Una docente è stata accoltellata da un suo studente 16enne all’interno della scuola. È avvenuto ieri, lunedì 29 maggio, durante la prima ora. Il ragazzo è entrato in classe con una pistola giocattolo e un coltello con cui ha ferito la professoressa all’avambraccio. Lo studente si è consegnato lasciando l’arma sul banco e, sotto shock, è stato soccorso da un’ambulanza e trasportato all’ospedale San Paolo di Milano, dove è ricoverato nel reparto di Psichiatria. Per Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del merito (di proposito in minuscolo), la colpa è del bullismo e del Covid-19. Sia mai citare la salute mentale.
La vittima, per fortuna fuori pericolo al momento e solo con delle gravi ferite, è la professoressa 51enne Elisabetta Condò, trasportata all’ospedale di Legnano. Anche tra i compagni di classe si è subito scatenata paura. Una di loro ha raccontato al Corriere che la prof Condò ha avvisato lo studente che l’avrebbe interrogato, e lui inizialmente ha avuto una reazione pacata. Ma poi «ha iniziato a frugare nello zaino e poi si è voltato verso di noi dicendoci: “Mi dispiace ragazzi, mi dispiace”. Ha tirato fuori le armi e si è diretto verso la professoressa che ha pugnalato diverse volte».
Continua dicendo che «è successo alla prima ora, all’inizio della lezione. Siamo entrati normalmente alle 8 e ci siamo subito suddivisi in gruppo per fare un lavoro. Io ero proprio in gruppo con questo ragazzo che per la prima mezz’ora è stato silenzioso, non collaborava con noi, non diceva nulla. A un certo momento è venuta lì la nostra prof di italiano: ci ha aiutato nel nostro lavoro di gruppo e poi ha detto a questo mio compagno che a breve lo avrebbe interrogato in Storia per recuperare una insufficienza». «Lui le ha risposto che dopo cinque minuti sarebbe arrivato», e poi il caos.
Un altro ragazzo racconta di come il suo compagno di classe sembrasse ben integrato: «Non me lo sarei mai aspettato. È arrivato l’anno scorso, ha fatto amicizia con tutti, ovviamente c’erano noi persone con cui si trovava di meglio, con me parlava solo di calcio e della scuola. Non aveva voti bruttissimi e in classe si comportava bene, a parte gli scherzi che aveva fatto. Anche con la professoressa non ricordo che avesse avuto problemi». Ma per il ministro dell’istruzione Valditara, che di certo non eccelle in empatia (l’abbiamo visto con l’umiliazione), è tutta colpa di Covid-19 e bullismo. Non di un serio problema di benessere mentale.
Il ministro Valditara è degno del suo governo: tra bullismo e Covid-19
Giorgia Meloni durante il periodo elettorale parlò di diverse devianze, e fra queste c’erano anche autolesionismo, obesità e anoressia, problemi quindi che avevano a che fare con la salute mentale. Valditara stesso invece parlò dei ragazzi violenti, dicendo che servono «i lavori socialmente utili, perché soltanto lavorando per la collettività, per la comunità scolastica, umiliandosi anche, evviva l’umiliazione che è un fattore fondamentale per la crescita e per la costruzione della personalità, di fronte ai suoi compagni è lui lì che si prende la responsabilità dei propri atti e fa lavori per la collettività. La stigmatizzazione pubblica».
Nel 2023 si dovrebbe parlare di salute mentale. Si dovrebbe parlare di salute mentale perché gli universitari che si suicidano anche a causa della stessa università diventano sempre di più. E anche perché l’Italia è letteralmente l’ultima in Europa per quanto concerne il benessere mentale. «L’Italia è il Paese la cui popolazione è più colpita sul fronte della salute mentale»: spicca subito questa frase nel report, per poi spiegare che solo il 18% del campione dichiara uno stato di pieno benessere (Flourishing). Al nostro livello ci sono solo i giapponesi, per cui al momento ci troviamo in ultimo posto in Europa. Il disturbo mentale più diffuso nel nostro paese sarebbe lo stress, avvertito dal 56% del campione.
