La scorsa settimana un ragazzo di 24 anni, di nome Tommaso, ha tentato il suicidio buttandosi dal terrazzo della palazzina in cui vive insieme al padre. Fortunatamente, è riuscito a sopravvivere, ma è in gravissime condizioni. Dietro il suo gesto, ovviamente, c’è tantissima sofferenza, come denuncia la madre, Valeria Greco, in un post su Facebook divenuto virale ma che è uno schiaffo in faccia a una società che ancora nel 2023 denigra e bullizza le persone per le proprie condizioni mediche: «Volevo solo dire che Tommy non ha tentato il suicidio ma, paradossalmente, voleva salvarsi».
Non ci si rende conto di quanto il bullismo possa essere pericoloso, finché qualcuno non muore, o finché non ne sei vittima. Il bullismo ti segna, il bullismo ti lascia ferite indelebili sulla pelle anche a distanza di anni, anche quando pensi che sia finita. E il bullismo, soprattutto, non ha età. Lo scorso anno si è suicidato un ragazzo di 13 anni, Alessandro, a causa dei messaggi ricevuti sul suo cellulare, uno di questi recitava «ucciditi». Sei ragazzini sono stati indagati per il suo suicidio. Oltre a lui, anche Sofia, 13enne, esclusa dai propri compagni di classe in una sua chat social.
Il caso più famoso di vittima di bullismo in Italia è quello di Andrea Spezzacatena, conosciuto online come il “ragazzo con i pantaloni rosa”, suicidato a causa dell’omofobia. Andrea aveva 15 anni ed era un ragazzo che amava il colore rosa e che, segretamente, lottava due battaglie letali: l’omofobia e il bullismo. «Non fidatevi del ragazzo dai pantaloni rosa: è fro*io», c’era scritto sui muri della sua scuola. Oggi sua madre è un’attivista e lotta affinché tutti sappiamo di essere amati, apprezzati e soprattutto che i bulli comprendano che le parole hanno un peso. Nessuno è stato incriminato per la morte di suo figlio.
Potrebbe interessarvi: Andrea Spezzacatena, “il ragazzo con i pantaloni rosa” diventa un film
Oltre ad Andrea, possiamo parlare anche della Fondazione Carolina, che prende il nome di una ragazzina che, nel 2013, si è suicidata a causa del cyberbullismo e che è, ufficialmente, la prima vittima riconosciuta di cyberbullismo. «Due anni di impegno civile, testimonianza, appelli che avevano visto il papà di Caro, Paolo Picchio, impegnarsi senza sosta. Non solo per rendere giustizia all’amata figlia, ma per dare senso e rispondere a quell’ultimo messaggio della figlia: “Spero che adesso siate più sensibili sulle parole…”.
Attorno a questi princìpi, nel febbraio 2018 nasce Fondazione Carolina Onlus, non a caso proprio in occasione della Giornata mondiale della Sicurezza in Rete. Lo slogan della No profit – “Felici di navigare” – rappresenta lo spirito che dovrebbe distinguere tutti i teen ager che si affacciano alla dimensione digitale, affidando alla Rete i loro sogni, i sentimenti e le relazioni del viaggio più importante della loro vita: l’adolescenza». Le parole e le azioni hanno un peso, questo non dimenticatelo mai.
La battaglia di Tommaso contro il bullismo, raccontata dalla madre
È spuntato alla vigilia di Ferragosto un post su Facebook firmato da Valeria Greco, che al momento della scrittura dell’articolo ha 1760 mi piace, 375 commenti e quasi 700 condivisioni. Valeria è la mamma di Tommaso, il ragazzo di 24 anni che pochi giorni fa ha tentato il suicidio lanciandosi dal terrazzo della palazzina in cui viveva con il padre, che era lì presente e che ha cercato di trattenerlo, non riuscendoci.
L’automedica di Pozzuoli è stata avvisata sabato 12 agosto di un “paziente psichiatrico” di 24 anni in agitazione psicomotoria, e quando sono giunti sul posto hanno assistito alla scena. Quando però il ragazzo ha sentito le sirene, si è lasciato cadere dal terrazzino, facendo un volo di circa 7 metri. In ospedale, fortunatamente, è arrivato ancora cosciente, ma le sue condizioni sono ancora critiche. Per questo, possiamo comprendere la rabbia di una madre che ha visto per tutta la vita soffrire suo figlio.
«Buongiorno. Sono la mamma di Tommaso , il ragazzo che si è lanciato dal terzo piano. Volevo solo dire che Tommy non ha tentato il suicidio ma, paradossalmente, voleva salvarsi», scrive inizialmente la signora Valeria nel suo post. «Salvarsi da cosa? Bene, Tom per 24 anni( la sua età) ha subito tanto. Non ha mai trovato un vero amico, ma solo persone che volevano ferirlo e deriderlo( per chi non lo sapesse Tom è affetto da una patologia visiva genetica). Dalle scuole primarie sino al liceo ( ottimo studente ) è stato vittima di bullismo. Ha iniziato anche un percorso universitario ( ing. Aerospaziale) ma le ferite esistenziali erano troppe», spiega.
«Pensate ad un ragazzo di diciassette anni che gira per l’istituto con un cartello alla schiena con scritta”cecato”, o a capodanno dove ti dicono “vieni con noi a ballare” ma poi ti fanno aspettare per un’ora , non ti vengono a prendere e poi dicono ” ma che credevi che saresti venuto con noi, cane con le zecche. O che ti fanno salire in macchina ma sulla maniglia della portiera ti spalmano merda (sì, proprio merda) per poi farsi due risate. Bene, Tom si è avvicinato alle droghe, in solitudine. Ora Tom, dopo un volo di 12 metri, è vivo, ma con tante, troppe ferite».
Conclude dicendo di non augurare «a nessuno, manco a tutti coloro che lo hanno portato a questo, di soffrire come ha sofferto Tom. Mio figlio è forte e rinascerà. In ospedale nessun giovane a fargli visita». Lo staff di Cup of Green Tea si stringe intorno alla famiglia di Tommaso, ma soprattutto augura che il nostro coetaneo possa trovare serenità, tanta amicizia e affetto come quello che riceve dalla sua famiglia. E ci auguriamo che tutti gli adolescenti che lo hanno tormentato possano rendersi conto dei propri errori, si mettano una mano sulla coscienza e vadano a chiedere scusa. E insieme loro, anche le famiglie che non sono state capaci di educarle al rispetto.
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
Instagram: @murderskitty