Kiev bombardata durante la notte: la guerra continua

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La guerra in Ucraina continua: durante la notte due missili russi hanno colpito il centro di Kiev, accanto all’ambasciata britannica e al ministero degli Esteri. Il tutto, è avvenuto mentre il presidente Volodymyr Zelensky era con il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Potrebbe esser stata semplicemente una coincidenza, oppure un avvertimento, ma il segretario, dopo la conferenza stampa, ha fatto sapere di essere «sconvolto».

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Proprio negli ultimi giorni siamo tornati a parlare della guerra in Ucraina, non perché prima si fosse interrotta ma perché, semplicemente, abbiamo parlato anche di altre guerre e di altre situazioni importanti. Tuttavia, nel momento in cui il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov ha detto che il fatto che l’Ucraina abbia accettato e che gli Stati Uniti come anche altri Paesi europei abbiano inviato delle armi, sia effettivamente l’inizio di una terza guerra mondiale, non abbiamo potuto non scriverne. Ha comunque rassicurato: sebbene ci sia «il pericolo reale di una terza guerra mondiale», «una guerra nucleare sarebbe inaccettabile per la Russia».

Non è stato comunque d’accordo il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, secondo cui «la Russia perde l’ultima speranza di spaventare il mondo per il suo sostegno all’Ucraina. Di qui il discorso sul ‘reale’ pericolo di una Terza Guerra Mondiale. Questo significa solo che Mosca avverte la sconfitta in Ucraina. Pertanto, il mondo deve raddoppiare il sostegno all’Ucraina in modo da farci prevalere e salvaguardare la sicurezza europea e globale». Adesso, però, la Russia ha deciso di agire, e di togliere effettivamente il gas a chi non sta pagando.

Infatti, da mercoledì 27 aprile, la Russia ufficialmente ha interrotto le forniture di gas verso la Polonia e la Bulgaria, che non hanno pagato in rubli. La PGNiG, l’azienda dello stato polacco che si occupa della gestione del gas, ha confermato di aver ricevuto la comunicazione da Gazprom, in cui si dice che dalle 8 del mattino di oggi si sarebbe interrotta la fornitura. Già il mese scorso, però, l’azienda aveva comunicato che i paesi considerati “non amici” (cioè chi si era schierato con l’Ucraina), avrebbe dovuto pagare in rubli, ma PGNiG si era rifiutata.

Stanotte, però, la situazione è nuovamente degenerata a Kiev e, il fatto che fosse presente anche il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha reso tutto più sconvolgente.

Ucraina: due missili su un edificio a Kiev

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Il segretario generale dell’Onu era stato a Mosca mercoledì scorso, ospite di Vladimir Putin, cercando di comprendere il suo punto di vista, parlando di tregue umanitarie e di vite da salvare. Guterres si diceva ottimista, in quanto Putin concordava con lui. La rappresentante in Ucraina per l’Onu, Osnat Lubrani, aveva twittato di avere ricevuto l’incarico da Guterres di andare «a Zaporizhzhia per preparare un tentativo di evacuazione da Mariupol. L’Onu è pienamente mobilitata per aiutare a salvare vite ucraine e per assistere i bisognosi», e questo poteva solo essere positivo.

Ma poi, proprio mentre Guterres si trova in Ucraina, dei missili colpiscono un edificio vicino a dove si trova insieme al presidente Zelensky. Sembrerebbe, da quanto concerne dalle prime indagini sul posto, che un missile abbia colpito l’ingresso della fabbrica Artem nel quartiere di Shevchenkivskyi, che era stata al centro dei bombardamenti nel mese di marzo. L’edificio è industriale e di epoca sovietica, convertito al settore civile, producendo lavatrici, lavastoviglie, elettrodomestici vari.

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Il secondo missile, poi, ha colpito i primi due piani di un edificio residenziale di 25 piani, il residence “Quartiere Lvovsky” in zona Tatarka, vicino alla fabbrica, e ci sarebbero almeno 10 persone ferite. Tuttavia, cos’è che rende questi missili più simbolici rispetto ai tanti che sono stati mandati nei mesi precedenti? Il fatto che fossero proprio vicini al ministero degli Esteri, che si occupa dei rapporti con Mosca, ma anche il fatto che in quel momento lì si trovasse anche la massima istituzione dell’Onu, con cui Putin aveva avuto una chiacchierata solo il giorno prima.

Il primo consigliere di Zelensky, Mikhailo Podoliak, commenta dicendo che Guterres «il giorno prima era al Cremlino, e oggi le esplosioni sono sopra la sua testa. Una cartolina da Mosca? Ci ricordiamo com’è che la Russia occupa ancora un seggio nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu?».

Intanto si comincia anche a valutare se sia davvero prudente far andare il Premier Draghi in visita in Ucraina, per portare la solidarietà dell’Italia, ma anche l’impegno a creare nuove sanzioni nei confronti della Russia, al presidente Zelensky, che sabato scorso disse che «l’Italia ha dimostrato un grande sostegno nei nostri confronti e la ringrazio. Si è schierato dalla nostra parte anche il governo e il premier Draghi. Lo aspettiamo». La visita, però, non è ancora in calendario.

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