Migliaia di persone hanno marciato in Bosnia contro la violenza sulle donne

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A Sarajevo e in altre città della Bosnia, migliaia di cittadini sono scesi in piazza nella giornata di ieri per chiedere alle autorità di fare qualcosa di più concreto contro i femminicidi e contro la violenza sulle donne, dopo che la scorsa settimana un uomo ha sparato e ucciso la sua ex moglie, trasmettendo tutto in una diretta su Instagram. L’assassino ha poi ucciso altre due persone mentre era in fuga nella sua città della Bosnia nord-orientale, Gradacac, e poi si è tolto la vita prima di poter essere arrestato.

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(AP Photo)

I femminicidi sono un problema, e non sono nella nostra Italia. Il problema è che manca l’educazione: bisogna educare ragazzi e uomini al rispetto per le donne e basta farsi un giro sul web per comprendere come al momento questo manchi. Commenti contro le donne, gruppi in cui si degradano le donne, fra cui anche delle minorenni, stessi minorenni che denudano le proprie coetanee con l’intelligenza artificiale, e poi catcalling, tentativi di stupro, minacce minimizzate. Tutto giustificato con il fatto che ogni tanto le donne entrano gratis in discoteca, come se non ci facessero entrare solo per sessualizzarci.

Lo stesso presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano, Fabio Roia ha affermato che nella norma proposta dai ministri (e che ha l’obiettivo di «velocizzare le valutazioni preventive sui rischi; rendere più efficaci le azioni di protezione preventiva; rafforzare le misure contro la reiterazione dei reati a danno delle donne e la recidiva; migliorare la tutela complessiva delle vittime di violenza», si può agire solo con le prove, e quindi «vengono lasciate scoperte situazioni dove la prova dell’avvenuta violazione o violenza si basa sul racconto della donna o, per esempio, su una certificazione medica».

Perché i casi di ultimi incontri sono tanti. Ultimi incontri in cui poi la donna viene violentata, viene uccisa, solo per aver detto un no. Solo per non amare più. Solo per aver deciso di non voler continuare più una relazione. E molto spesso si denuncia, ci si rende conto dei rischi, ma non è abbastanza. Secondo un report del 2021, di 116 donne uccise, il 12% di loro aveva denunciato, che è comunque un numero abbastanza basso e allarmante che ci va domandare: perché le donne non denunciano? Perché quando lo fanno, spesso, non vengono credute. Oppure non viene fatto abbastanza. E quando si difendono da sole, non sempre riescono a uscirne vive. E i casi sono troppi.

Bosnia: uccide l’ex moglie in diretta su Instagram, il popolo insorge

Un uomo in Bosnia ha sparato e ucciso la sua ex moglie mentre trasmetteva in streaming l’omicidio in diretta su Instagram e poi ha ucciso altre due persone mentre era in fuga prima di togliersi la vita. Tutto è avvenuto a Gradacac, dove l’assassino ha ferito tre persone prima di «suicidarsi dopo essere stato localizzato e prima di essere arrestato», ha detto in un comunicato la polizia della città di Tuzla. In Bosnia la violenza sulle donne è un problema molto diffuso, ma questo caso nello specifico ha scioccato i cittadini, che sono scesi in piazza a manifestare.

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The Associated Press

«Non ho parole per descrivere quello che è successo oggi a Gradacac. L’assassino alla fine si è tolto la vita, ma nessuno può riportare in vita le vittime», ha detto Nermin Niksic, primo ministro della Federazione bosniaca. La polizia ha detto che dopo aver ucciso l’ex moglie, l’assassino ha vagato per le strade della città e con una pistola ha sparato e ucciso un uomo e suo figlio. Ha anche ferito un agente di polizia, un altro uomo e una donna.

Funzionari e media bosniaci hanno affermato che l’ex moglie aveva denunciato minacce e violenze da parte del suo partner in passato e che l’assassino, identificato dai media locali come Nermin Sulejmanovic, aveva precedenti con la polizia. Venerdì mattina aveva pubblicato un video su Instagram dicendo agli spettatori che avrebbero visto un omicidio dal vivo. Il video poi lo mostra mentre prende una pistola e spara un proiettile nella fronte di una donna mentre si sente il pianto del bambino. Ha trasmesso video su Instagram anche mentre era inseguito dalla polizia.

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 [EPA-EFE/FEHIM DEMIR]

Circa 12.000 persone hanno assistito al femminicidio, con 126 mi piace. I media bosniaci hanno detto che l’assassino era un bodybuilder e preparatore atletico con precedenti arresti con l’accusa di traffico di droga e aggressione a un agente di polizia. Gli agenti hanno anche interrogato chi ha scritto messaggi di supporto all’uomo durante la diretta e potrebbero subire conseguenze legali. Il ministro bosniaco per i diritti umani Sevid Hurtic ha affermato che «questa è una grande vergogna per la nostra società».

Durante la manifestazione di ieri, i partecipanti esibivano striscioni con scritto “Il silenzio è approvazione“, “Non vivremo nella paura” e “Stop al femminicidio“. Il sindaco Benjamina Karic, ha affermato che «oggi Sarajevo dice no alla violenza e mostra sostegno a tutte le vittime della violenza». Aggiunge poi, parlando a nome dei manifestanti: «Chiediamo che il femminicidio diventi un atto criminale specifico. Questo è l’ultimo momento per adottare misure adeguate. Tutti coloro che ricoprono posizioni di responsabilità e che tollerano questa situazione diventano complici nel perpetrare violenze».

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