E il ministro Valditara cosa fa per andare incontro agli studenti, anche a quelli che, purtroppo, si sono persi e arrivano a fare atti così gravi? Scrive due tweet: «Dopo l’aggressione di Abbiategrasso mi sto recando all’ospedale per portare la mia vicinanza alla professoressa. Un fatto inquietante quello della docente ferita da un proprio alunno. Dopo l’esperienza del Covid gli episodi di bullismo si stanno moltiplicando, proprio perché si è interrotta quella relazione interpersonale che è fondamentale nello sviluppo educativo».
Quindi… Colpa del Covid e colpa del bullismo. Forse il Covid-19 ha davvero stressato e traumatizzato maggiormente gli studenti che già non erano in condizioni di benessere mentale pieno, ma è anche vero che negli altri paesi europei questo stress non si è sentito (parola di studentessa Erasmus 2021–2022), e questo perché l’Italia e molti docenti non erano pronti al cambiamento, e allo stesso modo non lo sono stati gli studenti e di certo non lo son state le istituzioni. Ma invece di parlare di Covid-19, si dovrebbe parlare di salute mentale.
E poi… Il bullismo? Uno studente che accoltella la sua docente è un episodio di bullismo? Il Ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara è cosciente di cosa sia il bullismo o ha bisogno di un disegnino per comprendere che in questo caso si parla di benessere mentale che dal governo Meloni e soprattutto dallo stesso ministro e costantemente sminuito (nel programma elettorale di Fratelli d’Italia e Lega non era neanche citato in mezzo sottoparagrafo). Il fatto che il capo dell’istituzione scolastica non riconosca che c’è un problema di fondo, è gravissimo.
Perché in questo caso le vittime sono due. In primis, la docente che non solo è stata abbandonata dall’istituzione che non prepara adeguatamente i professori a gestire situazioni del genere, ma che adesso è anche gravemente ferita. In secondo luogo anche lo studente, che è arrivato al punto di accoltellare la sua docente e poi tentare il suicidio, perché nella scuola, in molte scuole, la salute mentale è un tabù grande come una casa. Il disagio psicologico nelle scuole superiori è un problema gravissimo e diffuso in tutta Italia, e si continua a non intervenire.
Si potrebbero ascoltare gli studenti, e invece si propone la leva obbligatoria, si incolpa il cellulare o in generale le nuove generazioni, che però sono cresciute da quelli che le criticano. Quindi il problema esattamente di chi è: degli adolescenti che cercano online dei modelli da seguire o dai genitori che gli danno un cellulare in mano pur di non ascoltare quelle bambole che volevano per pubblicare delle foto carine online ma che poi sono cresciute e hanno costruito una loro identità basata sulle serie tv o sui film, unici modelli adulti che hanno potuto vedere?
Il problema sta nel fatto che si cerca una colpevole, senza però pensare al perché. Perché un ragazzo è arrivato ad accoltellare la sua docente per poi tentare il suicidio? Cosa ha portato uno studente a questo livello? Ve lo dico io: perché nessuno ha pensato alla sua salute mentale. Perché nessuno accetta che un ragazzo di 16 anni possa stare male, possa avere problemi psicologici, possa essere stressato, ansioso, depresso, e quindi nessuno lo aiuta prima che qualcosa di catastrofico succeda.
Ancora una volta #Valditara dimostra di non capire nulla. Uno studente accoltella una prof: gravissimo, ma non è "bullismo". Non tutta la violenza è bullismo, sono fenomeni diversi che non vanno confusi. E cosa c'entra il covid con questo accoltellamento?#abbiategrasso #scuola pic.twitter.com/tdP0jV8bFE
— Fedezic (@fedezic) May 29, 2023
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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