Femminicidio a Lecce: uccide la moglie 38enne e scappa

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Una donna di 38 anni, Donatella Miccoli, è stata uccisa con una coltellata da suo marito, Matteo Verdesca, che al momento è ricercato con l’ausilio di un elicottero. Sarebbe fuggito sulla sua autovettura, una Renault bianca. L’omicidio è avvenuto durante la notte nella loro abitazione a Novoli, in provincia di Lecce. In casa non erano presenti i figli che il marito aveva portato a casa dei nonni. Secondo le prime testimonianze i vicini li hanno sentiti litigare.

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Un’altra donna è stata uccisa, a pochi giorni di distanza da due doppi femminicidi. E solo qualche giorno fa l’Italia è stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani per il «trattamento inumano e degradante» nei confronti di una donna, Silvia De Giorgi, residente nel padovano, che più volte ha denunciato (tra il 2015 e il 2019 lo ha fatto ben 7 volte) l’ex marito ma che non è stata protetta dalle autorità. Non sappiamo ancora se Donatelli Miccoli abbia denunciato in precedenza il compagno, ma sono tante le donne in Italia che denunciano e non vengono minimamente protette.

Vi ricordiamo, in più, che in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne la Polizia Criminale ha postato sul sito del Viminale i dati che vanno dal 1° gennaio 2021 al 21 novembre 2021, secondo cui su un totale di 263 omicidi volontari compiuti in Italia il 35% (quindi 93) sono femminicidi. “Ma è sempre un omicidio, non è un femminicidio“. Apriamo quest’altra parentesi per chi ancora non ne conosce la differenza. Se un giorno decidi di uccidere una persona a caso che incontri per strada, e per casualità è una donna, quello è un omicidio. Se invece decidi di uccidere la tua fidanzata perché vuole lasciarti, quello è un femminicidio.

Siamo al 19 giugno, a metà anno. E 31 donne sono morte per femminicidio. A giugno le vittime sono 10, e non è ancora finito. Quando si comincerà ad agire per far sì che le donne siano protette? Quando la politica smetterà di denunciare ma proverà a fare qualcosa di concreto? Quante altre donne devono ancora morire per far capire che la situazione deve cambiare?

Ennesimo femminicidio: uccisa Donatella Miccoli

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Donatella Miccoli, nata a Mesagne, la vittima del femminicidio di Lecce, è stata uccisa dal marito, Matteo Verdesca, suo coetaneo, nato a Copertino. La coppia insieme ai figli è andata in piazza per la festa di San Luigi, poi, tornati a casa, i vicini li avrebbero sentiti litigare. La vittima lavorava come commessa nel centro commerciale Ipercoop di Surbo. L’uomo, che fa il corriere espresso, dopo aver ucciso la moglie, è fuggito sulla sua auto, una Renault bianca, e ancora adesso lo si sta cercando.

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Donatella Miccoli e Matteo Verdesca erano sposati da nove anni, genitori di 3 figli. Il più grande ha 19 anni, poi hanno avuto una bambina e un ultimo figlio, nessuno dei tre era in casa al momento del femminicidio, in quanto, dopo la festa, il padre li avrebbe accompagnati dai nonni dove sono rimasti a dormire.

La Gazzetta del Mezzogiorno ha riportato che nelle sue ultime storie su Instagram aveva rinnovato il suo amore verso il marito, tramite frasi tratte dal brano “La parte più bella di me” di Anto Paga: «E insieme siamo la fine del mondo/E vorrei svegliarmi con il tuo profumo/Ogni canzone mi parla di te». Il Quotidiano di Puglia racconta anche una versione, non confermata, secondo cui l’assassino sarebbe andato dalla madre dicendo di aver «fatto un casino».

Aggiornamento

«Conosco bene Donatella, i suoi giovani figli, un bimbo di 2 anni e una bimba di 7 che frequenta il catechismo con mio figlio», ha detto il sindaco di Novoli. «Non ho parole per descrivere quanto è accaduto. Sono sconvolto, ma anche arrabbiato, demoralizzato: ci impegniamo nelle comunità a sensibilizzare contro la violenza sulle donne e poi, invece, ci ritroviamo giovani donne trucidate in questo barbaro modo. Da sindaco – sento sulle spalle e nel cuore il dolore di una intera comunità: rivolgo alla famiglia di Donatella le più sentite condoglianze da parte del paese, che si ferma».

Fa anche sapere che sono state poste «le bandiere a mezz’asta e proclameremo il lutto cittadino, per ricordare Donatella e far sentire la nostra vicinanza a tutti i suoi familiari, i figli, gli amici, le persone che le volevano bene». Intanto l’assassino è stato trovato morto carbonizzato all’interno dell’auto con cui era fuggito, anch’essa bruciata, alla periferia di Novoli. Si comincia a pensare, in più, che il femminicidio sia stato causato dalla gelosia morbosa.

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