni, e c’è stato un incremento rispetto all’ultimo anno. Sono aumentati del 15,7% i femminicidi, 108 maturati in ambito familiare e 68 quelli commessi dal partner o dall’ex partner. È quello che emerge dal dossier del Viminale concernenti ifemminicidi. Sono 125 i femminicidi avvenuti in Italia in Italia, e adesso, a questo lungo elenco di vittime, si aggiunge anche Alessandra Matteuzzi.

Tra l’altro, dei dati testimoniano di come ogni giorno le donne siano vittime di diversi tipi di violenza: ad esempio, Fondazione Libellula ha condotto un’indagine su più di 4.300 lavoratrici dipendenti e libere professioniste, e da questa è emerso che metà delle donne ha subito molestie sessuali e discriminazioni di genere sul luogo di lavoro. Il 55% delle intervistate ha dichiarato di aver subito discriminazioni o molestie sessuali sul posto di lavoro. Di queste, il 53% ha dichiarato di aver ricevuto complimenti espliciti non graditi e il 22% contatti fisici indesiderati.

Tuttavia, la politica di oggi sembra preoccuparsi della violenza sulle donne sono se per mano di un non italiano, arrivando persino a pubblicare il video – con audio – del suo stupro (Giorgia Meloni e il favore ai gruppi Telegram e al dark web con il video e l’audio di uno stupro pubblicato su Instagram). Ma Alessandra Matteuzzi è stata uccisa da un italiano, così come la maggior parte delle donne vittime di femminicidio quest’anno (e sia chiaro, non giustifichiamo in alcun modo nessun assassino, qualsiasi sia la sua origine, bensì, al contrario di molti, condanniamo entrambi i carnefici).

Il femminicidio di Alessandra Matteuzzi

Alessandra Matteuzzi aveva 57 anni ed era appassionata di moda, tanto da lavorare nel settore da anni in qualità di rappresentante di vendita di uno showroom con sede anche a Milano. Sul suo profilo Instagram, infatti, si vedono diverse foto in cui prova outfit, felice, libera. Giovanni Padovani, l’assassino, è invece un calciatore di 27 anni nato a Senigallia, in provincia di Ancona, ma che, per il calcio, vive a San Cataldo, dove gioca per la squadra cittadina. Pur di uccidere Alessandra, avrebbe abbandonato il raduno, preso un aereo e si sarebbe appostato sotto casa sua.

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La polizia sul luogo del delitto

Alessandra Matteuzzi, però, quell’uomo lo aveva denunciato a fine luglio. Viene ancora spontanea la domanda: perché denunciamo, se poi ci ammazzano comunque? Perché nessuno ci protegge? Perché nel 2022 dobbiamo ancora leggere di donne che hanno denunciato per stalking e di stalker ancora a piede libero? Perché quest’uomo non era seguito da uno psicologo per far sì che guarisse dalla sua ossessione, in modo che Alessandra potesse vivere in tranquillità?

Agli inizi di agosto era stato aperto un fascicolo in procura, con le indagini delegate ai carabinieri. Gli investigatori hanno avviato gli accertamenti e sentito diversi testimoni, inviando una prima informativa in Procura attorno alla metà di agosto, sebbene dovessero ancora ascoltare altre persone al momento lontane da Bologna per le vacanze. Qualche giorno fa Alessandra Matteuzzi aveva anche chiamato il legale per comunicargli che Padovani si era presentato ancora sotto casa sua.

Una vicina di casa di Alessandra ha riferito che Sandra – così si faceva chiamare la vittima – le avrebbe chiesto di non aprire a quel ragazzo. «Quando ieri sera [il 23 agosto, ndr.] l’ho visto qui sotto casa, sono entrata e ho chiuso la porta perché non entrasse», ha raccontato al Resto del Carlino. Tuttavia, quando la donna è rincasata alle 21, lui era ancora lì e l’ha colpita con un martello. I vicini, insieme alla sorella che ha assistito a tutto tramite una chiamata telefonica, hanno allertato subito le forze dell’ordine, ma purtroppo, una volta arrivata in ospedale, la vittima è deceduta per un trauma cranico.

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La sorella di Alessandra Matteuzzi

La sorella racconta al Tgr Emilia-Romana che «è scesa dalla macchina e ha cominciato a urlare ‘no Giovanni ti prego, no ti prego, aiuto’. Io ero al telefono, ho chiamato immediatamente i carabinieri che sono subito arrivati. Io abito a 30 chilometri da lei. Alla fine, l’ha massacrata di botte». Il femminicida è stato arrestato sul posto e, speriamo, che adesso possa marcire in galera.

«Condanniamo senza se e senza ma ogni violenza e femminicidio. Non riusciamo a trovare le parole per commentare i fatti che si sono verificati ieri sera a Bologna, per la furia e la ferocia che ha subito Alessandra Matteuzzi», ha scritto su Facebook la Sancataldese Calcio Official. «Ciò che proviamo in questo momento è shock e sgomento. La Società Sancataldese Calcio tiene a puntualizzare che il calciatore Giovanni Padovani già lo scorso sabato 20 agosto era stato messo fuori rosa a causa del suo ingiustificato allontanamento. La dirigenza verde amaranto si stringe al dolore della famiglia della vittima, certi che la legge faccia il suo corso».

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